Damone e Finzia: la storia di un’amicizia che commosse un tiranno

Damone e Finzia, una storia di vera amicizia

La leggenda di Damone e Finzia è il simbolo del trionfo del più sincero e intrepido sentimento di amicizia. È una storia che, ancora oggi, commuove e fa riflettere su un valore fondamentale, troppo spesso messo alla prova dalle vicende della vita.

I protagonisti e i loro ruoli

Personaggio Ruolo nella storia Valore incarnato
Finzia Pitagorico condannato a morte dal tiranno. Lealtà, coraggio, rispetto della parola data.
Damone Amico che si offre come ostaggio al posto di Finzia. Fiducia incondizionata, sacrificio, amicizia suprema.
Dionisio il Giovane Tiranno di Siracusa, scettico e crudele. Il potere che si arrende di fronte alla virtù.

Il mito di Damone e Finzia: la prova suprema

La leggenda, ambientata nel IV secolo a.C. a Siracusa, narra di due cari amici e seguaci di Pitagora, Damone e Finzia. Sotto il regno del tiranno Dionisio il Giovane, Finzia viene condannato alla pena capitale per aver cospirato contro di lui (o, secondo altre versioni, per una falsa accusa). Prima di morire, Finzia chiede di poter tornare a casa un’ultima volta per sistemare i suoi affari e salutare i familiari. Il tiranno, scettico, rifiuta, temendo una fuga. A quel punto, Damone si offre come garante: prenderà il posto dell’amico in prigione e, se Finzia non tornerà entro il giorno stabilito, sarà giustiziato al suo posto. Dionisio, divertito da tale ingenuità, accetta.

I giorni passano e di Finzia non c’è traccia. Il giorno dell’esecuzione, Damone viene condotto al patibolo. Dionisio lo deride per la sua fiducia mal riposta, ma Damone risponde di non aver mai dubitato della lealtà dell’amico. Proprio un istante prima che il boia cali la scure, Finzia arriva trafelato, scusandosi per il ritardo causato da una serie di imprevisti. Di fronte a una dimostrazione così potente di amicizia e lealtà, il cuore del tiranno vacilla. Commosso, Dionisio perdona entrambi e, secondo la leggenda, chiede ai due di essere accettato come terzo amico nel loro straordinario legame.

Le fonti antiche della leggenda

L’aneddoto dei due amici fu raccontato per la prima volta dal filosofo greco Aristosseno e tramandato da Giamblico nel suo De vita pythagorica. La storia ebbe un’enorme fortuna nel mondo antico e fu ripresa da numerosi autori, che la consegnarono all’immaginario collettivo. Tra i più importanti vanno citati Cicerone nel De officiis, Valerio Massimo nei Factorum et dictorum memorabilium libri IX, e Diodoro Siculo. Proprio grazie a queste fonti, come il testo di Cicerone consultabile presso archivi come il Perseus Digital Library, il mito è giunto fino a noi.

Le rielaborazioni nella letteratura e nell’animazione

La storia di Damone e Finzia è diventata così famosa da cristallizzarsi in un’espressione idiomatica che significa “vera amicizia”. La leggenda è stata riproposta e riadattata in molteplici opere nel corso dei secoli.

  • Nella letteratura, una delle versioni più celebri è la ballata di Friedrich Schiller del 1799, intitolata Die Bürgschaft (La garanzia).
  • Nel 1925, anche il premio Nobel William Faulkner scrisse un racconto basato sul mito, intitolato Damon and Pythias Unlimited.
  • Nel 1940, lo scrittore giapponese Dazai Osamu, rielaborando l’opera di Schiller, pubblicò il racconto Hashire Meros! (Corri, Melos!), che è diventato un classico della letteratura giapponese e ha ispirato numerosi film e serie animate, tra cui un episodio della serie Aoi Bungaku.

Immagine di copertina: Pixabay

Articolo aggiornato il: 08/09/2025

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A proposito di Roberta Napolitano

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