Pupazzi della TV: i 4 più famosi

Pupazzi della TV: conosciamo i 4 più famosi

Che fossero co-conduttori, protagonisti assoluti o semplici spalle comiche, i pupazzi della TV hanno allietato generazioni di spettatori con la loro simpatia, e la loro presenza ha fatto sì che alcune trasmissioni rimanessero incastonate nella nostra memoria anche dopo anni: come non ricordarsi di Bim Bum Bam o de L’Albero Azzurro?

Scopriamo quali sono i 4 pupazzi della TV più famosi!

1. Gabibbo

Nella nostra lista dei pupazzi della TV più noti non poteva assolutamente mancare lui, il Gabibbo, con il suo vocione inconfondibile dall’accento genovese e la sua vena ironica, che dopo più di trent’anni dalla sua prima apparizione resta uno dei più iconici in assoluto.

Il “vendicatore rosso”, infatti, fa la sua comparsa nel 1990, prima come semplice “inviato” del programma satirico Striscia la Notizia, ideato da Antonio Ricci, e poi diventandone il simbolo e la peculiarità, tanto da spingere Ricci a ideare altri programmi in cui inserire la presenza goliardica del pupazzo, con i suoi tormentoni in dialetto ligure come “belandi, bella gente” o “besughi“.

Il Gabibbo è un vero e proprio showman a tutto tondo: conduce, intrattiene, e interpreta persino le sigle dei programmi in cui è presente. Per citarne solo una, Fritto misto (Splash), sigla finale di Paperissima Sprint, di cui il Gabibbo è il conduttore fisso.

Negli anni, il Gabibbo è diventato talmente tanto amato da grandi e piccini che è stato creato un vero e proprio merchandising dedicato alla sua figura. Oltre a gadget come peluches o sorpresine dell’Ovetto Kinder Sorpresa, negli anni Novanta è nata addirittura una linea di prodotti per la scuola che lo raffigura, in collaborazione con la Seven, chiamata “Gabibbo Family”

2. Dodò

Chi è stato bambino tra gli anni Novanta e i Duemila, ma anche chi ha figli o fratelli in età prescolare, conoscerà sicuramente il buffo uccellino a pois di nome Dodò, che vive in una cavità dell’Albero Azzurro ed è il protagonista dell’omonima trasmissione dedicata al pubblico infantile, in onda a partire dal 1990 sulla Rai.

Nei vari cicli della trasmissione, attorno a Dodò ruotano una serie di personaggi fiabeschi e colorati, che con le loro avventure insegnano ai bambini valori come l’amicizia e l’amore per la natura.

Per la sua natura infantile e il suo lato tenero e divertente, Dodò è stato subito apprezzato dai più piccini, che si rivedevano in lui, ma anche dai genitori, che vedevano nel programma un modo diverso ma efficace di educare i propri bambini.

Diversamente da altri pupazzi della TV, Dodò non ha mai prodotto un vero e proprio merchandising dedicato alla sua figura, se escludiamo l’album delle figurine dedicato a L’Albero Azzurro, ma in compenso il suo aspetto così particolare e stralunato ha prodotto diversi meme con l’avvento di Internet.

3. Uan

Tra i pupazzi della TV più famosi, poi, non poteva mancare Uan, il cagnolino rosa che ha accompagnato l’infanzia di decine di persone dagli anni Ottanta al 2000.

Uan è stato il co-conduttore della trasmissione Bim Bum Bam, rivolta a un pubblico giovanissimo e trasmessa su Italia Uno, che ha lanciato, tra gli altri, anche un fortunatissimo Paolo Bonolis. Anche Uan, come il Gabibbo, ha interpretato le numerose sigle del programma televisivo, producendo diversi CD.

Nella trasmissione, Uan si comportava proprio come un bambino, discolo, svogliato e sempre pronto a tralasciare i compiti per organizzare una delle sue marachelle ai danni di Paolo (Bonolis, o come lo chiamava lui, Pìolo) o della conduttrice-comprimaria di turno, che rappresentavano in un certo senso le figure genitoriali.

Tra i pupazzi-mascotte delle reti Fininvest/Mediaset (gli altri erano Four, mascotte di Rete 4, dalle sembianze di un orsetto, Five, per Canale 5, che aveva l’aspetto di un draghetto arancione, e Ambrogio, “compagno” di Uan a Bim Bum Bam, simile ad un leone) Uan è sicuramente stato il più longevo e il più ricordato, e sono stati prodotti numerosi gadget con la sua figura, tra cui peluche e cartelle scolastiche.

4. Topo Gigio

Per concludere la nostra lista non potevamo che scegliere il pupazzo da cui tutto è iniziato, il “padre putativo” dei pupazzi della TV: Topo Gigio.

Nato per fare una fugace apparizione nel programma Serata di Gala nel 1959, dov’era doppiato da Domenico Modugno, il topolino dalle grandi orecchie tondeggianti ha conquistato il pubblico con il suo candore e la sua tenerezza, oltre che con i suoi tormentoni, uno tra tutti «Strapazzami di coccole!», e questo ha portato la Rai a includerlo in tantissime altre trasmissioni.

Tra le apparizioni più note nella TV nazionale ricordiamo: il carosello dei Pavesini, dal 1961; la conduzione di Canzonissima al fianco di Raffaella Carrà, nel 1974; la presenza come “ospite fisso” nella rassegna canora dedicata ai più piccoli Lo Zecchino d’Oro, in qualità di spalla comica del presentatore, il Mago Zurlì (interpretato dall’attore Cino Tortorella).

Ma il successo di Topo Gigio non si è fermato solo all’Italia: infatti, oltre a comparire come ospite in tante trasmissioni estere come l’Ed Sullivan Show negli Stati Uniti, il topino è diventato soggetto di un anime giapponese, trasmesso in Italia a partire dagli anni Novanta con il titolo di Bentornato Topo Gigio, e una squadra di calcio dell’Uruguay lo ha persino adottato come mascotte fino allo scioglimento. Inoltre, sin dagli anni Sessanta sono stati prodotti fumetti e giocattoli ad esso dedicati, le cui vendite con il tempo sono solo aumentate.

Durante gli anni Topo Gigio ha attraversato diversi cambi di design, che lo hanno reso più tenero e accattivante per i più piccini, e di doppiatori, ma il suo tono squillante e i suoi grandi occhi pieni di curiosità continuano a rimanere impressi nella memoria di generazioni di italiani e non solo.

Topo Gigio, infatti, a suo tempo è stato un fenomeno sensazionale, e la sua presenza in una TV rivolta principalmente al pubblico adulto ha aperto la strada a tutti quelli che gli sono succeduti, da Provolino a Rockefeller, da Floradora ad Ambrogio, Uan, Dodò e tutti gli altri.

Fonte per l’immagine in evidenza: Wikipedia

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