Il pagpag è un piatto filippino, la cui peculiarità risiede nel fatto che viene ricavato dalla spazzatura, ossia dagli scarti di cibo delle persone benestanti.
La povertà nella capitale filippina
Manila, capitale delle Filippine, si presenta come il centro di una prosperosa area metropolitana fortemente cosmopolita, che conta oltre 12 milioni di abitanti. Tuttavia, la progressiva crescita demografica, iniziata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha creato una frattura rilevante per una larga porzione degli abitanti della capitale, i quali, trovatisi senza opportunità, sono stati costretti a spostarsi nelle cosiddette baraccopoli. Le baraccopoli si presentano come luoghi notoriamente degradati, le cui condizioni igieniche e di vita sono così precarie da poter essere considerate al limite della dignità umana. In esse, intere famiglie si trovano segregate in spazi estremamente ridotti, inospitali, troppo caldi in estate e troppo freddi in inverno, con pezzi di lamiera spesso utilizzati al posto dei tetti. Tra le baraccopoli più note a Manila figurano Happyland e Tondo, in cui è presente il fenomeno del pagpag.
Come si prepara il pagpag
Il pagpag è un termine tagalog che descrive il cibo più diffuso tra le baraccopoli di Manila. Questo “piatto” è composto da pezzi di pollo ricavati dagli scarti delle persone benestanti, provenienti da fast food quali KFC, McDonald’s o Jollibee. È importante ricordare che i fast food sono ristoranti che offrono la possibilità di mangiare cibi rapidi, preparati con prodotti tendenzialmente di dubbia qualità. Il pagpag viene raccolto dai cosiddetti raccoglitori, ossia persone che rovistano nei rifiuti una volta che il camion della spazzatura è giunto a destinazione. Queste persone, come documentato da diverse inchieste giornalistiche, si occupano di scegliere, tra i rifiuti, i pezzi di pollo rimasti intatti nelle confezioni, che possano essere poi mangiati. La fase successiva prevede la preparazione: il pollo viene lavato più volte per eliminare tutti i residui e infine fritto almeno due volte, per poi essere servito agli abitanti di Happyland e Tondo.

È senz’altro il ritratto di un divario sociale estremamente drammatico, che mostra l’ennesimo tentativo di sopravvivenza da parte di una fetta di popolazione che viene ignorata, inascoltata, lasciata “marcire” nella propria povertà estrema senza un barlume di speranza. Eppure, nelle baraccopoli di Manila si sorride a discapito delle disgrazie: nel documentario di Giuseppe Bertuccio D’Angelo, lo youtuber Progetto Happiness, si vedono forti immagini che descrivono tale situazione, mostrando un popolo affranto, ma capace di trovare la forza e la volontà di aggrapparsi alla vita e alla speranza in un domani migliore.
Fonte immagine in evidenza: Foto di Rated Korina su Wikimedia