Opere di Santō Kyōden: dai quartieri di piacere alla censura

Opere di Santō Kyōden: dai quartieri di piacere alla censura

Santō Kyōden: l’autore ribelle dei quartieri di piacere di Edo

Chi era Santō Kyōden: un uomo rinascimentale a Edo

Santō Kyōden (1761-1816), il cui vero nome era Iwase Samuru, è stato uno degli autori più brillanti e poliedrici della letteratura gesaku, la narrativa popolare che dominò la seconda metà del periodo Edo. Spesso paragonato a un italiano rinascimentale, Kyōden eccelleva in molteplici discipline: era un acuto scrittore di prosa e poesia, un eccellente illustratore di ukiyo-e (sotto lo pseudonimo di Kitao Masanobu), un calligrafo, un antiquario e persino un abile commerciante, proprietario di un negozio di oggettistica a Edo. Le sue opere letterarie si concentrarono su due generi specifici: gli sharebon (libri alla moda ambientati nei quartieri di piacere) e i kibyōshi (libri dalle copertine gialle, ricchi di illustrazioni satiriche).

Edo umare uwaki no kabayaki: il capolavoro kibyōshi di Santō Kyōden

Una delle più famose opere di Santō Kyōden è il kibyōshi Edo umare uwaki no kabayaki (La graticola di un libertino nato a Edo), un titolo che gioca su un’espressione idiomatica, poiché il protagonista “viene messo sulla graticola”, ovvero ne passa di tutti i colori.

La trama: la satira di un aspirante libertino

La storia ruota attorno a Enjirō, il ricco e viziato figlio di un mercante di Edo. Nonostante le sue ricchezze, il suo più grande desiderio è ottenere la fama di grande amatore nei quartieri di piacere. Il suo aspetto sgradevole, però, è un ostacolo insormontabile. Per aggirare il problema, Enjirō ricorre a una serie di stratagemmi tanto ingegnosi quanto ridicoli: si fa tatuare nomi di donne immaginarie per farle passare per sue amanti, ma poi è costretto a rimuoverli dolorosamente quando un conoscente gli fa notare che ciò suggerisce che non sia mai stato lasciato. Nonostante spenda una fortuna, non riesce nel suo intento: paga delle cortigiane per inscenare scenate di gelosia e convince i genitori a diseredarlo (passandogli i soldi di nascosto) per apparire come un vero libertino. Il culmine arriva quando paga una prostituta per inscenare un doppio suicidio d’amore, ma vengono aggrediti da briganti che li lasciano nudi. Costretti a tornare a casa dei genitori, questi ultimi lo obbligano a sposare la donna per mettere fine alla sua follia. Sebbene la trama possa sembrare leggera, questo kibyōshi è considerato un capolavoro per le sue brillanti invenzioni narrative e la sua acuta satira sociale.

Dalla satira alla censura: le opere sharebon e l’arresto

Dopo il successo dei kibyōshi, Santō Kyōden si dedicò agli sharebon, opere più mature che descrivevano con realismo la vita nei quartieri di piacere e il codice di comportamento che regolava quel mondo, noto come tsū. Il suo Tsūgen Sōmagaki è un esempio emblematico di questo genere.

Tsūgen Sōmagaki e lo scontro con le Riforme Kansei

Proprio quando il genere sharebon era all’apice della sua popolarità, il clima politico a Edo cambiò radicalmente. L’ascesa al potere di Matsudaira Sadanobu e l’introduzione delle Riforme Kansei portarono a una forte moralizzazione della vita pubblica. Sadanobu non gradiva le storie incentrate sui quartieri di piacere, considerandole una minaccia alla morale confuciana. Le opere di Santō Kyōden, che descrivevano con arguzia cortigiane e visitatori, finirono nel mirino. Nonostante i suoi tre nuovi sharebon avessero passato la censura, una volta pubblicati furono ritenuti sovversivi. Santō Kyōden fu arrestato e condannato a 50 giorni di arresti domiciliari, in manette. Questa umiliazione segnò la fine della sua carriera come autore di narrativa popolare.

L’eredità di Santō Kyōden e la fine di un’epoca

Dopo la condanna, Santō Kyōden abbandonò la scrittura di gesaku per dedicarsi a una letteratura più seriosa e accademica, che però non raggiunse mai la genialità delle sue opere precedenti. Il suo arresto rappresenta un momento simbolico nella storia della letteratura giapponese: segnò la fine di un’era di straordinaria libertà espressiva e l’inizio di un periodo di maggior controllo governativo sulla creatività. Nonostante la sua carriera sia stata interrotta bruscamente, Santō Kyōden rimane una figura fondamentale, un acuto osservatore e un ironico cronista della vivace e contraddittoria cultura urbana della sua epoca, il cui ingegno continua a essere studiato e ammirato.

Fonte immagine dell’articolo “Opere di Santō Kyōden: dai quartieri di piacere alla censura”: Wikipedia

 

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