Statue buddiste: i Bosatsu più diffusi in Giappone

Statue buddiste: i Bosatsu più diffusi in giappone

I Bodhisattva, in giapponese Bosatsu, sono figure fondamentali nel pantheon buddista. Occupano il secondo gradino della gerarchia: sono infatti esseri in ricerca del Satori, ovvero l’illuminazione, con l’obiettivo di diventare Nyorai e raggiungere il grado più alto della realizzazione spirituale. Tuttavia, prima di raggiungere la Buddità, scelgono di rimanere nel mondo per salvare tutti gli esseri viventi e guidarli a loro volta verso l’illuminazione. Sono generalmente raffigurati con un aspetto simile a quello del Buddha storico Shaka (Sakyamuni o Siddhartha Gautama) quando era ancora principe: portano una corona, una collana e i capelli legati, invece del caratteristico chignon a spirale dei Buddha (rahotsu). Solo i Jizō Bosatsu vengono rappresentati calvi. Questo aspetto rispecchia l’iconografia degli antichi nobili indiani.
A differenza dei Nyorai, i Bosatsu indossano ornamenti e vesti preziose, poiché non hanno ancora abbandonato del tutto il mondo materiale e quello dei desideri. In origine il titolo di Nyorai spettava soltanto a Shakyamuni, ma col tempo sono apparsi molti altri Buddha e, allo stesso modo, numerosi Bodhisattva che aspirano a diventare tali.

Bosatsu Shō Kannon

In sanscrito Avalokiteśvara, è la divinità (o bodhisattva) della compassione infinita. Può assumere molte forme: le trentatré indicate nel Sutra del Loto, ma in Giappone se ne venerano oltre cento. Sei di queste formano un gruppo noto come i Roku Kannon (Sei Kannon), ognuno dei quali protegge uno dei sei regni della rinascita (rokudō).

  • Jūichimen Kannon (Kannon dalle undici facce) è associato al regno degli asura. Le molte facce simboleggiano la capacità di guardare in ogni direzione e di salvare tutti gli esseri dalla sofferenza e dalla confusione mentale.
  • Senju Kannon (Kannon dalle mille braccia) è legato al regno dei fantasmi affamati (gaki). Le sue mille braccia rappresentano il potere di soccorrere innumerevoli esseri. Nelle statue giapponesi le braccia sono spesso quarantadue: due giunte in preghiera davanti al petto e quaranta distese per salvare i venticinque mondi.
  • Batō Kannon (Kannon dal volto di cavallo) è associato al regno degli animali, e il suo aspetto feroce serve a domare gli istinti e proteggere le creature viventi.

 

Bosatsu Jizō

È tra i più amati e venerati in Giappone.
Jizō aiuta i sofferenti e tenta di liberare dall’inferno (jigoku) coloro che vi sono stati condannati, per guidarli nella Terra Pura di Amida. È anche protettore dei bambini, specialmente di quelli morti prematuramente o durante la gravidanza, e guaritore di chi soffre nel mondo terreno. Le sue statue, spesso vestite con bavaglini e cappellini rossi, si trovano in tutto il Giappone, ai bordi delle strade o nei templi, come segno di conforto e speranza. Le statue più importanti portano lo shakujō, il bastone rituale dei monaci itineranti (anche di quelli dello Shugendō, altra religione giapponese), dotato di sei anelli alla sommità: agitandolo, produce un suono che serviva a scacciare gli animali selvatici e, simbolicamente, le sofferenze degli esseri.

Immagine in evidenza: statue di Jizō a Kamakura (archivio personale)

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