Situato nella Grecia nord-orientale, il Monte Athos sembra essere un luogo lontano dalla realtà per come la conosciamo, un luogo senza tempo e cuore pulsante dell’ortodossia immerso in un panorama mozzafiato. Qui, i complessi monastici si possono scorgere tra il verde della natura. È un luogo pensato per offrire la possibilità di immergersi in un’esperienza capace di guidare l’essere umano verso la pace interiore, un’opportunità concessa a tutti, meno che alle donne.
Cos’è il Monte Athos?

La Repubblica autonoma del Monte Athos in Grecia, riconosciuta come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è un sistema complesso di 20 monasteri che ospitano più di 1600 monaci. Questi sono cenobiti, ovvero monaci che vivono insieme una vita monastica dedicata alla meditazione, alla preghiera e alla condivisione. I monaci lavorano, mangiano e svolgono le attività quotidiane collaborando tra loro, lasciando spazio anche a momenti di solitudine riservati alla meditazione individuale, pratica fondamentale per raggiungere la pace interiore. Sul Monte Athos il tempo sembra essersi fermato: è un luogo privo di elettricità e acqua corrente, dove i monaci vivono in celle che molto spesso non sono altro che grotte riadattate ad abitazioni, per liberarsi da tutto ciò che c’è di effimero nella vita dell’uomo. A partire dal IX secolo, lungo la costa e immersi nei boschi, iniziarono a sorgere una serie di monasteri che hanno accolto nel corso del tempo migliaia di monaci e pellegrini. Oggi, oltre 2000 monaci vivono in armonia alla ricerca della pace interiore, con lo scopo di purificare la propria anima in preparazione della vita dopo la morte. Sul Monte Athos i pellegrini hanno la possibilità di immergersi in un viaggio spirituale interiore a contatto con la meditazione e la preghiera. Da più di mille anni questo luogo accoglie credenti che vogliono vivere la loro fede cristiana con rigore e profondità, cosa che sarebbe impensabile al di fuori di questi confini. Tutto questo, però, è possibile solo per gli uomini: alle donne non è concesso.
Perché alle donne è vietato l’accesso?
Una leggenda narra che la Vergine Maria, durante un viaggio, abbia camminato su queste terre. Da allora il Monte Athos le è stato consacrato ed è stato stabilito che, al di fuori di lei, nessuna donna avrebbe più messo piede su quella terra sacra. In realtà, il vero motivo del divieto sembra essere un altro: le donne, considerate simbolo della tentazione, non avrebbero accesso per evitare che la loro presenza possa compromettere il percorso spirituale dei monaci, impedendo loro di condurre una vita dedita a Dio e alla preghiera. Per assurdo, sul Monte Athos il divieto non riguarda solo gli esseri umani, ma anche gli animali di sesso femminile. Questo basta per comprendere il rigore e la fermezza con cui i monaci perseguono il loro obiettivo di raggiungere la salvezza.
Come accedere al Monte Athos
Raggiungere il Monte Athos è un’impresa piuttosto ardua. Innanzitutto, bisogna essere in possesso di una sorta di passaporto chiamato Diamonitirion, che permette ai pellegrini di avere accesso al luogo sacro. In base al periodo di permanenza esistono due tipi di Diamonitirion: uno permette ai visitatori di soggiornare in uno dei monasteri per un massimo di tre giorni, mentre l’altro viene utilizzato se si ha intenzione di soggiornare più a lungo per un percorso spirituale più immersivo. Tuttavia, l’accesso non solo è vietato alle donne, ma è estremamente regolamentato e limitato anche per gli uomini: ogni giorno vengono rilasciati solo 110 permessi, e di questi solamente 10 sono riservati ai pellegrini non ortodossi, restringendo notevolmente il cerchio di persone a cui è concesso di visitare questo luogo.
I luoghi più rappresentativi

- Karyes: Capitale del Monte Athos e probabilmente una delle capitali più piccole al mondo. Qui vivono poco più di cento persone che si occupano della parte burocratica e delle cancellerie di tutti i monasteri.
- Il monastero di Vatopedi: Uno dei monasteri più importanti del Monte Athos, dove è conservata la cintura della Vergine Maria.
- Il cimitero dei monaci: I monaci si recano spesso in questo luogo quando sentono il bisogno di risolvere un conflitto interiore o si sentono sopraffatti dalle tentazioni. Qui riescono a riflettere e a contrastarle, perché ricorda loro di condurre una vita pura, in modo che la vita dopo la morte possa essere vissuta in armonia. Molti monaci credono che la morte sia come una porta: solo il corpo muore, l’anima no.
Condurre una vita come quella dei monaci del Monte Athos non è semplice; la loro è un’esistenza colma di solitudine e privazioni. Tuttavia, questo risulta essere il prezzo da pagare per poter raggiungere la pace interiore. Ad oggi, il Monte Athos è uno dei luoghi più sacri e misteriosi al mondo. Sebbene questi monaci vivano totalmente isolati, questa condizione non genera in loro smarrimento o tristezza, anzi, tutto il contrario. Stando alle loro testimonianze, questo stile di vita sembra offrire un profondo senso di tranquillità. Convinti che la vita terrena sia solo una preparazione per quella ultraterrena, trascorrono la loro intera esistenza dedicandosi alla preghiera, certi che sia l’unico mezzo per raggiungere la pace.
Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons (Michael Clarke)