L’inglese è una lingua considerata relativamente semplice da apprendere, ma un suo aspetto grammaticale mette in difficoltà migliaia di studenti: i verbi irregolari. Chiunque voglia imparare questa lingua deve armarsi di pazienza e memorizzare una lunga lista di verbi, che può sembrare infinita ma che con pratica ed esercizio può essere interiorizzata. Ma cosa sono esattamente? I verbi irregolari sono quelli che non seguono la regola generale per la formazione del passato (il simple past) e del participio passato, che per i verbi regolari prevede semplicemente l’aggiunta del suffisso -ed. I verbi irregolari, invece, presentano forme diverse nel loro paradigma e la loro conoscenza è obbligatoria per raggiungere un buon livello di inglese. Vi siete mai chiesti perché esiste questa differenza? A rispondere a questa domanda ci siamo noi, spiegandovi l’origine di queste formazioni, con la speranza che il loro studio risulti più affascinante.
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L’apofonia: la radice del cambiamento
Una premessa fondamentale è che l’inglese è una lingua indoeuropea del gruppo germanico. Le sue caratteristiche derivano quindi dalle fasi antiche del germanico, che presentava un sistema grammaticale più complesso, poi semplificatosi nel tempo. Una sua caratteristica era l’apofonia, un fenomeno linguistico, definito anche dall’enciclopedia Treccani come gradazione vocalica, che consiste nell’alternanza non condizionata di vocali all’interno del tema di una parola per indicare funzioni grammaticali diverse. L’apofonia può essere di due tipi:
- apofonia quantitativa: quando vi è solo una variazione della quantità del suono vocalico (da breve a lunga).
- apofonia qualitativa: quando il suono vocalico è sostituito da un altro qualitativamente diverso (es: e → o).
Nel germanico, l’apofonia indoeuropea si è sviluppata al punto da assumere un valore distintivo nel sistema verbale, portando alla distinzione tra verbi forti e verbi deboli, che corrispondono a quelli che oggi chiamiamo rispettivamente verbi irregolari e verbi regolari in inglese.
Verbi forti e deboli nel germanico antico
I verbi forti e deboli si distinguono in base al modo in cui formano il preterito, proprio come accade oggi. I cosiddetti verbi forti fanno ricorso all’apofonia: qui, infatti, l’alternanza di vocali diverse nella sillaba radicale indica variazioni di tempo o numero. Questo sistema permetteva di classificare questi verbi in 7 classi, ognuna caratterizzata da diversi schemi apofonici. I moderni verbi irregolari inglesi sono i diretti discendenti di questi antichi verbi forti; basti pensare a un verbo come to sing, dove a cambiare è proprio la vocale radicale: to sing, sang, sung, o a to drive, drove, driven.
In contrapposizione ai verbi forti troviamo i verbi deboli. Questi verbi formavano il preterito mediante l’aggiunta di un suffisso dentale (contenente un suono come /t/ o /d/) alla forma dell’infinito, come evidenziato da studi sulla storia della lingua inglese, tra cui quelli dell’Università di Oxford. Tale suffisso è proprio quello che nell’inglese moderno è diventato il suffisso -ed, tipico dei verbi regolari, come in to talk, talked, talked.
Confronto: verbi deboli contro verbi forti
La tabella seguente riassume le differenze chiave tra le due categorie verbali originali, che hanno dato vita alla distinzione odierna tra regolari e irregolari.
| Categoria (origine germanica) | Metodo di formazione del passato |
|---|---|
| Verbi forti (oggi irregolari) | Tramite apofonia (cambiamento della vocale della radice) |
| Verbi deboli (oggi regolari) | Tramite aggiunta di un suffisso dentale (es: -ed) |
| Esempio moderno | Begin, began, begun (forte) vs walk, walked, walked (debole) |
L’evoluzione dei verbi irregolari e regolari
Inizialmente, i verbi forti erano più numerosi, essendo di diretta derivazione indoeuropea. Con il tempo, tuttavia, questo sistema ha cessato di essere produttivo. Ogni nuova formazione verbale nel germanico e poi nell’inglese antico si è basata sul modello dei verbi deboli, più semplice e prevedibile. Di conseguenza, gli unici verbi a mantenere l’apofonia sono stati quelli più antichi e di uso comune. Nelle lingue germaniche moderne, come l’inglese, i verbi deboli (regolari) sono diventati sempre più numerosi fino a costituire la quasi totalità del lessico verbale. Per questo motivo, oggi in molte grammatiche sono chiamati verbi regolari, nonostante in origine costituissero loro l’eccezione alla regola principale dell’apofonia.
Articolo aggiornato il: 19/09/2025

