Nakupenda Kenya. Amore incondizionato per l’Africa

Nakupenda Kenya. Amore incondizionato per l’Africa

Nakupenda Kenya!

Nakupenda Kenya. In swahili, la lingua kenyota, significa “Ti amo Kenya”. Ecco, non si può pensare di visitare il Kenya, vivere lì una miriade di esperienze, e non lasciarsi bucare il cuore! È impensabile credere di riuscire a vivere l’Africa da turisti. Perché, una volta calcata quella terra, puoi solo mutare pelle, e capire un po’ di più l’amore. Il Kenya non lo visiti come fosse un museo o una questione marginale rispetto alle tue corde, ai tuoi disegni e ai tuoi programmi. Il Kenya lo vivi!

È ampiamente diffuso il concetto di “mal d’Africa”, quello per cui, una volta lasciata quella terra dolce e amara, sovviene, quasi inevitabilmente, una nostalgia acuta, che ti fa desiderare di tornarci quanto prima, per placare quel dissidio interiore, quella sorta di velato turbamento provato lontano da quella pelle, da quei grandi occhi colmi di speranza, dalla natura, dagli animali, dalla savana, dagli stenti, dai sorrisi di quei bambini, che urlano col cuore amore, dolcezza e intensità. Eppure, quel sentimento provato una volta raggiunto l’aeroporto, in procinto di tornare a casa, non necessariamente deve essere deprimente. Quel sentimento non è per forza “mal d’Africa”, perché si sopravvive benissimo al distacco.

Si ritorna alla propria vita, ma col cuore colmo di nuova linfa, grato per aver avuto la possibilità di sperimentare tutta quella bellezza, condita di dolore e felicità insieme, felicità nel possedere nulla, a parte la vita, la speranza e la genuinità di riuscire a godere del minimo: aria nei polmoni e quel sorriso, il più sincero mai visto prima d’allora. Per cui, salutando il Kenya, non si è inondati per forza di tristezza, del mal d’Africa appunto, quanto piuttosto di amore sano e incondizionato, forti di un’esperienza unica, che semina nell’anima qualcosa di duraturo, di perenne, da cui non sarà più possibile tornare indietro. Quel sentimento sarà ormai talmente radicato nell’essere da accompagnare ogni nuovo giorno, ogni pensiero, ogni azione, con la promessa a se stessi di allontanarsi da qualsiasi forma di spreco, materiale e concettuale. L’Africa può costituire una sorta di cura al mal di vivere, svuotando le mani e riempiendo occhi e cuore dei desideri più vivi, primo fra tutti quello di libertà, facendo proprio il mantra del pole pole (piano piano), un passo per volta, per avvicinarsi sempre di più alla propria genuina idea di felicità, lontano dagli eccessi, dal superfluo e da tutto quanto distoglie il cuore da ciò a cui più propende, persino da una comfort zone apparentemente impenetrabile ed ipocrita.

Ebbene, se l’Africa può fare qualcosa per noi, noi possiamo fare qualcosa per lei. In effetti, visitatori ed esploratori, in particolar modo gli italiani, costituiscono per il Kenya un autentico polmone. Sussiste a tal proposito un legame puro e autentico tra kenyoti e italiani: il turismo riesce a concedere loro un po’ di respiro dalla povertà, dagli stenti e dalle preoccupazioni. In cambio, quel popolo, i loro paesaggi, riescono a colmare il nostro cuore di vita, bellezza e amore assoluti.

Nakupenda Kenya. Un incantevole tour

Vivere il Kenya significa sperimentarlo, in tutte le sue sfaccettature. Pensare di stilare un elenco o una sorta di programma, come da manuale di un’agenzia viaggi, sarebbe riduttivo. Per poterlo immaginare, occorre per forza toccarlo con mano, vederlo con occhi limpidi e viverlo con cuore leggero, pronto a riempirsi di tutto quanto quella terra abbia da offrire. Senza veli, senza pregiudizi, senza schemi e senza scetticismi. Solo la voglia di tuffarsi e immergersi in una delle esperienze più incredibili, sensazionali e caleidoscopiche, che un viaggio possa regalare.

Tuttavia si può almeno cercare di menzionare e descrivere qualcuna di quelle esperienze, che già scalderanno il cuore alla sola lettura, desiderando pertanto preparare le valigie e prenotare un volo per l’incantevole Kenya.

Intanto, il clima mite e ventilato fungerà da ristoro, contro l’afa estiva che negli ultimi anni ormai si vive in Europa e altrove. Forse i più freddolosi non la penseranno allo stesso modo, ma verranno comunque rapiti dall’inevitabile fascino nature&wild kenyota.

Ovunque si decida di sostare – Watamu, ad esempio, a nord di Mombasa (la seconda città più grande del Kenya), può costituire una valida soluzione -, in uno dei villaggi che sorgono nelle immediate prossimità delle poverissime e fatiscenti abitazioni kenyote, gli autoctoni saranno ben felici di accogliere la nostra voglia d’avventura ed esplorazione.

Una delle prime caratteristiche paesaggistiche che sarà possibile notare è la secca delle acque per i forti venti: il mare, in tali determinate circostanze, si ritira al punto da lasciar scoperta la terra e crearne di nuove, come la suggestiva isola denominata Sardegna 2. Un paesaggio mozzafiato, che si presta ad incantevoli scatti fotografici e all’osservazione dei ricci di mare e granchi che sbucano con facilità, colonizzando il territorio.

Jambo sarà il primo termine che impareremo in questa terra. Si tratta del loro solare ed entusiastico “ciao”, che assume con inflessione kenyota tinte esotiche, cordiali e vivaci di chi non ha bisogno di nulla per essere felice.

Famosi e famigerati i beach boys, che costellano le spiagge, attaccandosi con tutte le speranze e la determinazione al desiderio vacanziero dei visitatori. Un simpatico e alternativo “elemento di disturbo”, che fa sorridere più che arrabbiare.

Per le strade scorrazzano costantemente le moto taxi, offrendo passaggi in sella ai turisti fuori dai villaggi, tra mucche e bambini che adornano i sentieri.

La manifattura del legno è tra le attività più pregiate in quei territori. E sarà possibile toccare con mano ed acquistare magnifiche sculture, perfettamente intagliate e decorate, presso la Fabbrica del legno a Malindi.

Lasciando la splendida spiaggia dorata a Che Shale – che grazie a particolari proprietà minerali dell’acqua, tale tratto di costa presenta un meraviglioso bagnasciuga color dell’oro, luccicando tra le mani una volta toccata quella sabbia -, un simpaticissimo e talentuoso traghettatore condurrà all’Isola di Robinson. Lì ci si lascerà emozionare e rapire il cuore al suono delle delicate e dolci voci dei bambini, che intoneranno per noi una canzoncina lì famosissima, Jambo Bwana. Una volta offerto del cibo a quelle incantevoli creature, un minuscolo e simbolico aiuto, si potrà gustare un pranzetto prelibato, a base di granchio appena pescato, riso ed altre specialità.

Nella stessa giornata sarà possibile visitare una delle località più panoramiche in territorio kenyota, specie se in prossimità del tramonto. Si tratta di Marafa Canyon, con la sua Hell’s Kitchen (Cucina del diavolo). Un nome suggestivo per uno scenario paesaggistico ancor più suggestivo, sorto dalla combinazione di leggenda e condizioni climatiche (un caldo diurno infernale, raggiungendo anche i 50°). I colori del tramonto si fondono con il rosso, il rosa e il bianco di quelle rocce, donando ai visitatori un’esperienza multisensoriale, dalla vista all’udito, all’olfatto, fino al tatto. Per chi avrà già avuto la fortuna di visitare il Grand Canyon in Arizona, l’approccio iniziale al Canyon kenyota potrà essere scettico. Tuttavia, non appena ci si fermerà in cima ad osservare quelle meravigliose sfumature di colori e tonalità terrose – che denotano un paesaggio costituito dall’alternarsi di pinnacoli, burroni, gole, guglie e pilastri di pietra con altezze vertiginose -, ci si perderà totalmente alla fruizione di tanta immensa bellezza e spettacolarità. Ad impreziosire questo tour suggestivo, l’inaspettata compagnia dei dolci bimbi kenyoti, che ti scelgono letteralmente, prendendoti per mano, senza mollarti fino al termine del giro. Un’esplosione di emozione, altruismo e sensibilità, che colmerà il cuore emotivamente insaziabile. Con la loro dolcezza ed attenzione, ti mostreranno i colori della terra, portandoti a sperimentarli sulla pelle; ti aiuteranno tra discese e salite più ripide, e alla fine si potrà provvedere a distribuire loro un po’ di gratitudine, elargendo vestiti, quaderni e cibo, che costituiscono per quei teneri occhioni dolci beni primari. Quella al Marafa Canyon costituirà davvero un’esperienza unica e suggestiva.

Tra i luoghi caratteristici da visitare, vicino Watamu, eccellono le Rovine di Gede, uno dei pochi siti storici del Kenya, rese accattivanti dalla compagnia delle simpaticissime e golose scimmiette, pronte a saltare sulle spalle e sulla testa per arraffare di mano banane e arachidi. Non si tratta di scimmiette dispettose e ladruncole, perché, contrariamente a quelle che si aggirano nei territori del safari, le scimmiette di Gede sono abbastanza educate, afferrando dai visitatori nient’altro che cibo, e prestandosi a carinissimi, simpaticissimi e imperdibili scatti fotografici. Una più che valida alternativa a qualche ora in spiaggia!

Per i più romantici e per chi in vacanza ricerchi spiagge paradisiache, imperdibile sarà la tappa presso l’Isola dell’Amore, proprio a Watamu. La particolarità di questa splendida località balneare risiede nel gioco della marea, che, abbassandosi, lascerà scoperta una lingua di sabbia, creando la forma di un cuore. La stessa sparirà con l’alta marea. Una spiaggia dai colori caraibici, con sabbia chiarissima ed acque turchesi e cristalline, dov’è possibile osservare per lo più colorate stelle marine, immergendosi nel totale relax e benessere, uniti alla possibilità di riprodurre scatti fotografici unici e accattivanti.

Il soggiorno in Kenya riserva ogni giorno incredibili sorprese, rendendo l’esperienza di questo viaggio sensazionale. Nei villaggi scelti per sostare, gli chef non solo saranno impegnati ad offrire ai clienti quotidianamente le proprie prelibatezze culinarie a colazione, pranzo e cena, ma li renderanno anche protagonisti e artefici delle specialità kenyote: sarà possibile, ad esempio, partecipare a lezioni di cucina, per imparare a preparare i gustosissimi Samosas, piatto tipicamente africano costituito da piccoli triangoli di frittelle, ripieni di carne o verdura, insaporiti con spezie tipiche della cucina kenyota.

Un’ulteriore imperdibile tappa prima di lasciare Watamu, per vivere una delle esperienze più particolari in terra kenyota, sarà l’aperitivo al tramonto a Lichthaus: qui si potranno gustare ottimi cocktail, accompagnati da prelibatezze culinarie, serviti su una delle coloratissime e morbide poltrone, con in sottofondo musica lounge e caraibica. Se la fortuna è dalla vostra, riuscirete ad ottenere una postazione molto suggestiva: le amache con cuscini, poste intorno al perimetro del locale, per godere dell’aperitivo in un luogo davvero unico e rilassante, a strettissimo contatto con il mare sottostante, desiderando quasi tuffarsi per l’incantevole bellezza che occhi e anima potranno sperimentare.

Nakupenda Kenya. L’incredibile Safari

E, come anticipato, giunge il momento forse più atteso dell’intero viaggio in Kenya: il Safari. La scelta tra Taita Hills, Tsavo Est e Amboseli è quasi impossibile: ciascuno dei Parchi menzionati svelerà sorprese ed emozioni imperdibili. A Taita Hills, però, sarà possibile soggiornare nelle suggestive palafitte su terra, da cui sarà già semplicissimo osservare le prime specie animali, che normalmente siamo abituati a vedere solo nei documentari televisivi o nei film. Zebre, gnu ed elefanti quasi si toccheranno con mano, già prima di cominciare l’avventuroso tour in Jeep, sia diurno, sia (e in maniera ancor più suggestiva) notturno. Ebbene, sveglia alle cinque, primo safari del giorno e poi colazione abbondante, per riprendere con entusiasmo a girovagare, a tu per tu con la natura, tra una ricca e variegata fauna africana. I disneyani doc non potranno allontanare in quegli istanti le canzoni intramontabili de Il Re Leone, che naturalmente si materializzeranno nella mente, nel cuore e sotto pelle.

Una raccomandazione da tener presente, prima di immergersi a capofitto nel Safari, consiste nel munirsi di indumenti pesanti, come felpe e sciarpa, in quanto l’escursione termica tra alba/notte e ore centrali del giorno è abbastanza decisa. A parte questo, munitevi di fotocamera di qualità, binocolo e via, pronti per l’incredibile, entusiastico e multiforme Safari!

Scorrazzando in Jeep tra i Parchi sarà a volte difficile, ma non impossibile, avvistare il re della savana con le leonesse cacciatrici, intenti a gustare le prede appena catturate o persino durante l’accoppiamento. Elegantissime le giraffe, che con i loro dolci visini sembrano quasi mettersi in posa per voi, così incredibilmente vicine. E ancora i coloratissimi struzzi, che con il loro piumaggio e siluette eseguiranno anche una specie di meravigliosa danza dell’amore, il tutto osservabile a distanze talmente ravvicinate da non sembrare reali! Che dire dei bufali, cinghiali (il simpaticissimo Pumbaa!) e gazzelle, che sarà possibile osservare, intenti ai loro rituali quotidiani di spostamento, riposo e procacciamento di cibo. Tra i Parchi più grandi, immensi, dove talvolta risulterà anche più complicato avvistare la fauna kenyota, specie i leoni, si annovera lo Tsavo Est, che, con i suoi tratti sentieristici rosso intenso, renderà ancor più unica e suggestiva l’incredibile ed imperdibile esperienza del Safari.

Prima di lasciare il Kenya, sarà d’obbligo una visita presso la Tribù dei Masai. Si tratta di un popolo nilotico, che vive sugli altopiani intorno al confine tra Kenya e Tanzania. Il capo tribù sarà lieto di mostrare ai visitatori le loro abitudini di vita, rimaste pressoché preistoriche: tuniche per abiti (alcuni bimbi nemmeno quelle), abitazioni fatiscenti di ridotte dimensioni (ospitanti anche una decina dei membri di una famiglia), brande dure per letti, l’antichissima pratica di accensione del fuoco con strumenti di legno e paglia, e le danze corali, che rendono questo popolo affascinante e cristallizzato in un tempo mai perduto.

Ebbene, con il Kenya è amore a prima vista, colmo di una miriade di esperienze, che sarebbe impossibile vivere e riprodurre nell’ordinario. Il Kenya è una terra semplicissima, che richiede però, per essere capita, la totale apertura del nostro cuore, degli occhi e di braccia pronte a circondare tutto l’incredibile, la bellezza, la gentilezza, la dolcezza e l’avventura che la terra rossa bianca e verde può offrirci. E se capiterà di sentirsi nostalgici lontano da lei, basterà pronunciare il termine Nakupenda, e un sorriso timido e gioioso sorgerà all’angolo della bocca, come un’alba kenyota nasce nell’anima desiderosa di libertà.

 

Foto: Personale

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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