Majnun e Layla: la storia d’amore che ha plasmato la poesia araba

Majnun e Layla

Nella tradizione letteraria araba esiste una storia d’amore tanto travolgente quanto irrealizzabile come quella di Heathcliff e Katherine in Cime Tempestose: è la leggenda di Majnun e Layla. In entrambe le narrazioni la morte ha una funzione analoga: solo dopo una vita di separazione, gli amanti possono finalmente riunirsi nella tomba, trascorrendo insieme un’eternità che in vita gli è stata negata.

Amore ‘udhrita e il contesto del ghazal

L’amore ‘udhrita è il tema centrale di un tipo di poesia amorosa sviluppatasi durante il periodo Omayyade (661-750) nell’Hijāz, una zona vicino a La Mecca. Con lo spostamento della capitale a Damasco, i poeti beduini di queste aree diedero vita a un nuovo genere letterario: il ghazal, una poesia erotica che si divise presto in due filoni principali.

Ghazal urbano vs Ghazal ‘udhrita: due volti dell’amore Descrizione
Ghazal urbano (hijazi) Poesia sensuale e leggera, spesso cantata dalle qiyan (schiave cantanti). Esprime la nostalgia per amori vissuti ed è incentrata sul piacere e la bellezza femminile. L’esponente principale è ‘Umar Bin Abī Rabī’a.
Ghazal ‘udhrita (beduino) Poesia casta e platonica. Il nome deriva dalla tribù dei Banū ʿUdhra (“figli della castità”). Canta un amore fedele e totalizzante per una sola donna, ma destinato a non realizzarsi. Il tema centrale è la sofferenza per un’unione impossibile.

La poesia d’amore ‘udhrita, in particolare, funziona attraverso coppie leggendarie, dove il poeta canta il suo dolore per l’amata irraggiungibile. La coppia più celebre è quella composta da Majnun e Layla, ma anche da Jamil e Buthayna.

Non v’è freccia che sappia portare una morte
altrettanto fulminea di quella che tu mi lanciasti.
Senza traccia di sangue, pure il mio corpo rimase da parte a parte trafitto.

Jamīl ibn ʿAbd Allāh ibn Maʿmar

La storia di Majnun e Layla

Majnun, il cui vero nome era Qays ibn al-Mulawwah, si innamora di Layla fin dall’infanzia. Quando il padre di lei scopre il loro amore, proibisce ai due di vedersi. La separazione forzata non spegne la passione di Qays, ma al contrario la alimenta fino a condurlo alla follia. È per questo che viene soprannominato Majnun, che significa “pazzo” o “posseduto da un jinn”. Majnun abbandona la società e vaga nel deserto, vivendo tra gli animali selvatici e componendo poesie per la sua amata.

Sto baciando quella sporcizia dove è atterrato il tuo piede,
dolce Layla. Mi chiamano pazzo, guardandomi mentre lo faccio. […]
Sono pazzo di lei, e vivo in lei, e nel suo amore…

Il padre di Layla la dà in sposa a un altro uomo, ma lei rimane spiritualmente fedele a Majnun. Anni dopo, il marito di Layla muore. Lei è finalmente libera, ma Majnun è ormai perso nella sua follia e si rifiuta di tornare alla civiltà. Layla, straziata dal dolore, muore di crepacuore. Alla notizia, Majnun si reca sulla tomba dell’amata, dove si lascia morire. Verrà seppellito accanto a lei, realizzando nel sonno eterno quell’unione che la vita aveva negato.

L’interpretazione sufi: Layla come simbolo del divino

La leggenda di Majnun e Layla ha trasceso la poesia amorosa per diventare una delle più potenti allegorie del Sufismo, la corrente mistica dell’Islam. In questa interpretazione, l’amore di Majnun non è per una donna, ma per Dio. Layla è il simbolo della Bellezza divina, irraggiungibile attraverso i sensi ma anelata dall’anima. La “follia” di Majnun rappresenta l’annientamento dell’io individuale (*fanā’*) nell’amore assoluto per il Creatore. Il suo vagare nel deserto simboleggia il percorso ascetico del mistico che abbandona il mondo materiale per cercare l’unione con il Divino. La storia, quindi, come spiegato da diverse fonti accademiche tra cui l’Encyclopædia Britannica, diventa la rappresentazione del viaggio dell’anima verso Dio.

Sto sognando, ci vedo: una vita intera, insieme,
E dopo, nella tomba, sdraiati uno accanto all’altro,
[…] Insieme per l’ultimo giorno, dove ci riuniamo

Immagine in evidenza: Majnun Laila (Arabic Edition) Paperback, Ahmed Shawqi

Articolo aggiornato il: 06/09/2025

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23 anni passati con la testa fra le nuvole, di cui 3 come studentessa di Mediazione linguistica e culturale, e se ne prospettano altri facendo le cose che più amo: scrivere, fotografare, viaggiare, sognare.

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