Poesie di Dante, le 5 più belle

poesie di Dante

Le Poesie di Dante Alighieri sono tante e una più bella dell’altra; elencarle tutte sarebbe impossibile, ma sicuramente tra le più belle possiamo ricordarne alcune molto suggestive che rappresentano i capisaldi della letteratura italiana.

Poesie di Dante Alighieri, le 5 più belle ed emozionanti

Tra le opere più conosciute ed apprezzate del Sommo Poeta, non si può non menzionare Amore e ‘l cor gentil sono una cosa. Si tratta di un sonetto appartenente alla Vita Nova, che nasce in risposta alla richiesta di un amico del Sommo poeta (probabilmente Cavalcanti, anche se non vi sono conferme su questa cosa) di avere spiegazioni circa la natura dell’amore.
Il sonetto è menzionato indirettamente da Francesca nel celebre episodio del quinto canto dell’Inferno. Dante Alighieri spiega che l’amore non appartiene a tutte le persone gentili e che appunto, la gentilezza non è sinonimo d’amore.
L’amore e il cuore gentile sono una sola cosa così come il Sommo poeta afferma in una sua poesia e così l’uno può stare senza l’altro come l’anima razionale può esistere senza la ragione.

Naturalmente l’amore decantato da Dante Alighieri non è quello che s’intende oggi; esso si rifà ad un sentimento raffinatissimo previsto dal galateo amoroso che è il Dolce Stil Novo, che prevedeva precise scelte non solo ideologiche, ma anche spirituali, pure e talvolta anche malinconiche.

Tanto gentile e tanto onesta pare è un altra celebre poesia di Dante Alighieri, contenuto nel capitolo XXVI della Vita Nova; essa è dedicato a Beatrice e rispetta pienamente i canoni dello Stilnovo, infatti il sonetto rappresenta un esempio dello stile della “loda”. Quattordici versi ancora oggi studiati tra i banchi di scuola da tantissimi studenti.
Questo sonetto celebra, in una atmosfera estatica, i caratteri angelici della giovane donna amata da Dante, esaltando le sue virtù morali e di comportamento: la nobiltà d’animo, il decoro, la modestia. Il Sommo poeta descrive il carattere spirituale della donna che suscita dei sentimenti puri, come solo gli esseri angelici sono capaci di fare. A tal proposito, Dante Alighieri si rifà alla figura della donna – angelo, intesa come tramite tra l’uomo e Dio. Una figura elevata, dunque, al di sopra di tutto e tutti, che genera sentimenti d’amore. Ciò che colpisce è lo stile di Tanto gentile e tanto onesta pare che richiama termini il cui significato oggi è molto diverso da quello inteso dal Sommo poeta.
In particolare l’aggettivo gentile è un termine provenzale che indica le virtù di una donna, capace di “elevare” gli uomini. Similitudini, iperbole, sineddoche inseriscono il celebre sonetto nella tradizione propria della poetica cavalcantiana.
Per quanto riguarda Beatrice, la donna rappresenta la prima musa della poesia volgare italiana. Ella è inviata sulla terra con un compito preciso, di tipo religioso. Ricordiamo che i primi componimenti poetici di Dante Alighieri s’ispirano alla Scuola siciliana e a Guidone d’Arezzo. Nella Vita Nova, la canzone Donne ch’avete intelletto d’amore segna il passaggio dalla visione dell’amore come fonte di angoscia alle “nove rime”, con la lode della donna amata (poetica della lode), talmente perfetta e decorosa che l’uomo non riesce a descriverla.

Le poesie di Dante Alighieri, con un inesauribile sperimentalismo, con i differenti contenuti, la lingua e anche il metro, donano uno stile inconfondibile, che ha fatto e continua a fare storia.
Così come in De gli occhi de la mia donna si move, un altro sonetto contenuto ne La Vita Nova, che contiene tutte le caratteristiche del Dolce Stil Novo.

Tra amore e spiritualità

Ricordiamo che Dante Alighieri, insieme con Guido Cavalcanti e Lapo Gianni, sono considerati i maggiori rappresentanti dello stilnovo.
Nel sonetto citato, il riferimento agli esponenti del Dolce Stil Novo è palese: nella prima quartina risalta, il motivo della luce tipico della poesia di Cavalcanti e Guinizzelli, per descrivere la bellezza e la purezza della donna amata. L’amore di Dante Alighieri nei confronti di Beatrice è talmente forte che spaventa il Poeta; il Sommo Poeta quindi chiede ad Amore di intervenire per rendere più “sopportabile” il più intollerabile dei tormenti.

Dolore e tensione emotiva che Dante Alighieri tratta in diverse opere, alcune famosissime, altre studiate da quella che potrebbe essere considerata una “élite”. Tra questi dei sonetti contenuti nelle Rime. 

Deh, Violetta, che in ombra d’Amore è una ballata probabilmente poco conosciuto che però merita una menzione per così dire “speciale”, sia per la bellezza che evoca, sia per i temi trattati. In questa poesia, tratta dalle Rime, la figura di Violetta, che molti potrebbero chiedersi chi fosse, si oppone a Beatrice. Rappresenta la cosiddetta donna-schermo, ossia una donna sulla quale Dante Alighieri proietta i propri sentimenti, per non proiettarli direttamente sulla donna amata, ossia Beatrice. L’identità di Violetta non si conosce e probabilmente poco importa, ma grazie a tale donna, il Sommo Poeta riesce a parlare di amore terreno, poco spirituale; è come se si svolgesse una sorta di “passo in avanti”, verso un sentimento quasi tangibile, slegato dalla tradizionale figura della donna – angelo intesa come legame tra l’Uomo e Dio. Nonostante ciò, il testo segue comunque il cosiddetto stile “cavalcantiano”. Un sonetto molto antico che però tratta un tema universale in modo sempre attuale, nel quale tutti potrebbero rispecchiarsi ancora oggi.

Tra i temi principali che ricorrono nelle poesie di Dante Alighieri sicuramente vi sono l’attenzione e la lode della donna angelo, ma anche un’accurata analisi dell’amore inteso anche dal punto di vista prettamente spirituale e non solo come sentimento, gli effetti fisici e psicologici dell’amore, che riprende e perfeziona i cuori degli uomini.

Un dì si venne a me Malinconia è un altro famoso e suggestivo sonetto di Dante Alighieri. All’interno dell’opera il Sommo Poeta esprime una visione che lo spaventa tantissimo, scritta in modo tale da sembrare realmente accaduta. L’amore, così bello per il Poeta, è qualcosa di molto forte, ma al tempo stesso egli ne ha paura, o meglio, ha paura che si possa spegnere.
La malinconia, ma anche la paura che Dante Alighieri prova, è espressa in modo molto semplice, riscontrabile dai più esperti, dalla sintassi paratattica, che crea un’atmosfera accessibile e comprensibile a tutti. All’interno del sonetto l’attenzione va alla malinconia, o meglio al rapporto che intercorre tra tale sentimento e l’amore; secondo la concezione del tempo, si pensava che essi fossero legati, in particolare quando l’amore assumeva tratti violenti e irrazionali.

Il Sommo Poeta ha scritto numerose liriche, soprattutto a partire dal 1283: gli argomenti trattati nelle poesie di Dante sono di vario genere, ma emerge sin da subito una figura femminile, probabilmente Beatrice.
Dopo aver concluso la Vita Nova, si dedicò alla stesura di molte poesie, tra le quali quelle annoverate, che non perdono mai la propria bellezza, regalando ad ogni lettura un’emozione nuova.

Fonte immagine: Wikipedia.

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