Sculture di Giacometti: le 4 opere da conoscere

Sculture di Giacometti

Alberto Giacometti è stato uno scultore, pittore e incisore svizzero la cui opera ha segnato profondamente il XX secolo. La sua ricerca artistica si è concentrata quasi ossessivamente sulla rappresentazione della figura umana e sulla sua percezione nello spazio. Le sue sculture dei primi anni Trenta, nate sotto l’influenza del gruppo surrealista, si caratterizzano per l’interesse verso l’inconscio, con allusioni a organi sessuali e strutture geometriche. Successivamente, la sua opera evolverà verso le iconiche figure filiformi che esprimono la condizione esistenziale dell’uomo moderno.

Le 4 sculture chiave di Giacometti

La carriera di Giacometti è un percorso attraverso le avanguardie del Novecento. La tabella seguente offre una sintesi delle opere che ne hanno segnato le tappe fondamentali.

Scultura Concetto chiave rappresentato
La donna cucchiaio (1927) Simbolo di fertilità e sintesi tra arte tribale e modernismo.
La coppia (1926) Analisi della tensione erotica e della relazione tra maschile e femminile.
Donna sdraiata che sogna (1929) Esplorazione surrealista del sogno, dell’erotismo e dell’inconscio.
L’uomo che cammina (1960) Icona dell’esistenzialismo, rappresenta la fragilità e la resilienza della condizione umana.

1. La donna cucchiaio (1927)

Tra le più importanti sculture di Giacometti c’è La donna cucchiaio, la sua prima creazione monumentale. Rappresenta una figura eretta e impenetrabile, il cui stile solenne anticipa le successive “donne in piedi”. La scultura simboleggia la fertilità, con la forma concava del ventre che ricorda un cucchiaio. Come documentato dalla Fondation Giacometti, l’opera fu influenzata dalla visione di cucchiai cerimoniali dell’arte africana. La versione in bronzo, prodotta nel 1954, è leggermente più grande dell’originale in gesso esposto al Salon des Tuileries nel 1927.

2. La coppia (homme et femme) (1926)

Realizzata in bronzo nel 1926, La coppia riflette fortemente l’influenza dell’arte africana. L’opera suggerisce una tensione erotica tra un uomo e una donna attraverso forme astratte e simboliche. Giacometti integra l’essenza femminile in una forma ellittica che richiama i genitali, mentre una massa conica rappresenta l’aspetto maschile, delineando lo spazio che unisce le due figure in un dialogo primordiale.

3. Donna sdraiata che sogna (1929)

Verso la fine degli anni Venti, Giacometti abbandonò il realismo per esplorare nuove vie espressive, avvicinandosi sia alle stilizzazioni del cubismo sia all’arte oceanica. Nel 1929 creò immagini evocative e ambigue, come Donna sdraiata che sogna. Sebbene realizzata prima della sua adesione ufficiale al surrealismo, l’opera ne incarna già i temi: la donna, l’erotismo e il sogno. La scultura gioca con spazi vuoti e pieni, combinando vari piani. La sua base piatta la rende un ibrido tra scultura e oggetto d’arte, mostrando l’influenza delle strutture primitive africane.

4. L’uomo che cammina (1960)

L’uomo che cammina è forse l’opera più iconica di Giacometti e una delle sculture più famose del XX secolo. Detiene il record per il prezzo più alto mai pagato all’asta per una scultura. Si tratta di una figura esile e allungata, modellata con un’energia quasi tormentata. L’artista non cerca una rappresentazione realistica, ma l’espressione di una condizione psicologica universale. Creata nel dopoguerra, questa scultura, come spiegato da istituzioni come il Guggenheim Museum, è profondamente legata alla filosofia esistenzialista: l’uomo è ridotto all’essenza, fragile ma determinato, un simbolo della resilienza umana di fronte al vuoto e alla sofferenza del ‘900.

Articolo aggiornato il: 22/09/2025

Fonte immagine: Monti, Paolo (fotografo), Alberto Giacometti alla XXXI Biennale di Venezia del 1962, Immagine digitale. Wikipedia, Venezia, 1962

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