Gyeongju, situata nel sud-est della Corea del Sud, è una meta imperdibile per chi desidera immergersi nella storia e nella cultura del Paese. Un tempo capitale dell’antico regno di Silla (dal 57 a.C. al 935 d.C.), la città conserva ancora oggi il fascino e le testimonianze di quel glorioso passato. In questo articolo ti accompagniamo alla scoperta di cosa vedere a Gyeongju, tra siti storici, templi e atmosfere senza tempo, per vivere un’esperienza davvero indimenticabile.
Nomi e soprannomi nel tempo: Seorabeol, Gyerim, la Città d’Oro
Nel corso dei suoi quasi mille anni di storia come capitale del regno di Silla, Gyeongju ha cambiato nome più volte. In epoca antica era conosciuta come Seorabeol, poi come Gyerim, e infine come Geumseong, che significa letteralmente città d’oro.
Questo soprannome non è casuale: deriva sia dalla presenza di ricchi giacimenti auriferi nella zona, sia soprattutto dalla raffinata arte orafa sviluppata durante l’apice della civiltà di Silla, tra il VII e il IX secolo. Gyeongju divenne allora uno dei centri di lavorazione dell’oro più avanzati dell’Asia.
Le tecniche utilizzate — come l’intaglio, la fusione a cera persa, l’incastonatura e la martellatura fine — testimoniano un artigianato altamente specializzato. L’oro, ampiamente impiegato in riti cerimoniali, corone regali e decorazioni funebri, contribuì in modo determinante a costruire la leggenda di Silla come “il regno d’oro”.
Cosa vedere a Gyeongju
Il Museo Nazionale di Gyeongju: un tuffo nell’oro e nella storia
Partendo proprio da questo soprannome, tra le cose da vedere a Gyeongju c’è il Museo Nazionale, senza dubbio una tappa imperdibile, specialmente se vuoi scoprire da vicino il leggendario “oro di Silla” di cui abbiamo appena parlato. Questo museo racconta oltre un millennio di storia attraverso reperti straordinari, molti dei quali provenienti direttamente dalle tombe reali e dai siti archeologici della zona. La sezione dedicata al periodo dei Tre Regni e all’epoca di Silla unificato è un vero spettacolo: corone d’oro, gioielli, cinture cerimoniali e accessori che testimoniano il raffinato artigianato e la ricchezza della città d’oro. Ma la collezione non si ferma qui. Il museo offre un percorso che parte dal Neolitico, passando per tutte le epoche storiche, fino al periodo medievale coreano. Particolarmente affascinante è anche la raccolta di ceramiche, anfore e vasi antichi, che restituiscono uno spaccato vivido della vita quotidiana delle popolazioni coreane di un tempo.
Il museo ospita inoltre 13 Tesori Nazionali, tra cui spicca la celebre Campana del Re Seongdeok, considerata una delle più grandi e raffinate campane in bronzo dell’intera Asia.
Il complesso di tombe Daereungwon
“Daereungwon” significa letteralmente “parco delle grandi tombe” quindi, come potete immaginare, all’interno di questo parco, situato nel cuore della città odierna, si trovano una serie di grandi tombe in cui furono sepolti re, regine e nobili della dinastia Silla, tra il IV e il VI secolo. La tipologia è a tumulo, quindi potranno sembrarvi da lontano delle simpatiche collinette, ma in realtà, sono strutture funerarie monumentali: il corpo veniva posto in una camera di legno, coperta da pietre e poi sepolta sotto una grande collinetta di terra. Ci si può camminare di fianco ma è strettamente proibito e vietato scalarle, per i trasgressori una salata multa da milioni di won o addirittura la reclusione in carcere.
Essendo coperte dalla terra e dall’erba, non è possibile entrarci, l’unica aperta al pubblico e visitabile è la Cheonmachong o “Tomba del Cavallo Celeste” che ha restituito più di 11.000 reperti, tra cui: una corona d’oro straordinariamente ben conservata, una sella dipinta con un cavallo alato (da cui il nome della tomba) e gioielli, armi, vasellame e oggetti rituali.
Osservatorio di Cheomseongdae: il più antico osservatorio astronomico in Asia
Questo, ad oggi, monumento iconico di Gyeongju è diventato in versione animata anche mascotte della città e protagonista assoluto di ogni souvenir in questa zona. L’osservatorio, collocato all’interno di un grande parco, è considerato il più antico osservatorio astronomico ancora esistente in Asia e forse nel mondo. Il suo nome “Cheomseongdae” significa “torre da cui si osservano le stelle”, e testimonia quanto la conoscenza astronomica fosse già avanzata nel VII secolo in Corea.
Fu costruito sotto il regno della regina Seondeok (632–647 d.C.),la torre è alta 9 metri ed è composta da 362 blocchi di pietra, le 27 file di pietra o 27 livelli, fanno pensare ad un omaggio alla regina, appunto, 27° sovrana del regno, la struttura è semplice: base quadrata, un corpo cilindrico e una piccola apertura a metà altezza. Di notte questa torre, che seppur piccola, rappresenta un vero e proprio capolavoro ingegneristico, s’illumina grazie a delle luci LED installate recentemente, che la rendono ancora più affascinante.
Tempio Bulguksa e Seokguram grotto: l’apice dell’arte buddista di Silla
Quando parliamo di arte a Gyeongju si pensa istintivamente alle tombe e all’oro, tuttavia, un’altra forma d’arte raggiunse qui la sua massima espressione durante il regno di Silla: l’arte buddhista. Il suo apice è rappresentato dal magnifico tempio Bulguksa e la grotta di Seokguram, a mezz’ora dal centro della città. Questi due siti sono entrambi patrimonio UNESCO dal 1995.
Il tempio fu costruito nel 528 d.C. e la sua architettura, riflette l’ideale buddista di un paradiso terrestre. Oltre alle due pagode, tesori nazionali, sono imperdibili anche i vari ponti di pietra, i tetti tradizionali di tutti gli edifici e soprattutto la sala Daeungjeon: il santuario principale, che custodisce una statua dorata del Buddha Shakyamuni.
La grotta del Buddha è stata invece costruita nel 751 d.C., ed è una grotta artificiale scolpita nella roccia, che custodisce una maestosa statua del Buddha seduto, alta 3,5 metri, circondata da 38 figure di bodhisattva. La statua del Buddha è considerata una delle più grandi opere d’arte dell’Asia orientale, sia per la sua perfezione tecnica che per la spiritualità che emana.
Gyeongju di notte: il ponte Woljeonggyo e il palazzo Donggung
Anche se la luce del sole svela le tombe e fa risplendere l’oro, è di notte che la magia di questa città emerge. Molti siti, infatti, restano aperti fino alle 22:00, offrendo la possibilità di scoprire l’antica capitale da una prospettiva diversa, tra questi: il ponte Woljeonggyo e il palazzo Donggung.
Il ponte Woljeonggyo è una fedele ricostruzione di quello che doveva essere uno dei ponti coperti in legno più grande della Corea. Originariamente costruito nel VIII secolo, si sviluppava sul fiume Namcheon. Quando viene illuminato di notte, passeggiarci sopra diventa magico.
Il palazzo Donggung era la residenza del principe ereditario e serviva anche come spazio per banchetti e accoglienza di inviati stranieri. Anch’esso illuminato ad arte, è affiancato da un lago artificiale ispirato ai paradisi buddisti, che rende l’atmosfera ancora più surreale.
Fonte immagini: Archivio personale