Storia del tè: come e quando nasce

Storia del tè

La storia del tè è molto antica e le prime attestazioni certe generalmente risalgono alla fine del III secolo a.C. in Cina, ma la diffusione su scala globale è avvenuta solo da pochi secoli.

Il è diventata la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua e questo è il risultato della costruzione di un impero su larga scala. La Cutty Sark inglese dal 1870 al 1878 fece 8 viaggi di successo in Cina per la ricerca del tè. Oggi è coltivato in più di 40 paesi in tutto il mondo: la maggior parte delle 2,5 milioni di tonnellate prodotte ogni anno proviene dai Paesi asiatici. È strano, quindi, che la bevanda inglese per eccellenza abbia dovuto inizialmente essere importata a caro prezzo e fatica dalla Cina.

Le origini del tè

Cinquemila anni fa, il tè veniva prescritto per ridurre il rischio di tumori allo stomaco e alla pelle, e per rafforzare ossa e denti.

La leggenda narra che sia stato scoperto per caso in Cina dal mitico imperatore cinese Shennong quasi 5.000 anni fa. Quando alcune foglie di tè caddero nella sua acqua bollente emanando un profumo piacevole e invitante, l’imperatore bevendolo lo trovò rinfrescante ed energizzante, dando subito l’ordine di coltivare piante da tè nei giardini del suo palazzo. Da qui l’usanza di immergere le foglie di tè fresche in acqua calda si diffuse rapidamente.

Gli europei assaggiarono il tè per la prima volta durante la dinastia Ming, circa 4.000 anni dopo la sua scoperta.

La storia e la diffusione del tè

Nel XVI secolo i cinesi erano la civiltà più avanzata al mondo, sia tecnologicamente che nel campo delle invenzioni, infatti in quel periodo avevano inventato la bussola e creato la polvere da sparo. Quando gli europei arrivarono alle trattative di commercio con la Cina, essa non era interessata a nessuno dei beni che l’Europa aveva da offrire. Tutto ciò che volevano era oro e argento.

Il tè arrivò anche in Giappone neI X secolo con il ritorno dalla Cina, del monaco buddista zen Eisai. Era consumato dai monaci zen che lo utilizzavano come stimolante per restare svegli durante le lunghe e faticose sessioni di meditazione. Successivamente, divenne una bevanda apprezzata anche dall’aristocrazia, per poi diffondersi tra le popolazioni. Era utilizzato inizialmente come medicinale, ma nel XII-XIII secolo le cerimonie del tè cambiarono in Giappone e divenne una sorta di attività sociale: era, infatti ,molto comune leggere poesie, studiare calligrafia e pitturare mentre si sorseggiava tè.

La storia del tè ha diverse tappe: arrivò in Europa per la prima volta nel XVII secolo tramite marinai portoghesi e olandesi che commerciavano con la Cina. All’inizio del XIII secolo nessuno beveva tè in Inghilterra ma a fine XIII secolo diventò quasi un’usanza. Appena arrivato sul suolo inglese, c’erano i birrai, i dottori e il clero che non approvavano questa nuova bevanda, così tutti loro convinsero il governo ad imporre tasse alte sul tè, rendendolo molto costoso al punto tale da essere accessibile solo per i nobili. Nel XX secolo, però, superato questo primo momento di negazione, divenne una delle bevande più economiche. Era molto costoso anche perché si impiegavano due anni per affrontare il viaggio di andata e ritorno in Cina via mare e i cinesi che erano molto protettivi nei confronti del tè, non permettendo così agli europei di scoprire come o dove si coltivasse. Ma nel 1849, gli inglesi avevano introdotto delle navi molto più veloci, le Clipper, così da Hong Kong a Londra si impiegavano solo 97 giorni.

La storia del tè non è stata priva di peripezie, infatti, durante il regno della regina ElisabettaI, gli inglesi controllavano le importazioni di tè, ma il commercio cinese era notevolmente rigido, quindi, dovevano scambiare oro e argento per avere questa preziosa bevanda. Con l’aumento della domanda del tè in Gran Bretagna la compagnia iniziò a esaurire l’argento e l’oro necessari per trattare con i cinesi. Scoprirono, però, che i cinesi consumavano l’oppio, che credevano facesse bene allo spirito. I commercianti britannici approfittarono della situazione iniziando a contrabbandare enormi quantità di oppio coltivato nell’India Britannica e in Cina. In tal modo vendettero l’oppio ai cinesi al posto di oro e di argento. Tutto questo, però, era illegale in Cina e alla fine quest’ultima perse la pazienza iniziando a confiscarlo e arrivando alla guerra con gli inglesi dove il commercio fu interrotto. Arrivati a questo punto, gli inglesi dovevano capire da dove poter ottenere il tè, sostituendo la Cina. Prima che tutto ciò accadesse, essi avevano giocato d’astuzia e, di nascosto, fecero delle ricerche su come i cinesi producessero il tè e, una volta identificato il tipo di pianta, iniziarono a coltivare in India grandi piantagioni di tè, il quale divenne ancora più popolare di quello cinese.

Alla fine del diciannovesimo secolo l’esportazione di tè indiano era salita a quasi 100 tonnellate: l’India, infatti, rimane il  principale produttore e consumatore al mondo con il 23% della produzione mondiale.

Nella classifica globale del tè, però, la presenza imperiale britannica è ancora molto visibile.

Influenze sulla società e curiosità

Le signore che nel XVII secolo potevano permettersi il tè erano attratte dalle porcellane bianche e dalla ceramica rossa che arrivavano in Gran Bretagna con le navi del tè, quindi c’era una grande richiesta di ciotole, piatti e bicchieri dalla Cina. All’inizio del XIX secolo, il tipo di porcellana Bone China, che era realizzata con ossa di animali macinate, veniva trasformata in elaborate porcellane da tè.

La tradizione del tè pomeridiano è stata creata dalla settima duchessa di Bedford, Annamaria, durante l’età vittoriana.

Le bustine di tè sono la più grande invenzione della storia del tè, in particolare nel XX secolo : l’inventore Thomas Sullivan era un commerciante di tè di New York che aveva l’abitudine di inviare campioni in bustine di seta bianca ai suoi clienti e questo prodotto rivoluzionario incuriosì al tal punto da spopolare e diventare uno dei metodi che ancora oggi si utilizzano di più per preparare del tè.

Nel 1904, un commerciante inglese introdusse il tè freddo; a causa del caldo non riusciva a vendere il suo tè così ebbe l’idea di metterci dei cubetti di ghiaccio. A Taiwan, invece, hanno una propria versione del tè freddo di Bubble Tea. Molto prestigioso è il Pu Erh che costa 300 dollari al grammo. È così speciale per il modo in cui viene preparato: una volta che il tè si è essiccato viene cotto a vapore e pressato a forma di disco. Questo metodo è stato pensato centinaia di anni fa per facilitarne il trasporto e gli permette anche di migliorare con il tempo, proprio come un buon vino.

Fonte immagine: Pixabay

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