Opere dell’arte povera: 3 da scoprire

Opere dell'arte povera: 3 da scoprire

Opere dell’arte povera: un’analisi del movimento, degli artisti e delle opere più significative.

Il movimento convenzionalmente identificato come Arte povera è uno dei pochi che, non solo ha un chiaro profilo ideologico, ma anche una data precisa di nascita: il settembre 1967. In quell’occasione la Galleria La Bertesca di Genova ospita la mostra «Arte Povera», intorno alla quale si raccoglie un insieme di giovani artisti italiani provenienti dalle più svariate sperimentazioni d’avanguardia. Da quella data, il gruppo si consolida tramite un’accorta politica espositiva, imponendosi a livello internazionale e mantenendo una certa coesione fino al 1972, quando prevalgono le ricerche individuali. 

Che cos’è l’arte povera: definizione e significato

L’Arte Povera è un movimento artistico nato in Italia alla fine degli anni ’60. Il termine, coniato dal critico d’arte Germano Celant, si riferisce all’uso di materiali poveri, non tradizionali e spesso di recupero, come terra, legno, ferro, stracci, plastica e scarti industriali. L’obiettivo di questo approccio era quello di sfidare le convenzioni dell’arte tradizionale e la commercializzazione dell’opera d’arte, creando un’arte più diretta, immediata e legata alla vita quotidiana.

Il contesto storico e la critica alla società dei consumi

La mostra del 1967 alla Galleria La Bertesca di Genova, curata da Germano Celant, è considerata l’atto di nascita ufficiale dell’Arte Povera. L’evento riunì artisti come Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nell’arte contemporanea italiana. L’Arte Povera emerge in un periodo di grandi cambiamenti sociali e politici in Italia. Gli anni ’60 sono caratterizzati dalle lotte operaie, dalla contestazione studentesca e da un crescente sentimento di critica nei confronti della società dei consumi e del capitalismo. Gli artisti, influenzati dalle idee marxiste, rifiutavano l’idea dell’opera d’arte come merce e come oggetto di profitto, promuovendo un ritorno all’essenziale e all’autenticità.

I materiali: il doppio significato di “povertà”

L’appellativo di “povera” ha due diversi significati: il primo, e più evidente, fa riferimento agli oggetti impiegati. Ritornano infatti i materiali poveri o di recupero come: sacchi, tele, legno, grasso, corde, rottami metallici e quelli primari, che rimandano spesso all’universo naturale come: animali, terra, fuoco e lana. Il secondo significato, invece, ha una valenza più direttamente politica, come spiegato precedentemente. Questo utilizzo di materiali non convenzionali era anche un modo per sottolineare il processo creativo e l’azione dell’artista, piuttosto che il prodotto finito.

Artista e opera chiave Concetto e materiale rappresentativo
Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci Contrasto tra classico e contemporaneo, tra arte “alta” e scarto (stracci).
Mario Merz, Igloo Rifugio primordiale, rapporto tra natura e cultura, uso di materiali diversi (vetro, neon).
Alighiero Boetti, Mappe Geopolitica, identità e tempo. L’arte come processo collettivo (arazzi ricamati).
Jannis Kounellis, Senza titolo (12 cavalli) Irruzione della natura e della vita nello spazio artistico (animali vivi).

Protagonisti e opere iconiche dell’arte povera

Diversi artisti hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo dell’Arte Povera. Vediamo i più importanti e le loro opere emblematiche.

Michelangelo Pistoletto e la “Venere degli stracci”

La Venere degli Stracci di Pistoletto
Foto di Lollinaa

Michelangelo Pistoletto (nato nel 1933) è uno degli esponenti di spicco del movimento. La sua opera “Venere degli Stracci“, creata nel 1967, è una delle più emblematiche. Formata da una statua di cemento che riproduce una Venere classica e una montagna di stracci colorati, crea un forte contrasto tra antico e contemporaneo. La statua rappresenta l’arte classica mentre gli stracci simboleggiano gli scarti della società dei consumi. L’opera è una sintesi perfetta dei principi dell’Arte Povera: l’uso di materiali poveri, il contrasto tra elementi diversi e la riflessione sulla storia dell’arte.

Mario Merz e i suoi “Igloo”

Mario Merz (1925-2003) è celebre per i suoi “Igloo”, strutture a cupola realizzate con materiali diversi (vetro, metallo, pietra, neon). L’igloo, tipica abitazione invernale degli eschimesi, viene scelto perché rappresenta un rifugio primordiale, un simbolo di vita e di energia che ricorda lo stadio in cui l’esistenza umana era a stretto contatto con la natura. Gli “Igloo” di Merz invitano a riflettere sul rapporto tra uomo e natura, tra spazio interno ed esterno, tra permanenza e transitorietà.

Alighiero Boetti e le “Mappe”

Alighiero Boetti (1940-1994) ha esplorato temi come il tempo, lo spazio e l’identità. Le sue Mappe, create dal 1971, sono planisferi ricamati in cui ogni paese è rappresentato con i colori della sua bandiera. Realizzate da ricamatrici afghane, queste opere riflettono sulla geopolitica, sulla natura mutevole dei confini e sul concetto di autorialità, combinando artigianato, arte concettuale e riflessione politica. Una di esse è conservata al Museo d’arte contemporanea del Castello di Rivoli.

Jannis Kounellis e l’uso degli animali

Jannis Kounellis (1936-2017) è noto per l’impiego di materiali inusuali nelle sue installazioni, inclusi elementi organici e animali vivi. Ne è un esempio l’opera “Senza titolo (12 cavalli)” (1969), in cui espose dodici cavalli vivi nella galleria L’Attico di Roma, trasformando lo spazio espositivo in una stalla temporanea e portando la vita reale, con i suoi odori e suoni, direttamente all’interno dell’arte. Approfondisci la vita e le opere dell’artista.

Giulio Paolini e la riflessione sull’arte

Giulio Paolini (nato nel 1940) si concentra sull’analisi dei fondamenti dell’arte e del processo creativo. Le sue opere spesso includono elementi come: tele vuote, cornici, gessi e strumenti di misurazione, invitando lo spettatore a riflettere sulla natura dell’opera d’arte e sul ruolo dell’artista.

L’eredità dell’arte povera nell’arte contemporanea

L’Arte Povera ha avuto un impatto duraturo sull’arte contemporanea, influenzando generazioni di artisti in Italia e all’estero, come documentato da importanti collezioni come quella del Guggenheim. La sua enfasi sui materiali, sul processo creativo, sulla critica sociale e sul coinvolgimento dello spettatore continua a essere rilevante nel panorama artistico attuale. L’eredità di questo movimento è visibile in molte forme di arte contemporanea, tra cui: l’installazione, la performance art, la land art e l’arte concettuale.

Fonte immagine: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 10/09/2025

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