Ninna nanna: origini e significato di una melodia universale
Chi non ha mai ascoltato o cantato una ninna nanna? Questa dolce melodia, presente in tutte le culture del mondo, accompagna i bambini nel sonno fin dai tempi più remoti.
Ma cos’è esattamente una ninna nanna? Quali sono le sue origini e perché è così diffusa? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, analizzando gli effetti benefici della ninna nanna sullo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino e il suo valore come strumento di comunicazione e di trasmissione culturale.
Cos’è una ninna nanna? Definizione ed etimologia
Il termine “ninna nanna”, della serie onomatopeica – conciliatrice del sonno – che vede l’alternanza delle vocali i…a con valore iterativo (come in zig zag, tic tac, via vai), designa una cantilena dal ritmo uniforme e modulato, con la quale si è soliti cullare i bambini nel tentativo di indurli al sonno; l’Accademia della Crusca ne attesta l’esistenza già nel 1612, attribuendola alle balie. Si tratterebbe, dunque, di una forma polare prodotta dalla visuale del soggetto parlante: “ninna nanna” riprodurrebbe, infatti, il dondolio della culla, che da vicina si allontana per poi riavvicinarsi. In musica, il termine indica un breve componimento musicale, in movimento moderato, ispirato a tali nenie, nel quale si sono cimentati famosi compositori, come Mozart, Chopin e Brahms.
Ninna nanna: benefici sullo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino
Cantare una dolce nenia costituisce un atto istintivo, che ci sorprende allorquando ci scopriamo a canticchiare un motivo che neanche ricordavamo di conoscere. Questa sorta di rituale, che è senza dubbio la melodia più cantata al mondo, ci conduce ad antiche sensazioni di dolcezza e tenerezza, che ne chiariscono il reiterarsi fin dai tempi antichi e in tutte le culture, resistendo ai tempi e alla modernità, a conferma che da sempre e ovunque il momento dell’abbandono al sonno comporta il bisogno della vicinanza fisico-affettiva diretta, che favorisce la calma e il conforto.
La ninna nanna come strumento di inculturazione
Le sue componenti sono il ritmo essenziale e cadenzato, la modulazione vocale cantilenante fatta di parole ripetute e l’accompagnamento corporeo del dondolare, che favoriscono una comunicazione profonda e uno scambio reciproco di affettività tra bambino e adulto. L’esperienza, ripetendosi regolarmente ad ogni sonno con finalità rassicurante, contribuisce ad alimentare il senso di sicurezza personale e di fiducia in sé e nell’altro; inoltre, queste piccole canzoncine favoriscono lo sviluppo psicomotorio, la coordinazione corporea e l’acquisizione del linguaggio nei piccoli. Ed infatti, l’etnomusicologo italiano Roberto Leydi così si è espresso in proposito: «La funzione […] non è solo l’addormentare i bambini, ma anche quella di avviare il processo di inculturazione del nuovo nato […]. Attraverso le ninne nanne, infatti, i bambini iniziano a conoscere le strutture linguistiche e musicali, l’uso delle parole e dei modi di dire, i personaggi, le abitudini, le tradizioni del proprio ambiente familiare e culturale, immergendosi nell’universo simbolico di significati che li circonderà da adulti». La ninna nanna è, in effetti, esercizio di ascolto e di imitazione, dunque una forma elementare di conoscenza.
La ninna nanna come legame dialogante tra adulto e bambino
Tutto ciò ci conduce alla constatazione che il rituale pre-sonno va piuttosto inteso come momento non di mera vicinanza fisica, ma di effettiva fusione comunicativa, nel suo configurarsi come legame dialogante in grado di recare benefici sia al bambino che all’adulto, in un’ottica di reciprocità.
La voce materna, o comunque la voce di chi si prende cura del bambino, assume in questo contesto un’importanza fondamentale, diventando un vero e proprio strumento di rassicurazione e di conforto.
Le ninne nanne più famose: un viaggio tra le culture
Le ninne nanne si trovano nella cultura di tutti i popoli: in ogni angolo del mondo, le madri hanno sempre cantato ai loro figli per aiutarli ad addormentarsi. Proprio per questo, la Commissione europea ha ideato il progetto Lullabies of Europe, allo scopo di catalogare tutte le ninne nanne europee, tradotte in sette lingue – inglese, ceco, danese, italiano, romeno, greco e turco – in quanto patrimonio culturale da tutelare.
Il progetto europeo “Lullabies of Europe”: un patrimonio da tutelare
Il progetto “Lullabies of Europe” rappresenta un’importante iniziativa per la salvaguardia e la valorizzazione della cultura popolare europea, e in particolare di un genere musicale, quello della ninna nanna, che rischia di scomparire, soppiantato da forme di intrattenimento più moderne.
Alcuni esempi di ninne nanne famose
Tra le ninne nanne catalogate nel progetto, vi figurano, ad esempio, Lavender’s blue del XVII secolo; Twinkle twinkle little star – versione anglosassone di un celebre canto popolare francese risalente alla metà del Settecento, che affascinò particolarmente Mozart, nel corso di uno dei suoi viaggi in Francia, al punto che nel 1778 ne riprese il tema nelle sue Dodici Variazioni in Do maggiore; la nenia greca Ύπνε μου, επάρε μού το, ovvero “Sonno caro, ti passo il mio bambino”, che nasce nell’Italia meridionale, dal momento che fin dall’VIII secolo a.C. le prime colonie greche si stabilirono nelle regioni del Salento, in Calabria, a Taranto e a Metaponto; Au clair de la lune, canzone popolare francese del XVIII secolo, attribuita a Jean-Baptiste Lully, ovvero Giovanni Battista Lulli, compositore fiorentino naturalizzato francese, attivo alla corte di Luigi XIV. In Italia le nenie più famose sono La ninna nanna del chicco di caffè, Ninna nanna ninna oh, Fai la ninna fai la nanna e Stella stellina, filastrocca composta da Lina Schwarz, poetessa e traduttrice italiana, musicata in varie versioni.
La tecnologia e la ninna nanna: un rapporto da ripensare
Purtroppo, oggi gli strumenti tecnologici come smartphone e tablet si sono prepotentemente insinuati negli spazi di relazione tra genitore e figlio, diventando talvolta vere e proprie presenze sostitutive dell’adulto stesso, dunque modificando la magia del legame interpersonale. Eppure, è proprio nel particolare e delicato momento dell’assopimento che andrebbe maggiormente stimolata la capacità di condivisione, relazione e comunicazione, come attesta la capillare presenza linguistica e culturale delle ninne nanne a più livelli, in primis quello dialettale: Nonna nonna, nunnarèlla / ‘o lupo s’è magnàt’ ‘a pucurèlla / ‘a pucurèlla s’è magnàt’ ‘o lupo / e ‘a nénna mia l’aggio addurmùta, recita, infatti, una celebre nenia napoletana.
Sarebbe importante, quindi, riscoprire il valore della ninna nanna come momento di intimità e di condivisione tra genitori e figli, un’occasione preziosa per rafforzare il legame affettivo e per trasmettere ai bambini il senso di sicurezza e di amore di cui hanno bisogno per crescere sereni.
[L’immagine di copertina è tratta dal sito Pixabay]