Marcel Duchamp, il maggior esponente del dadaismo

Marcel Duchamp, il maggior esponente del dadaismo

La storia dell’arte del Novecento è costellata da una serie infinita di movimenti culturali e artistici di avanguardia, chi più e chi meno, tra uomini e donne, sono stati ricordati nella storia come persone geniali e aventi grande inventiva. Uno di questi movimenti, il più radicale e provocatorio di tutti, è il Dadaismo, di cui sono nati nello stesso anno due focolai di questo movimento: a Zurigo, in Svizzera, dal poeta Tristan Tzara e l’architetto Marcel Janco; e a New York, in America, i cui artisti fondatori si riunivano spesso nella galleria artistica del fotografo Alfred Stieglitz, chiamata galleria 291. Tra i giovani artisti che si riuniscono spesso alla galleria, tra cui Man Ray e Francis Picabia, c’era la mente geniale e controversa dell’uomo che sarebbe stato il maggior esponente del Dadaismo, Marcel Duchamp.

Henri Robert Marcel Duchamp nacque nel 1887 a Bleinville, una piccola provincia della Normandia, fin dagli esordi della sua vita ha sempre avuto contatti con l’arte: a quindici anni iniziò a dipingere i suoi primi quadri, ispirato dagli autori impressionisti, e qualche anno dopo, raggiungendo il fratello a Parigi, s’iscrisse all’Académie Julian, ma la abbandonò subito dopo. Nei periodi successivi, ispirato alla pittura post-impressionista e cubista, specialmente da Cézanne, Marcel Duchamp iniziò a dipingere le sue opere più famose, tra cui la più scandalosa: Il Nudo che scende le scale. Il Nudo venne presentato per la prima volta nel 1913 a New York, all’Armony Show, che fu soggetta allo scandalo e alla meraviglia dei critici americani, incentivando così l’amicizia storica col fotografo Man Ray.

Da quel momento, in seguito anche al trasferimento nella Grande Mela, Marcel Duchamp iniziò anche a lavorare ai suoi “ready-made” tradotto dall’inglese come “già pronto/fatto”, consistono in oggetti comuni, spesso presi dalla spazzatura o acquistati dall’artista stesso, in cui potevano avere due scopi: oggetti che vengono modificati di proposito dall’artista, oppure oggetti rimasti intatti che vengono inseriti in un contesto diverso da quello di origine. Gli esempi più famosi dei ready-made di Marcel Duchamp sono due:Ruota di bicicletta, opera costruita nel 1913, appartiene alla prima categoria di operegià fatte” e consisteva in una ruota di bicicletta montata su uno sgabello; il secondo tipo di opera è lo Scolabottiglie, che aveva comprato da un vinaio, senza porci alcuna modifica.

Che cosa voleva trasmettere Marcel Duchamp con questo tipo di opere?
In linea con il carattere provocatorio dell’artista, i ready-made volevano attaccare il senso di scultura e opera d’arte all’interno delle gallerie e delle mostre. Con opere che potevano muoversi, per esempio la Ruota di bicicletta, Marcel Duchamp presentava una scultura che effettivamente non era immobile, la ruota della bicicletta era intatta e, se spinta, poteva girare come una comunissima ruota, facendo così che togliesse quella regola dell’immobilità che vigeva in tutte le sculture. Altre opere come lo Scolabottiglie serviva a smuovere il concetto di opera d’arte, ponendo così un oggetto comune e di ogni giorno in una mostra, investito automaticamente dallo scandalo e dallo stupore, etichettata così come “arte”.

Marcel Duchamp con queste opere già fatte ha creato odi e amori da parte dei critici, ma il ready-made che suscitò più scandali in assoluto è il famosissimo Fontana. La Fontana di Marcel Duchamp era un orinatoio maschile ribaltato, avendo come base la parte più larga dell’oggetto, firmato dall’artista con lo pseudonimo “R. Mutt”. L’opera, a causa dell’oggetto in sé, fece discutere talmente tanto i critici che l’Associazione dei poeti indipendenti di New York si rifiutò di esporre l’opera, la quale però apparve nella rivista Dada The Blind Man fondata da Marcel Duchamp stesso. Fontana, come ogni ready-made dell’artista, aveva come messaggio l’indifferenza nell’assegnazione dei valori artistici nelle mostre: ogni opera che veniva presentata al pubblico, se elogiata o criticata, veniva definita come arte e ognuno poteva trarne un proprio significato o visione.

Marcel Duchamp con le sue operescultoreeprovocatorie divenne uno degli artisti più ricordati e conosciuti della storia dell’arte contemporanea, anche se la sua carriera di artista finì nel 1926, quando la sua opera più importante, che riassumeva l’intero percorso artistico dell’autore, Il Grande Vetro, si ruppe accidentalmente dopo la sua esposizione al Museo di Brooklyn. Duchamp prese questo segno del caso come un movente per non creare più altre opere d’arte e dedicarsi completamente al gioco degli scacchi.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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