Milena Jesenská: l’amore impossibile di Kafka

Milena Jesenská

Milena Jesenská nel 1918 sposa il critico letterario Ernst Pollak. Lasciano Praga e si trasferiscono a Vienna, ma Ernst non riesce a guadagnare a sufficienza da poter garantire una sicurezza economica. Così Milena, per arrotondare, decide di tradurre testi dal tedesco al ceco. Ed è qui che si imbatte in un racconto di uno scrittore sconosciuto: Il fuochista di Franz Kafka. I due si incontrano due volte a Vienna e a Gmünd nell’estate del 1920. Da quel momento in poi avviene uno scambio di lettere, iniziate con la richiesta di Milena di ottenere l’autorizzazione di tradurre il racconto in ceco, che ottiene. In seguito si spediscono lettere professionali, distaccate, nelle quali l’argomento principale è il lavoro di traduzione di Milena Jesenská .
Ben presto, però, il rapporto diventa tutt’altro, quasi ossessivo. Kafka vive la paura di non rivedere la giovane e allo stesso di rivederla, di allontanarsi e allo stesso tempo di avvicinarsi.

In una delle lettere questa paura viene espressa: «Ho paura e paura, cerco un mobile sotto il quale posso nascondermi, prego tremando e fuori di me in un angolo perché tu, come sei entrata rombante in questa lettera, possa volare di nuovo dalla finestra, non posso tenere in camera un uragano».

Lo scrittore aveva una relazione con un’altra donna, Julie Wohryzek, ma la lasciò su due piedi per Milena Jesenská. Nelle sue lettere, Milena, al contrario, assume un atteggiamento freddo e distaccato, per non rovinare il suo matrimonio. Prima di lei, Kafka ebbe altre relazioni, ma solo lei riuscì a scaldargli l’animo come nessuna aveva mai fatto. I due si scrissero più di 150 lettere in appena un anno di relazione. Attualmente abbiamo solo le lettere di Kafka, conservate a Praga durante l’occupazione tedesca, successivamente raccolte nel libro Lettere a Milena.

Nonostante avessero molti motivi per non stare insieme, lui a Praga, lei a Vienna, Jesenská confidava a Franz che fin da ragazza faceva uso di morfina rubandola dalle scorte del padre (chirurgo dentale e professore di medicina dell’Università di Praga), e di cocaina, che girava nei quartieri di Vienna e se ne serviva per alleviare le sue violente emicranie.

Chi era Milena Jesenská?

Milena Jesenská, nata a Praga nel 1896, è stata una grande giornalista, scrittrice, versatile e curiosa, traduttrice e un’intellettuale attiva. Nel 1931 aderisce al Partito Comunista, scrive su riviste come «Svět Práce» e «Tvorba», occupandosi di argomenti sociali, come l’aborto o la censura. Kafka muore in un sanatorio nel 1924. L’anno dopo, la donna divorzia dal primo marito e ritorna a Praga, dove qui prosegue la sua attività di giornalista. Dieci anni dopo anche il suo secondo matrimonio finisce.

Dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dell’esercito tedesco, nel 1939, Milena Jesenská si unisce al movimento di resistenza aiutando molti ebrei e rifugiati politici, scrivendo per il giornale clandestino «V Boj». Il suo appartamento diventa un luogo di incontro e un rifugio per tutti coloro che vogliono fuggire all’estero.

Pochi mesi dopo viene arrestata dalla Gestapo e incarcerata prima a Pankrak, poi a Dresda. Nell’ottobre 1940 viene deportata nel campo di concentramento di Ravensbrük in Germania, dove morirà nel 1944. I suoi quattro anni di prigionia li condividerà con una grande donna, anche lei prigioniera del campo, Margarete Buber-Neumann, scrittrice e giornalista tedesca, anche lei appartenente al Partito Comunista della Germania. In un suo scritto, Prigioniera di Stalin e di Hitler, ci dà un’importante testimonianza del coraggio di Milena Jesenská  in risposta alle atroci sofferenze inflitte dai nazisti.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Azzurra Maria di Matteo

Sono una studentessa dell'università l'Orientale di Napoli e studio spagnolo e ceco.

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