Festa del mare agli scogli: è chiamata così la Festa di Sant’Anna a Ischia, una ricorrenza particolare e suggestiva. In questo giorno, residenti e forestieri si riuniscono per celebrare l’amore per un’isola, che non è solo meta di turisti, ma è il luogo dove si incontrano terra e mare.
“Festa del mare agli scogli” è il suo nome perché il paesaggio naturale dell’isola diventa per quel giorno scenario di uno spettacolo meraviglioso. L’evento avviene intorno al Castello Aragonese, situato in cima ad una piccola insenatura, occupato da Alfonso D’Aragona nel 1423 in attesa di conquistare Napoli, e da lui affidato alla sua favorita Lucrezia d’Alagno, poi cacciata dagli Angiò che a loro volta useranno il castello come riparo dagli assedi. Durante la festa viene simulato l’incendio del castello, quest’anno accompagnato dalle note di “Blue Dolphin” di Stephne Schaks, seguito dallo spettacoli di fuochi pirotecnici sul mare.
A dare inizio alla festa c’è la tradizionale sfida delle barche. Quest’anno si sono contese il titolo quattro imbarcazioni allegoricheche, sulla baia, hanno dato vita a diversi numeri ispirati a momenti storico-culturali dell’isola. A vincere il titolo, assegnato da una giuria tecnica e una popolare, la barca di “Procida” con il suo spettacolo ispirato alla vicenda di Ulisse e delle Sirene, raccontata da Omero nell’Odissea. Il canto XII narra, infatti, che il fatidico incontro di Ulisse con le tre donne-uccello fosse avvenuto proprio all’incrocio tra i Golfi di Capri, Ischia e Procida.
Festa di Sant’Anna: una tradizione che si rigenera
La festa di Sant’Anna è giunta quest’anno alla sua 84esima edizione, la prima è stata indetta nel 1932 da un gruppo di ragazzi dopo aver notato che, nella sera del 26, le barche dei pescatori erano solite recarsi presso la Chiesetta di Sant’Anna per recitare il rosario, e da allora questa ricorrenza resiste alle spinte della globalizzazione, dell’omologazione. C’è bisogno di momenti del genere, che diano valore ad una tradizione che è scritta nel nostro bagaglio culturale, addirittura genetico, ma di cui troppo spesso siamo dimentichi e verso cui troppo di frequente siamo distratti. I luoghi che ci circondano hanno un’anima antica. Abbiamo la fortuna di poter vivere e visitare posti millenari, luoghi che hanno conosciuto l’assedio di varie civiltà. Sembra che la gente oggi avverta il bisogno di conservare questo particolarismo, a dispetto della mercificazione dei media.
La gente non ha perso lo spirito, le strade dell’isola erano gremite di gente, non c’erano dubbi: il popolo di Napoli, e non solo, ha voglia di riscoprire i luoghi dell’anima.