Verbi irregolari e verbi regolari in inglese, da dove provengono?

verbi irregolari e verbi regolari in inglese

L’inglese è una lingua relativamente semplice da apprendere, nonostante ciò, vi è un aspetto del suo sistema grammaticale che mette in crisi ogni anno migliaia di studenti: i verbi irregolari. Chiunque voglia imparare la lingua franca dovrà armarsi di pazienza e memorizzare questa lunga lista di verbi irregolari, che può sembrarci infinita, ma che con un po’ di pratica ed esercizio può essere interiorizzata senza eccessivi sforzi mnemonici. Ma cosa sono questi verbi irregolari? I verbi irregolari, come ci dice il nome, sono quelli che non seguono la regola generale per la formazione del passato, propria invece dei verbi regolari, che prevede semplicemente l’aggiunta del suffisso -ed alla fine del verbo. I verbi irregolari, di fatto, presentano tutte forme diverse nel loro paradigma e, che ci piaccia o meno, la loro conoscenza è d’obbligo se si vuole raggiungere un buon livello d’inglese. Ma voi, vi siete mai chiesti perché esiste questa differenza? Non sarebbe stato molto più semplice avere tutti verbi regolari? Ebbene, a rispondere questa domanda ci siamo noi, spiegandovi da dove derivano queste formazioni, con la speranza che il loro studio risulti ai vostri occhi più affascinante.

L’apofonia

Una premessa da fare è che l’inglese è una lingua indoeuropea del gruppo germanico, quindi, le sue caratteristiche derivano dalle fasi più antiche del germanico, il quale presentava un sistema grammaticale molto più complesso che poi negli anni ha teso sempre di più verso una semplificazione. Una sua caratteristica era l’apofonia, ovvero l’alternanza non condizionata di vocali all’interno del tema di una parola. Essa può essere di due tipi: parliamo di apofonia quantitativa quando vi è solo una variazione della quantità del suono vocalico (breve – lunga); invece, parliamo di apofonia qualitativa quando il suono vocalico è sostituito da un altro qualitativamente diverso (e – o). L’apofonia indoeuropea nel germanico si è sviluppata al punto da assumere valore distintivo nel sistema verbale, portando alla distinzione tra verbi forti e verbi deboli che corrispondono a quelli che oggi chiamiamo rispettivamente verbi irregolari e verbi regolari in inglese.

I verbi forti e i verbi deboli in germanico

I verbi forti e i verbi deboli si distinguono in base al modo in cui formano il preterito, proprio come accade oggi per i verbi regolari e irregolari. I cosiddetti verbi forti fanno ricorso all’apofonia: qui, infatti, l’alternanza di vocali diverse in sillaba radicale indica variazioni di tempo o di numero, e per di più permette la classificazione di questi verbi in 7 classi, ognuna di esse caratterizzata da diversi tipi di apofonia nella loro coniugazione. I moderni verbi irregolari derivano proprio da questi verbi forti, basti pensare ad un verbo come to sing, dove nel paradigma a cambiare è proprio la vocale radicale: to sing, sang, sung.

In contrapposizione ai verbi forti troviamo i verbi deboli, ovvero quei verbi che formano il preterito mediante l’aggiunta di un suffisso in dentale gm. * alla forma dell’infinito. Tale suffisso è quello che darà poi nell’inglese moderno il suffisso -ed tipico, appunto, dei verbi regolari, come to talk, talked, talked.

Curiosità sui verbi irregolari e verbi regolari

I verbi forti erano inizialmente di numero maggiore essendo, con la loro apofonia, di diretta derivazione indoeuropea, fin quando non cessarono di essere produttivi. Da quel momento ogni nuova formazione germanica si basò sul sistema dei verbi deboli, facendo sì che gli unici verbi con apofonia fossero i verbi più antichi. Poi nelle lingue germaniche moderne, come l’inglese, i verbi deboli sono diventati sempre più numerosi fino a costituire quasi la totalità dei verbi, per cui in molte grammatiche sono chiamati verbi regolari, nonostante in origine costituissero loro l’eccezionale irregolarità.

Fonte immagine: Pexels

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