Il teatro cinese in epoca Yuan: dalle origini rituali alla scena
Il teatro cinese in epoca Yuan ebbe probabilmente origini rituali, legate in particolare a riti esorcistici volti a purificare luoghi essenziali per la sopravvivenza delle comunità, come case, villaggi e città, per proteggerli da presenze demoniache. Sebbene le radici del teatro cinese si facciano risalire alla dinastia Song (XI secolo), i primi testi di opere complete che possediamo risalgono alla dinastia Yuan. Per questo motivo, si ha un quadro più chiaro del fenomeno solo a partire dal periodo a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, durante il regno della Dinastia Yuan.
Origini rituali del teatro cinese: le cerimonie esorcistiche
È in questa dimensione squisitamente rituale che si instaurò, fin dalle prime rappresentazioni, un meccanismo di ‘replicazione’. Un esorcista si trasformava in un dio per inscenare la sua lotta contro gli spiriti e i demoni. Il principio era quello di una lotta fisica trasposta su un piano attoriale: spesso l’esorcista era assistito da persone vestite da soldati armati che ingaggiavano con lui la lotta contro i Demoni, rappresentati da effigi o da assistenti di scena. Ovviamente, non potevano mancare musica, canti e azioni spettacolari. Queste cerimonie avvenivano di solito alla fine dell’anno, per liberare le presenze maligne dal ciclo appena concluso e iniziarne uno nuovo, libero da influssi malefici.
Caratteristiche della rappresentazione nel teatro cinese
Le performance nel teatro cinese in epoca Yuan erano eseguite anche in occasione di riti religiosi e festività. Ancora oggi, infatti, nei templi è spesso presente un palco di fronte al padiglione principale, destinato proprio alle rappresentazioni teatrali. Con il tempo, si svilupparono anche teatri laici e commerciali, con un percorso simile a quello avvenuto in Occidente: anche nell’antica Grecia, l’origine della tragedia è legata ai culti in onore di Dioniso.
La scena, i costumi e il trucco
La scena nel teatro cinese era normalmente molto scarna, con pochissimi oggetti. A differenza di come intendiamo oggi la scenografia, il teatro tradizionale cinese aveva un allestimento quasi del tutto assente. Per esempio, quando un attore doveva rappresentare di andare a cavallo, non si utilizzava un’effigie dell’animale. L’attore doveva semplicemente sedersi reclinato, tenendo in mano una frusta, e lasciare al pubblico l’onere di intuire il contesto. Al contrario, i costumi – intesi come abiti e trucco – erano incredibilmente valorizzati e dettagliati.
La figura dell’attore e lo status sociale
La professione dell’attore nel teatro cinese era spesso un mestiere di famiglia, con figli e figlie che seguivano le orme dei genitori. Coloro che non erano figli d’arte, invece, venivano reclutati e addestrati fin da piccoli. Era un lavoro duro e gli attori professionisti avevano uno status sociale basso. Appartenevano, infatti, alla classe ‘Jiaren’, cioè le persone di minore prestigio sociale, nella quale rientravano, più in generale, tutti gli artisti e i musicisti. Inizialmente, questi attori entravano in scena da una porta detta ‘porta dei fantasmi’, un dettaglio che evidenzia ancora una volta lo stretto legame delle origini del teatro con la dimensione rituale ed esoterica della vita.
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