Tristan da Cunha: l’isola più remota al mondo

Tristan da Cunha: l'isola più remota al mondo

Nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico, distante all’incirca 2810 km da Città del Capo in Sudafrica, lisola di Tristan da Cunha sorge nei meandri più remoti del mondo, rappresentando un vero e proprio granello di terra disperso nel profondo blu dei mari. Per quanto possa risultare difficile da credere, l’isola è abitata e la lingua ufficiale è quella inglese! Per comprendere al meglio questa storia bisogna partire fin dal principio e capire in che modo gli europei si sono imbattuti in quest’isoletta che ad oggi ospita un vero e proprio insediamento abitativo, che prende il nome di Edimburgo dei sette mari.

Origini dell’insediamento

L’isola di Tristan da Cunha prende il nome dal navigatore portoghese che la scoprì nel 1506: egli però non sbarcò sull’isola, tant’è che la prima volta che qualcuno mette piede sull’isola è nel 1643, quando una nave olandese attraccò in cerca di acqua e viveri. Gli olandesi successivamente organizzarono ulteriori spedizioni per decidere se colonizzare o meno l’isola, ma l’ipotesi fu scartata a causa di un fattore molto importante che tutt’oggi segna profondamente il destino di Tristan da Cunha: l’isola non dispone di un’insenatura che possa fungere da porto naturale.

Nel 1811 tre marinai, tra i quali l’italiano Tommaso Corri di Livorno, si insediarono sull’isola cercando di farne una loro proprietà, ma malauguratamente gli altri due uomini morirono dopo poco tempo. Nel 1816 l’esercito britannico decise di colonizzare l’isola per anticipare i francesi ed impedire a questi ultimi di architettare la liberazione di Napoleone Bonaparte, il quale era stato esiliato un anno prima sull’isola di Sant’Elena. A partire da questo momento, sull’isola comincia ad aumentare il numero di abitanti grazie all’arrivo di persone britanniche e donne provenienti dal Sudafrica e Sant’Elena: nel 1867 la visita del duca di Edimburgo, il principe Alfredo, crea il pretesto per battezzare l’insediamento cittadino dell’isola con il nome di Edimburgo dei sette mari.

Una curiosità molto particolare che riguarda l’Italia è il fatto che nel 1892 su una nave con a bordo 16 italiani che navigava in direzione di Città del Capo divampò un incendio, che costrinse i marinai a far arenare l’imbarcazione proprio a Tristan da Cunha: 2 dei 16 marinai, tali Gaetano Lavarello ed Andrea Repetto, decisero di rimanere sull’isola per tutta la vita e procrearono più volte, tant’è che ancora oggi i due cognomi italiani sono presenti tra gli abitanti dell’isola!

Inaccessibilità

Come già accennato in precedenza, l’isola risulta di difficile accesso poiché non dispone di un porto. Ad oggi per raggiungerla bisogna prendere una nave dal Sudafrica e navigare in mare aperto per circa due settimane: dopo questi 14 giorni si avvisterà l’isola di Tristan da Cunha e la nave sarà costretta ad ormeggiare a distanza di sicurezza dalla costa, dove da qui una scialuppa porterà i visitatori sulla terra ferma. Molto spesso però le acque agitate non consentono neanche l’attracco di piccole imbarcazioni e non è raro essere costretti a tornare indietro senza riuscire a visitare l’isola! Nei pressi di Tristan da Cunha si trova un’altra isoletta di nome Isola Inaccessibile, che rende bene l’idea di quanto sia complicato per le navi attraccare in questi territori: quest’isola è disabitata e inesplorata ed insieme alle isole Nightingale e l’isola Cough completa l’arcipelago di Tristan da Cunha (l’arcipelago prende lo stesso nome dell’isola).

Abitanti e vita sull’isola

Attualmente l’isola di Tristan da Cunha conta 234 abitanti, tutti ovviamente circoscritti nella zona abitativa di Edimburgo dei sette mari. L’insediamento cittadino presenta tutte le caratteristiche di un piccolo paesino di provincia: è possibile trovarvi infatti una piccola chiesa, un ristorante specializzato in Empanadas, un bar di nome Albatross, un market, un ospedale denominato Camogli Hospital in onore dei due cittadini liguri già citati in precedenza ed una scuola. Come già accennato all’inizio dell’articolo, la lingua ufficiale è quella inglese e la popolazione si accontenta dello stretto necessario per poter vivere: oltre alle piccole attività commerciali, l’economia è basata principalmente sulla pesca e sulla vendita di suggestivi francobolli locali creati dagli isolani. I più giovani decidono spesso di lasciare l’isola per andare a studiare altrove, tornandoci saltuariamente per riabbracciare i loro affetti. Essendo la popolazione molto ridotta, ovviamente vi è un grande senso di appartenenza ed una sensazione di famiglia allargata, dato che tutti conoscono tutti: vien da sé che la percentuale di reati a Tristan da Cunha rasenti lo zero e che la piccolissima centrale di polizia presente sull’isola non sia troppo impegnata durante l’anno.

La vita su un’isola è sempre più complicata, figurarsi quella su un’isola lontana da tutto: nel caso in cui però qualche introverso decida di allontanarsi per un po’ dalla monotonia della vita moderna, questo luogo è pronto ad accogliere calorosamente ogni visitatore proveniente da qualsiasi parte del globo!

Fonte immagine: Wikimedia commons, opera propria di Yagerq

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