Sculture di Giacometti: le 4 opere da conoscere

Sculture di Giacometti

In quest’articolo vediamo quali sono le più importanti 4 sculture di Giacometti, scultore, pittore e incisore svizzero di lingua italiana.

Le sculture di Alberto Giacometti  dei primi anni trenta si caratterizzano da elementi che rappresentano la chiave interpretativa, ad esempio allusioni a organi sessuali, strutture lineari e geometriche e l’interesse per la resa delle parti anatomiche.

Nel 1928 Giacometti entrò a far parte del gruppo surrealista, caratterizzato da un forte interesse all’immaginazione e all’inconscio che caratterizzeranno le sculture dell’artista di questo periodo.

Vediamo di seguito quali sono le 4 sculture di Giacometti che devi conoscere

  • La donna cucchiaio, 1927 

Tra le più importanti e conosciute sculture di Giacometti c’è sicuramente La donna cucchiaio, la prima creazione monumentale realizzata dall’artista. Essa è posta frontalmente su un piedistallo senza arti e rappresenta una figura eretta e impenetrabile. Il suo stile solenne prefigura le donne in piedi, mentre simboleggia anche la fertilità grazie alla forma concava del ventre. La versione in bronzo, prodotta nel 1954, supera di venti centimetri l’originale in gesso esposto al Salon des Tuileries nel 1927 con il titolo Scultura. Giacometti ha realizzato questa scultura dopo essersi lasciato influenzare dalla mostra di arte africana durante l’inverno tra il 1923 e il 1924.

  • La coppia (homme et femme), 1926

La seconda tra le sculture di Giacometti da conoscere è sicuramente La coppia, realizzata in bronzo nel 1926. Quest’opera riflette fortemente l’influenza dell’arte africana. Giacometti ha realizzato uno studio dettagliato con matite colorate e inchiostro indiano nello stesso anno in qui ha creato la donna cucchiaio. La scultura suggerisce una tensione erotica tra un uomo e una donna. Infatti, Giacometti integra l’essenza femminile all’interno di una forma ellittica che richiama quella dei genitali, la bocca invece evoca il seno. La massa conica che rappresenta l’aspetto maschile delinea lo spazio che unisce le due figure.

  • Donna sdraiata che sogna, 1929

La terza tra le sculture di Giacometti più famose è sicuramente la Donna sdraiata che sogna. Nel 1925, Giacometti sentì che le sue sculture realistiche non erano più soddisfacenti e inziò a esplorare nuove vie per trasmettere le sue idee e sensazioni. Si avvicinò sia alle rigide stilizzazioni del cubismo che all’espressività originale dell’arte africana e oceanica. Nel 1929, riuscì a creare immagini evocative e ambigue attraverso figure trasparenti senza peso, che fluttuavano come visioni oniriche. Quest’opera, sebbene realizzata prima dell’adesione ufficiale di Giacometti al surrealismo, mostra l’influenza che tale movimento aveva già sul giovane artista. Pubblicato per la prima volta da Michel Leiris nella rivista Documents, questo lavoro, con un titolo poetico che richiama gli interessi dei surrealisti per la donna, l’erotismo e il sogno, venne fuso in bronzo dopo che Giacometti firmò un contratto con il gallerista Pierre Loeb. Come le sue altre opere, che rappresentano donne sotto forma di lastre sottili ma in modo più complesso, questa scultura gioca con gli spazi vuoti e pieni, combinandoli con vari piani. La testa a forma di cucchiaio poggia su una doppia onda piatta che delimita uno spazio fluttuante attraversato tre volte, conferendo all’opera un carattere similmente erotico. La base piatta, simile a una tavola, ricorrente nelle opere di Giacometti in quel periodo, rende l’oggetto indefinibile, un ibrido tra scultura e arti decorative. Questo tratto mostra anche l’influenza dell’arte primitiva, in particolare delle strutture africane. Nel 1959, è stata realizzata un’edizione in bronzo di quest’opera, che è stata esposta a Londra nel 1965.

  • L’uomo che cammina, 1961

Ultima tra le sculture di Giacometti è sicuramente da nominare L’uomo che cammina, la scultura in bronzo che detiene il record per il prezzo più alto mai pagato per un’opera d’arte non pittorica, venduta per oltre 104 milioni di dollari. Si tratta di una figura esile, dalla forma alta e sottile, costruito in modo nervoso attorno a un nucleo primordiale e archetipico. L’autore lo modella con azioni tormentate e aggiunte microplastiche, non tanto per rappresentare la figura realistica quanto per esprimere uno stato psicologico universale. Questa scultura richiama vagamente antiche statuette etrusche, ma anche una plasticità surreale e onirica.

Fonte immagine: Monti, Paolo (fotografo), Alberto Giacometti alla XXXI Biennale di Venezia del 1962, Immagine digitale. Wikipedia, Venezia, 1962

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