Nella lingua italiana, le parole sono composte da diverse parti, ognuna con una sua funzione specifica. Questi “mattoni” fondamentali sono chiamati tecnicamente morfemi. Tra questi, radici e desinenze giocano un ruolo fondamentale per comprendere il significato e le caratteristiche grammaticali di un termine. Capire come individuare la radice e la desinenza di una parola è essenziale per analizzarne la struttura, l’origine e le possibili variazioni. Il nome è tra i componenti più importanti della frase, quello che ci permette di comprendere di cosa si parla, intorno a quale argomento volge la discussione, facendo riferimento a qualcosa di concreto nella realtà. Quest’ultimo, insieme ai verbi che si riferiscono invece alle azioni che il soggetto compie, e a tutte le categorie variabili del discorso, sono scomponibili nella lingua italiana in due parti: radici e desinenze.
Indice dei contenuti
- Radice: il significato fondamentale della parola
- Desinenza: l’elemento variabile che fornisce informazioni grammaticali
- Come identificare radice e desinenza: un metodo pratico
- Prefissi e suffissi: gli altri elementi della parola
- Radici e desinenze: come cambiano le parole
- Parole variabili e invariabili: la funzione della desinenza
- Radici e desinenze nei verbi: tempo, modo e persona
- Radici e desinenze in nomi, aggettivi, articoli e pronomi: genere e numero
- Perché è importante conoscere radici e desinenze?
- Conclusione: alla scoperta della struttura delle parole
Radice: il significato fondamentale della parola
La radice è quindi quella parte invariabile della parola che contiene il significato fondamentale di quest’ultima e che ci permette di comprenderne la derivazione etimologica (esattamente allo stesso modo in cui le radici sono le parti fondanti di un albero). Nella parola casa, per esempio, la radice sarà cas-, dalla quale abbiamo svariate possibilità di composizione, in base alla desinenza aggiunta. La radice, dunque, è l’elemento che ci permette di riconoscere l’appartenenza di due o più parole alla stessa famiglia etimologica, pur essendo parti del discorso differenti. Ad esempio, dalla radice libr- derivano parole come: libr-o, libr-aio, libr-eria.
Desinenza: l’elemento variabile che fornisce informazioni grammaticali
La desinenza, nel caso di variabilità della parola, sarà dunque l’elemento che ci fornirà le informazioni riguardanti il numero (singolare o plurale) nonché il genere (maschile o femminile) e dunque in questo modo ci permetterà di comprendere l’esatto referente della parola (la desinenza quindi rappresenterà i rami e le foglie di un albero, soggetti al mutamento). Aggiungendo quindi alla radice cas- la desinenza -a sapremo che ci stiamo riferendo a un termine singolare femminile.
Come identificare radice e desinenza: un metodo pratico
Per trovare la radice e la desinenza di una parola in modo semplice, si può seguire un metodo pratico: confrontare la parola con altre della stessa famiglia. La parte che rimane sempre uguale è la radice; la parte che cambia è la desinenza. Vediamo l’esempio con “gatto”:
- gatt-o
- gatt-a
- gatt-i
- gatt-ini
Come si può notare, la parte gatt- non cambia mai: questa è la radice. Le parti -o, -a, -i, -ini cambiano, fornendo informazioni grammaticali: queste sono le desinenze (o, nel caso di -ini, un suffisso seguito da desinenza).
Prefissi e suffissi: gli altri elementi della parola
Oltre a radice e desinenza, una parola può contenere altri morfemi che ne modificano il significato. I prefissi si aggiungono prima della radice (es. in-utile, s-fortunato), mentre i suffissi si inseriscono tra la radice e la desinenza (es. giornal-ai-o, fior-ist-a). La conoscenza di questi elementi arricchisce ulteriormente la capacità di analisi grammaticale.
Radici e desinenze: come cambiano le parole
Le parole si possono dividere in variabili e invariabili a seconda che la loro desinenza cambi o meno.
Parole variabili e invariabili: la funzione della desinenza
Le parole saranno dunque variabili se, col mutare della desinenza, cambiano il genere e il numero dei referenti, o invariabili nel caso in cui la desinenza non cambi, e dunque la parola rimarrà la stessa col variare del numero. La parola città, per esempio, è invariabile, quindi la sua desinenza non varierà col cambiare del numero delle città alle quali facciamo riferimento. Per distinguere “la città” da “le città” è necessario l’articolo. Altri esempi di parole invariabili sono: la radio, il boa, il re, la gru, il brindisi.
Radici e desinenze nei verbi: tempo, modo e persona
Anche i verbi sono costituiti da una radice e da una desinenza. La radice esprime il significato del verbo, mentre la desinenza fornisce informazioni precise sulla persona, il numero, il modo e il tempo. Così, prendendo la radice del verbo cantare, ovvero cant- a seconda della desinenza -o, -i, -a potremmo comprendere se ci stiamo riferendo alla prima persona singolare del presente indicativo (io canto), alla seconda persona singolare del presente indicativo (tu canti) o alla terza persona singolare del presente indicativo (lui/lei canta) e così via.
Radici e desinenze in nomi, aggettivi, articoli e pronomi: genere e numero
Nei nomi, negli aggettivi, negli articoli e nei pronomi le desinenze maggiormente usate sono: -a per il singolare femminile (es. cas-a, bell-a, quell-a), -o per il singolare maschile (es. libr-o, bell-o, quest-o), -e per il plurale femminile (es. cas-e, bell-e, quell-e), -i per il plurale maschile (es. libr-i, bell-i, quest-i).
Parte del discorso | Informazioni fornite dalla desinenza |
---|---|
Nomi, aggettivi, pronomi, articoli | Genere (maschile/femminile) e numero (singolare/plurale) |
Verbi | Modo, tempo, persona e numero del soggetto |
Perché è importante conoscere radici e desinenze?
Conoscere la struttura delle parole, e in particolare la distinzione tra radice e desinenza, è fondamentale per diversi motivi:
- Migliorare la comprensione del testo: capire come si formano le parole aiuta a comprendere meglio il significato di un testo, anche quando si incontrano termini nuovi o complessi.
- Arricchire il lessico: riconoscere la radice di una parola permette di individuare altre parole della stessa famiglia etimologica, ampliando così il proprio vocabolario.
- Scrivere correttamente: la conoscenza delle desinenze è essenziale per coniugare correttamente i verbi e per accordare nomi, aggettivi, articoli e pronomi in base al genere e al numero. Un’ottima risorsa per approfondire la concordanza è il sito dell’Accademia della Crusca.
- Apprendere le lingue straniere: molti concetti della morfologia italiana, come la distinzione tra radice e desinenza, sono validi anche in altre lingue romanze, e possono quindi facilitare l’apprendimento di una lingua straniera.
Conclusione: alla scoperta della struttura delle parole
Radici e desinenze sono elementi fondamentali della grammatica italiana, che ci permettono di analizzare e comprendere a fondo la struttura e il significato delle parole. Un’analisi attenta di questi elementi, ci può aiutare a migliorare la nostra competenza linguistica, sia nella comprensione che nella produzione di testi.
Fonte immagine: Pixabay
Didascalia: lettere dell’alfabeto
Articolo aggiornato il: 06/09/2024