Una figura onnipresente ma silenziosa: in ogni tempio, casa e preghiera. I suoi simboli sono il fuoco e il braciere, cuore della vita domestica che presiede. Pur essendo una delle divinità più importanti della mitologia greca, poche sono le leggende che la vedono protagonista. Tutto questo è la dea Estia, la custode del focolare sacro.
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Origini e ruolo: la prima e l’ultima degli Dei
È Esiodo, nella sua Teogonia, a presentarci la dea Estia come primogenita di Crono e Rea. Essendo la prima nata, fu anche la prima ad essere ingoiata dal padre, timoroso di essere spodestato. Quando Zeus costrinse Crono a rigurgitare i suoi fratelli, Estia fu l’ultima ad essere liberata. Per questo motivo è considerata sia la prima che l’ultima degli Olimpi, un paradosso che ne sottolinea la natura ciclica e centrale. Pur avendo sostenuto i fratelli nella Titanomachia contro i Titani, il suo ruolo nei miti rimane marginale e quasi sempre silenzioso.
La Carta d’Identità della Dea Estia | Descrizione |
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Ruolo Principale | Dea del focolare, della casa, della famiglia e della stabilità della comunità. |
Simboli | Il fuoco sacro, il braciere circolare. |
Status | Una delle tre Dee Vergini dell’Olimpo (con Atena e Artemide). |
Corrispondenza Romana | Vesta. |
La Dea Vergine: il voto di castità
Perché Estia è una dea vergine? A differenza delle sue nipoti Artemide e Atena, la cui verginità è legata all’indipendenza e all’azione nel mondo esterno, quella di Estia è simbolo del suo mondo interiore, della sua immutabilità e della sua dedizione totale al focolare. Nonostante fosse desiderata da dèi potenti come Apollo e Poseidone, Estia fece voto di castità eterna. Chiese a Zeus di poter rimanere vergine e di ricevere onori in ogni casa e tempio. Zeus acconsentì, concedendole il privilegio di presiedere a tutti i sacrifici e di essere venerata come cuore pulsante della vita domestica e civile.
I miti che la riguardano: Dioniso e Priapo
La dea Estia è protagonista solo in due miti principali, entrambi che ne sottolineano il carattere altruista e puro.
- La rinuncia al trono per Dioniso: Quando Dioniso, unico dio con un genitore mortale, ascese all’Olimpo, c’erano solo dodici troni, tutti occupati. Per evitare conflitti, Estia, priva di ambizione e dedita al focolare, cedette il suo posto al nipote. Questo gesto le valse l’appellativo di “Ultima Dea”, rafforzando la sua immagine di divinità umile ma essenziale.
- L’aggressione di Priapo: Durante un banchetto divino, Priapo, simbolo dell’istinto sessuale, tentò di abusare della dea mentre dormiva. Fu il raglio di un asino a svegliare Estia e gli altri dèi, costringendo Priapo a una fuga umiliante. L’asino, simbolo di lussuria, diventa qui paradossalmente il protettore della virtù della dea.
Il culto di Estia, la Dea del Focolare
Cosa protegge la dea Estia? Il fuoco sacro. Questo elemento era centrale in ogni rituale, rappresentando la protezione e la presenza della dea. Nel pritaneo, l’edificio pubblico al centro di ogni polis greca, ardeva perennemente il sacro focolare della città, simbolo della sua continuità e stabilità. Ogni cerimonia, pubblica o privata, iniziava e finiva con un’offerta a Estia. Quando i coloni partivano per fondare una nuova città, portavano con sé una fiamma dal pritaneo della madrepatria per accendere un nuovo fuoco, mantenendo così un legame spirituale indissolubile.
Estia e Vesta: la corrispondenza romana
Chi è la dea Vesta per i Romani? Vesta è l’equivalente romano di Estia, ma il suo culto assunse un’importanza statale ancora maggiore. A Roma, il fuoco sacro di Vesta, custodito nel suo tempio nel Foro dalle celebri Vestali, era considerato il garante della sopravvivenza e della potenza dell’Impero Romano. Se il fuoco si fosse spento, sarebbe stata una terribile sciagura, presagio della caduta di Roma. Le Vestali, sacerdotesse consacrate alla dea, dovevano mantenere un voto di castità trentennale, pena la morte.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.
Articolo aggiornato il: 02/09/2025