Quando pensiamo a figure storiche violente, di solito balzano alla mente dittatori o tiranni. Tuttavia, la storia ha spesso trascurato personaggi che, pur ricoprendo ruoli secondari, si sono macchiati di crimini altrettanto crudeli, disperdendo sofferenza e morte intorno a loro. Ecco 3 figure storiche note per aver seminato morte e distruzione.
1. Nikolaj Ivanovič Ežov: il nano sanguinario
Nikolaj Ivanovič Ežov
Nikolaj Ivanovič Ežov, nato a San Pietroburgo il 1º maggio del 1895, è ricordato come una delle figure più spietate della storia, tanto da meritarsi l’appellativo di “nano sanguinario“. Politico e militare sovietico, ricoprì la carica di capo dell’NKVD (il Commissariato del popolo per gli affari interni) dal 1936 fino al 1938. Era molto fedele all’ideologia di Stalin e, proprio per questo, Ežov fu messo a capo delle Grandi purghe, una repressione voluta dal dittatore con il fine di eliminare possibili cospiratori dal partito comunista. Tuttavia, come spesso accade, questa repressione non si limitò a punire e giustiziare coloro i quali venivano considerati sospettati e oppositori, ma arrivò a colpire anche umili cittadini non iscritti al partito, considerati però ostili al regime. Durante gli anni in cui operò come capo dell’NKVD, Ežov esternò tutta la sua brutalità, arrivando a processare e giustiziare più di 680.000 imputati (la maggior parte delle volte innocenti), costretti a confessare colpe e reati mai commessi tramite pressioni psicologiche e torture corporali. Questo periodo, caratterizzato da arresti, deportazioni ed esecuzioni, fu una delle tante parentesi buie della storia russa, e la fase delle Grandi purghe viene storicamente ricordata come “Ežovščina“, ovvero “l’era di Ežov“.
2. Ljudmila Pavličenko: Lady Death, l’incubo dei soldati tedeschi
Ljudmila Pavličenko
Questa donna non fu semplicemente una soldatessa, ma una vera e propria leggenda. Nata in Ucraina nel 1916, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando la Germania nazista invase l’URSS nel 1941, Ljudmila decise di arruolarsi nell’Armata Rossa, diventando rapidamente una delle cecchine più letali che la storia abbia mai conosciuto. La sua carriera iniziò a Odessa, dove seminò il panico tra i nazisti: in pochissime settimane eliminò più di 187 soldati tedeschi. Raggiunse il punto più alto della sua carriera a Sebastopoli, dove uccise altri 122 uomini, riuscendo a sconfiggere i migliori cecchini tedeschi. Venne minacciata più volte dai nazisti, ma non si fece mai intimorire. La donna era diventata l’incubo dei soldati tedeschi, i quali la temevano così tanto da soprannominarla Lady Death. Forte e determinata, ottenne un totale di 309 uccisioni confermate, diventando così la cecchina più temuta e letale di sempre. La sua carriera da cecchino si interruppe quando venne ferita sul campo di battaglia. Non potendo più combattere, fu arruolata come propagandista sovietica negli USA, guadagnando riconoscimenti internazionali e diventando un’eroina dell’Unione Sovietica.
3. Simo Häyhä: la morte bianca
Simo Häyhä
Come ultimo personaggio, non poteva mancare Simo Häyhä, noto come “la morte bianca“. Nacque il 17 dicembre 1905 a Rautjärvi, un paese della Finlandia vicino al confine russo. Di umili origini, era il settimo figlio di una famiglia di agricoltori. Nel 1939, l’Unione Sovietica invase la Finlandia, azione che diede il via al conflitto noto come “Guerra d’inverno“. Rispetto ai sovietici, i finlandesi erano in notevole minoranza numerica, tuttavia conoscevano molto bene il territorio e avevano un asso nella manica che si sarebbe rivelato fatale per i russi: Simo Häyhä. L’uomo prese parte al conflitto operando come cecchino, e le imprese leggendarie che compì gli valsero il soprannome di “Morte bianca”. Venne chiamato così per l’elevatissimo numero di uccisioni che portò a termine: secondo i dati ufficiali, fu responsabile dell’uccisione di 542 soldati nemici, ma calcolando anche quelle non confermate, il numero salirebbe a circa 800. Grazie alla sua strategia d’attacco e al numero così elevato di uccisioni, Simo Häyhä è riconosciuto e ricordato come il cecchino più letale di tutti i tempi.
Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons (autore: Jack Delano)