Rainer Maria Rilke, all’anagrafe René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, è stato un importante poeta, scrittore e drammaturgo di origine boema. Le poesie di Rainer Maria Rilke sono il frutto di anni di pellegrinaggi, viaggi, scoperte, crisi e perdite d’animo, ma che hanno portato, insieme ad un intensissimo carteggio epistolare, a una raccolta vasta e varia di poesie di altissimo livello. Rilke adotta nel suo stile di scrittura i suoi sentimenti più profondi, le sue preoccupazioni più intrinseche ed i suoi (s)oggetti preferiti.
Ecco 3 poesie di Rainer Maria Rilke da leggere
1. Lied vom Meer
Componimento scritto a Capri, Piccola marina, nel 1907, la poesia intitolata Canto del mare fa parte della raccolta Der Neuen Gedichte anderer Teil. Affascinato dal paesaggio scosceso dell’isola campana, Rilke si lascia guidare dal vento primordiale che soffia sull’isola e sul mare. Resistere al suo richiamo è impossibile, ma allo stesso tempo è impossibile possa arrivare nella sua completezza: nessuno può averlo.
«Soffio antichissimo del mare,
vento del mare a notte:
a nessuno tu vieni»
2. Siebente Elegie
Le Elegie Duinesi sono una raccolta di 10 componimenti elegiaci composti nella città e nel castello di Duino tra il 1912 e il 1922, a cui appartiene questa opera. Oltre alla differenza nello stile e nel tono delle elegie, molto più mesto e nostalgico, Rainer Maria Rilke riprende, per l’occasione, l’antica metrica greca per la struttura e la produzione dei componimenti. La Settima Elegia è tra le più celebri e ricordate del poeta: i temi, i quali sono persistenti e presenti anche nelle altre elegie, rappresentano sempre le macro-aree di pensiero, i simboli e le immagini che accompagnano Rilke nei suoi infiniti viaggi, e nel suo unico “finito” viaggio della vita, il ciclo delle Elegie Duinesi. La figura dell’Angelo, la fontana, i bambini, le amanti, i giovani morti: la quintessenza del sentire umano.
«[…] In nessun altro posto, amata, ci sarà mondo, se non in noi.
Tra mutamenti procede questa nostra vita. E svanisce
l’esterno nell’irrilevante.»
3. Gong
La raccolta di poesie che segue le Duineser Elegien, si presenta come un proseguo drastico, ma già iniziato dal poeta nelle ultime elegie. Le poesie (in lingua originale Die Gedichte), una raccolta del 1922\1926, racchiude la fase poetica finale di Rainer Maria Rilke, nel suo chiudersi alla musica e agli oggetti tanto aspirati in gioventù. Arriva per il poeta un silenzio assordante, un gong protratto nel tempo, un vuoto incolmabile e per questo felice; la consapevolezza della caducità e debolezza umana di fronte al rumore ingombrante dell’esistenza.
«[…]La caduta del Viandante sulla strada,
la nostra, a tutto, il tradimento… Gong!»
Le poesie di Rainer Marie Rilke, in conclusione
Con una poetica prima definita del “Dinggedichte” (poetica dell’oggetto), poi elegiaca grazie alle sue celebri Elegie Duinesi, il poeta boemo arriva ad una concezione lirica del vuoto, del silenzio come musica, della completa smaterializzazione. Le poesie precedenti sono alcune fra i suoi infiniti componimenti che ricordano i suoi più grandi periodi lirici, sottolineando l’imponente ruolo letterario-umano che Rainer Maria Rilke ha giocato, e gioca tutt’ora, nella letteratura tedesca ed europea.
Fonte immagine: Wikimedia (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rilke_im_Studio_al_Ponte_im_Garten_der_Villa_Strohl-Fern_in_Rom_1904.jpg)