L’arte concettuale: concetti e idee come forma espressiva

arte concettuale

Dopo il successo e l’immediato esaurimento delle avanguardie storiche negli anni ’20 e gli anni ’30, come il Dadaismo, la situazione artistica nel mondo cambiò decisamente: dalle ceneri di questi movimenti che ruppero con la tradizione accademica dell’arte, nacquero quei movimenti chiamati come Neoavanguardie. Le Neoavanguardie, come può suggerire il nome, sono dei movimenti d’avanguardia di “nuova generazione”, nate tra gli anni ’60 e ’70, che rompono i legami con i precedenti movimenti artistici, ovvero la Pop Art e l’Espressionismo Astratto. Uno di questi movimenti di neoavanguardia è l’Arte concettuale.

L’arte concettuale, chiamata anche Conceptualism dall’inglese, è un movimento di neoavanguardia nato negli anni ’60 a New York, in America; è una corrente artistica che non si concentra su soggetti fisici e iconici, come si è trattato nei movimenti precedenti, ma si focalizza sull’idea dell’opera. È un concetto che si può far fatica a comprendere e assimilare, ma bisogna fare qualche chiarimento: l’arte concettuale, come tutti i movimenti di neoavanguardia, come il minimalismo, vuole criticare la rappresentazione della società consumista e i loro prodotti presentati come opere d’arte, come la Pop Art; quindi eliminano a prescindere gli oggetti fisici, lasciando le loro idee.

La corrente dell’arte concettuale è anche un termine ombrello per altre “sotto categorie” che fanno parte di questo movimento, i quali si differenziano per alcune metodologie espressive che si rivedono nelle rispettive opere. Come si è spiegato poc’anzi, il concetto base dell’arte concettuale consiste nella messa in evidenza dell’idea di un’opera d’arte e non il suo processo creativo; ma un metodo espressivo di questa corrente consiste anche nell’espansione nello spazio, andando a toccare anche l’ambiente circostante, come accade nella Land Art; un altro metodo espressivo consiste nel non utilizzare nessun oggetto se non il corpo stesso dell’artista, un esempio lampante è la Body Art; e infine, un caso autoctono dell’arte italiana, le opere possono essere create con materiali considerati impuri e rozzi nel mondo dell’arte, base su cui si fonda l’Arte Povera.

Nonostante i vari modi di esprimersi e di espandersi, la corrente dell’arte concettuale vede come fonte di origine e di principale riferimento l’artista Joseph Kosuth, il quale utilizza escamotage visivi, come le scritte al neon, e giochi di parole linguistici, come nell’opera One and Three Chairs. In quest’ultima opera in particolare, l’autore ci mostra tre figure: una sedia di legno; la foto di una sedia di legno appesa al muro; e la definizione della parola “sedia” stampata su un foglio e appesa anch’essa alla parete. Quello che fa l’artista in questa esposizione è quello di mostrare una e tre sedie nello stesso momento, in cui riflette l’idea dell’oggetto reale, per immagine e in un modo completamente astratto. È una tecnica molto avanguardistica, una tecnica che gioca sulla parola e sulla sua rappresentazione fisica e mentale.

Un altro nome altrettanto famoso e legato all’arte concettuale è quello di Bruce Nauman, artista che utilizza le scritte al neon, come Kosuth, ma si diletta anche nella creazione dei corridors: letteralmente dei corridoi in cui lo spettatore percorre in prima persona, sperimentando sensazioni diverse in base alle loro forme. Nel suo Green light corridor, lo spettatore attraversa un corridoio strettissimo, dalle pareti verdi e illuminato dall’alto, venendo colto da una sensazione di ansia, claustrofobia e disorientamento.

 

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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