Stato canaglia: cos’è?

Stato canaglia

Stato canaglia è un termine utilizzato per riferirsi a tutti quegli Stati che minano la pace mondiale. Si ritiene che il termine sia stato utilizzato per la prima volta nel 1980 da Ronald Reagan riferendosi alla Libia, all’epoca guidata dal dittatore Gheddafi che minacciava attacchi terroristici di matrice islamica nei confronti degli Stati Uniti.

Il termine è stato utilizzato nel 1999 anche da Bill Clinton, che poi successivamente preferirà alla nozione di Stato canaglia quella di State of concern, ossia Stato su cui porre una determinata attenzione. Stato canaglia è la traduzione del termine originale “rogue state”, aggettivo utilizzato per descrivere una persona disonesta, che attua comportamenti pericolosi. Diviene poi un termine politico che sta ad indicare tutti gli Stati che si sono distaccati dall’ordine costituito della comunità degli Stati internazionali.

Rogue state è uno Stato che non si confronta con gli altri attori politici internazionali e che viene tenuto alla larga. La traduzione italiana è una traduzione che mette in luce, per la maggior parte, l’aspetto offensivo del termine rogue, questa definizione però combacia col quadro in cui è stato utilizzato questo termine.

Infatti, la nozione di Stato canaglia è stata poi sostituita da Bush con il concetto di “axis of evil” ossia “asse del male”, che sarebbe una linea che congiunge Iran, Iraq e Corea del Nord.

Secondo Noam Chomsky uno Stato canaglia non è altro che un aggettivo affibbiato a degli Stati da parte degli USA, per giustificare la loro politica egemonica e colonialista.

Con la fine della guerra fredda e di conseguenza la labilità del confine di un mondo diviso in due blocchi, l’America cerca un nuovo nemico contro cui schierarsi e lo categorizza sotto il nome di Stato canaglia, la cui pericolosità è dovuta ad un estremo nazionalismo. Ma per estremo nazionalismo molto spesso si intende il non sottostare alle logiche occidentaliste.

La lista degli Stati canaglia perse molti componenti poiché paesi come l’Iraq e il Pakistan, col tempo, decisero di avvicinarsi diplomaticamente agli Stati Uniti.

Questo termine per molti studiosi come il già citato Chomsky e Jacques Derrida, non è altro che un lessico propagandistico volto a giustificare l’imperialismo statunitense.

Un po’ come il White man’s burden”, il “fardello dell’uomo bianco”, una poesia di Rudyard Kipling, che si serve alle logiche colonialiste, definendo l’espansione coloniale e l’indottrinamento e oppressione da parte delle potenze occidentali, in questo caso l’Inghilterra, un compito di civilizzazione, faticoso e imprescindibile, che spetta all’uomo bianco nei confronti di popoli che altrimenti sarebbero destinati all’estinzione e risulterebbero in ritardo nella scala evolutiva. La stessa giustificazione è utilizzata nella Dichiarazione Balfour per giustificare l’operato di Israele e Gran Bretagna in Palestina.

 

Fonte Immagine: Pixabay

A proposito di Marika Burani

Mi chiamo Marika, sono nata a Napoli il 13 Aprile del 2000. Ho frequentato il Liceo delle Scienze Umane ''Eleonora Pimentel Fonseca''. Attualmente studio Mediazione Linguistica e Culturale all'Università degli studi di Napoli ''L'Orientale''. I miei interessi sono la Storia, la Musica, il Cinema e la Politica. Nel mio tempo libero creo vestiti all'uncinetto e ai ferri e gioielli in alluminio e rame.

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