La città di Kowloon: tra fascino e inquietudine

la città di Kowloon

La città di Kowloon, anche conosciuta come la città murata, sembra essere uscita direttamente da un film distopico di fantascienza; l’incubo di ogni persona claustrofobica e uno dei luoghi più particolari del mondo.

Soprannominata il luogo più densamente popolato della terra, la città di Kowloon, estesa per 2,7 ettari, ospitava circa 50.000 persone al suo culmine nel 1990. Demolita nel 1993, quello che si trova al suo posto ora è uno spazio verde tentacolare e ben curato con manufatti e mostre che illustrano il passato della città. Mentre la maggior parte lo ricorderebbe come un’enclave senza legge, con alto tasso di prostituzione e cartelli della droga, altri hanno offerto una visione del suo lato più positiva. Alcuni degli ex residenti ricordano con affetto il vivace quartiere come una comunità unita in mezzo al caos di cemento.

Com’era veramente la vita nella città di Kowloon e come ha contribuito alla storia sociale di Hong Kong?

La storia della città di Kowloon ebbe inizio all’indomani della prima guerra dell’oppio (1839-1842). La Cina, avendo perso la guerra, dovette cedere una parte di Hong Kong all’Impero britannico con il Trattato di Nanchino. Nonostante ciò, per tenere meglio d’occhio la nuova colonia britannica, il governo Qing decise di costruire una fortezza murata lungo la baia di Kowloon. Questa piccola fortezza divenne nota come la città murata di Kowloon. In meno di 15 anni, la seconda guerra dell’oppio (1856-1860) scoppiò portando crescenti tensioni commerciali tra i governi cinese e britannico.

La sconfitta della Cina nella guerra ha portato a cedere un relativo controllo di Hong Kong ai britannici con la seconda convenzione di Pechino, nel 1898. Mentre i termini della convenzione concedevano alla Gran Bretagna un contratto di locazione di 99 anni di Hong Kong, la città di Kowloon ne era esente e rimase territorio cinese. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, gli occupanti giapponesi distrussero le mura della città per accumulare materiali per la pista del vicino aeroporto di Kai Tak. Quando gli inglesi riconquistarono il controllo di Hong Kong dopo la resa giapponese, si trovarono di fronte ad un altro difficile problema. Migliaia di rifugiati, fuggiti dalla guerra civile cinese, avevano cercato riparo nella penisola di Kowloon rifiutandosi di andarsene nonostante gli avvertimenti ufficiali. Nel 1948, gli inglesi avevano adottato una politica di non intervento, riconoscendo la giurisdizione del governo cinese, che rimase inalterata sul territorio.

Con il suo status politico scomodo e incerto, la città di Kowloon fu effettivamente lasciata a se stessa. Con un boom edilizio senza precedenti, negli anni ’50 e ’60, si reinventò presto come un paradiso per gli abusivi. Tant’è vero che, locali e architetti, non propriamente preparati, iniziarono a costruire sempre più edifici, intensificando la densità di popolazione. Alcuni immobili erano incastrati tra loro, mentre altri erano impilati sempre più in alto, raschiando a malapena il limite massimo di altezza di 14 piani.
Poiché più blocchi furono costruiti nei decenni successivi, la città di Kowloon divenne un luogo dove poca luce poteva raggiungere gli interni, guadagnando il soprannome di Hak Nam che significa Città delle tenebre in cantonese. Questa Hak Nam consisteva in un labirinto di circa 350 edifici, occupato da oltre 8.500 locali e 10.700 famiglie. Un miscuglio di cablaggi, cavi, tubi metallici, balconi in ghisa, annessi in mattoni e muri di cemento, esempio di oscurità industriale che riempie lo spazio. Un vero e proprio incubo per claustrofobici e urbanisti ed era difficile credere che al suo apice circa 50.000 residenti chiamavano questo posto casa. Afflitta da inquinamento persistente, condizioni di vita insalubri, e il rumore eccessivo, la città di Kowloon divenne una calamita per i parassiti, e talvolta attività discutibili. Infatti, nascosti nei suoi vicoli c’erano centinaia di medici e dentisti senza licenza che offrivano servizi a basso costo. Vi era un’abbondanza di strip club, negozi di droga, bordelli, e cinema pornografici: la città prometteva di soddisfare ogni desiderio. Nonostante i tassi allarmanti di attività criminali, il diritto comune non si applicava qui. In sostanza, la città murata di Kowloon era una città all’interno di una città, completamente autoregolante, lontano dagli occhi dei governi britannici e cinesi.

Man mano che la popolazione cresceva, i locali scavavano ulteriori pozzi e canalizzavano i tubi attraversando l’intero spazio. Data la densità della popolazione, pompare acqua nei serbatoi del tetto richiedeva energia ad alta intensità. I residenti si alternavano a conservare l’elettricità nelle loro rispettive famiglie in modo che l’approvvigionamento idrico potesse essere condiviso con tutti. Per oltre 40 anni, la città murata di Kowloon ha prosperato sulla negligenza del governo, sfruttando il suo stato politico imbarazzante.
Tuttavia, il 14 gennaio 1987, nelle prime ore del mattino, proprio mentre i residenti stavano svolgendo le loro routine quotidiane, le notizie di demolizione e riqualificazione della città furono diffuse. Allo stesso tempo, circa 400 funzionari del Dipartimento degli Alloggi di Hong Kong arrivarono sul posto: iniziarono ad erigere cordoni per le strade e i vicoli della città di Kowloon. In seguito, hanno bussato alle porte di ogni famiglia per esaminare i residenti, sfoderando una dichiarazione congiunta sino-britannica firmata due anni prima per trasferire la sovranità di Hong Kong alla Cina il 1º luglio 1997, e non ci fu resistenza da parte del governo cinese. Ciò permise al governo di Hong Kong di realizzare i suoi piani di demolizione e riqualificazione della città in pace. Tutto quello che dovevano affrontare era la risposta dei residenti per quanto riguarda il risarcimento e lo sfratto.

Mentre i piani ufficiali erano tenuti segreti, il governo di Hong Kong ha creato dei termini di compensazione, attento a non attirare l’attenzione di individui opportunistici che potevano trasferirsi in città solo per ottenere un risarcimento. Nell’arco di sei mesi, Kowloon è stata sotto stretta sorveglianza per far si che i funzionari potessero ottenere dettagli più accurati del censimento della popolazione. Mentre i negoziati sono continuati per due anni, il governo di Hong Kong ha elaborato un pacchetto di compensazione di 2,76 miliardi di dollari per i locali: per ogni singolo appartamento, i residenti ricevettero circa 350.000 euro e con questo, circa 33.000 residenti soddisfatti si trasferirono nel novembre 1991. Per coloro che si rifiutarono di muoversi, il governo di Hong Kong ricorse all’invio della polizia antisommossa per sfrattarli.
Circa nove mesi dopo, una cerimonia per dare il via alla demolizione ufficiale si tenne nella città di Kowloon in presenza di VIP e dignitari. Nell’aprile 1994, la città murata di Kowloon non esisteva più nella sua forma fisica, rimasero solo polvere, macerie e un’eredità culturale che non poteva essere demolita. Dopo la demolizione, il governo di Hong Kong mise in atto dei piani per rimodellare il sito in un parco. Conosciuto come Kowloon Walled City Park, è stato completato nell’agosto 1995 e ufficialmente aperto al pubblico a dicembre. Un’attenta considerazione è stata fatta anche per preservare l’eredità culturale della città murata di Kowloon.

Il Parco di Kowloon

Modellato sui giardini di Jiangnan della dinastia Qing, il parco di 3,1 ettari presenta otto componenti paesaggistiche. Sentieri e padiglioni nel parco hanno ereditato nomi di ex strade nella città murata di Kowloon. I manufatti sono stati esposti in sale espositive curate per continuare a raccontare l’affascinante storia del sito, ed anche lo Yamen (ufficio amministrativo) e i resti della Porta Sud della città furono restaurati e dichiarati monumenti di Hong Kong. Oltre ad essere un parco ricreativo, l’eredità della città di Kowloon continua a vivere e prosperare nella cultura popolare di oggi. Non solo ha la sua atmosfera anarchica, che ha ispirato bar, mostre, e manga, ma tracce della città distopica possono essere trovate anche in numerosi film e videogiochi. I fan di Batman Begins di Christopher Nolan vedrebbero sorprendenti parallelismi tra The Narrows, una baraccopoli murata a Gotham, e la città di Kowloon, che ha ispirato il regista ed il suo scenografo.

Una distopia nella vita reale che aveva catturato l’immaginazione e lo stupore del mondo. La città murata continua ad ispirare opere nella cultura popolare di oggi. Nonostante la sua storia controversa, la sua eredità persiste fino ad oggi come una sorta di anomalia storica che serve a ricordare di un tempo passato ad Hong Kong, dove l’illegalità e lo spirito comunitario hanno prosperato contemporaneamente nello stesso spazio.

Fonte immagine: Wikipedia 

A proposito di Anna Paola Ranieri

Vedi tutti gli articoli di Anna Paola Ranieri

Commenta