Guelfi e Ghibellini: storia e differenze tra le due fazioni

Qual è la differenza tra Guelfi e Ghibellini?

Durante il Medioevo, e in particolare tra il XII e il XIV secolo, l’Italia fu teatro di accesi scontri politici che videro contrapposte due importanti fazioni: i Guelfi e i Ghibellini. Questi termini, che probabilmente tutti abbiamo studiato a scuola, rappresentavano due schieramenti opposti nella complessa lotta tra il Papato e il Sacro Romano Impero per il predominio politico in Europa. La popolazione di Firenze, in particolare, è sempre stata caratterizzata da lotte economiche tra ceti sociali diversi con interessi completamente contrapposti, il cui unico obiettivo era quello di ottenere più potere. Tant’è vero che lo stesso Dante Alighieri, nel VI canto dell’Inferno, definiva Firenze una città partita, ossia divisa. Le continue dispute e il desiderio di supremazia di queste due fazioni caratterizzarono profondamente la vita politica e sociale delle città italiane, lasciando un segno indelebile nella storia del nostro Paese. Ma qual è l’origine di questi termini? E quali erano le reali differenze tra Guelfi e Ghibellini? Scopriamolo insieme in questo articolo, che ripercorre le tappe fondamentali di questa storica rivalità, analizzando il contesto storico, le ideologie e le alleanze che caratterizzarono le due fazioni.

Guelfi e Ghibellini: le origini del conflitto in Germania

Per comprendere a fondo la differenza tra Guelfi e Ghibellini, bisogna fare un passo indietro e risalire alle origini di queste fazioni. Origini che vanno rintracciate in Germania, nella prima metà del XII secolo. I nomi derivano infatti da due casate tedesche che si contendevano la corona imperiale.

Welfen e Waiblingen: le casate tedesche all’origine dei Guelfi e Ghibellini

Il termine “Guelfo” deriva da Welfen, nome della casata di Baviera e di Sassonia, mentre “Ghibellino” deriva da Waiblingen, nome di un castello della casata di Svevia. Durante la battaglia di Weinsberg del 1140, questi due nomi furono usati come grida di battaglia dagli eserciti schierati a sostegno delle due diverse fazioni.

La lotta per la successione imperiale: contesto storico della nascita di Guelfi e Ghibellini

Dopo la morte dell’Imperatore Enrico V, avvenuta nel 1125, in Germania si scatenarono violente lotte per la successione al trono. I Welfen sostenevano la casata di Baviera e di Sassonia, mentre i Waiblingen appoggiavano la casata di Svevia. In un primo momento, queste denominazioni avevano un significato prettamente legato alla contesa dinastica in Germania. Solo successivamente assunsero una connotazione politica più ampia, in particolar modo con il coinvolgimento del contesto italiano. In Germania, lo scontro tra queste due fazioni si risolse con l’elezione di Federico I Barbarossa, imparentato con entrambe le famiglie.

L’arrivo in Italia: Guelfi e Ghibellini nelle città comunali

Se in Germania la questione si risolse con l’ascesa di Federico I Barbarossa, in Italia lo scenario era ben più complesso. L’Italia del XII secolo era caratterizzata dalla presenza dei comuni medievali, città-stato che godevano di una certa autonomia e che mal tolleravano le ingerenze imperiali.

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Guelfi e Ghibellini a Firenze: la lotta tra famiglie

La prima volta in cui questi appellativi vennero usati in Italia fu nella Repubblica di Firenze, dove le lotte intestine tra alcune importanti famiglie nobiliari si intrecciarono con la contesa tra Papato e Impero. Si crearono così due schieramenti: i Guelfi, che a Firenze comprendevano le famiglie Buondelmonti, Donati e Pazzi, e i Ghibellini, che comprendevano famiglie come gli Amidei, i Lamberti e gli Uberti. All’interno del Comune di Firenze, le tensioni tra queste famiglie portarono in seguito alla divisione dei Guelfi in Guelfi bianchi e Guelfi neri, con ulteriori complicazioni per la vita politica cittadina.

Federico II di Svevia e la contesa tra impero e comuni: lo scenario italiano

Nonostante l’emanazione della pace di Costanza da parte di Federico I Barbarossa, che riconosceva alcune autonomie ai comuni, suo nipote Federico II di Svevia riprese la lotta per rivendicare l’autorità imperiale sui comuni d’Italia. Questo riaccese lo scontro tra i sostenitori dell’Impero, i Ghibellini, e i sostenitori del Papato, che vedevano nell’autonomia comunale un alleato contro il potere imperiale, i Guelfi. Si riproponeva in questo modo la questione della lotta per le investiture tra il potere temporale dell’imperatore e il potere spirituale del Papa.

Qual è la differenza tra Guelfi e Ghibellini? Ideologie e alleanze

La differenza fondamentale tra queste due fazioni sta proprio nell’approccio che queste avevano con le autorità che sostenevano e nelle diverse ideologie politiche, seppur in modo non sempre coerente e lineare.

I Guelfi: il sostegno al papato e l’alleanza con i comuni

Inizialmente i Guelfi italiani, divisi poi tra bianchi e neri, non si schierarono immediatamente a favore del Papa. La svolta avvenne quando Papa Alessandro III, a capo della Lega Lombarda, decise di appoggiare apertamente i comuni che avevano conquistato l’indipendenza, con l’obiettivo di contrastare il potere imperiale. In questo modo, gli interessi del Papato e quelli dei comuni si sovrapposero, e i Guelfi divennero i principali sostenitori del potere papale. Tra i principali comuni guelfi troviamo Milano, Mantova, Padova, Bologna, Perugia, Firenze e Lucca. Il Guelfismo, quindi, si configurava come una forza politica che difendeva le autonomie cittadine e l’autorità del Papa contro le pretese universalistiche dell’Impero.

I Ghibellini: il sostegno all’impero e gli interessi dei signori feudali

A differenza dei Guelfi, i Ghibellini si schierarono da subito a favore dell’Impero. Tra i sostenitori del Ghibellinismo troviamo molti signori feudali, infastiditi dal crescente potere economico e politico dei vicini comuni e preoccupati dall’influenza sempre maggiore del Papa. Lo schieramento dei Ghibellini a favore dell’Impero era, in molti casi, più formale che sostanziale. Spesso, infatti, l’obiettivo principale dei Ghibellini era quello di consolidare o aumentare il proprio potere locale, sfruttando l’appoggio imperiale per contrastare i comuni rivali o le famiglie avversarie all’interno delle stesse città. Tra le città ghibelline più importanti troviamo Pavia, Cremona, Parma, Jesi, Pisa, Arezzo e Siena.

Immagine in evidenza: Wikipedia

 

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