Claude Monet: biografia, stile e opere del padre dell’Impressionismo
Claude Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926) è stato il fondatore e il più celebre esponente dell’Impressionismo, un movimento artistico rivoluzionario sviluppatosi in Francia tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Gli artisti impressionisti, stanchi della pittura accademica, desideravano creare opere che riflettessero il mondo attraverso le loro personalissime percezioni. Il focus si spostava su come la luce e il colore potessero definire un fugace momento nel tempo. Il colore era l’elemento primario, applicato con pennellate rapide e visibili per catturare l’essenza dell’istante. Approfondiamo la biografia e lo stile unici di Claude Monet.
La biografia di Claude Monet: i primi passi e la formazione
La famiglia Monet si trasferì in Normandia quando Claude aveva appena cinque anni. La professione del padre Adolphe, che gestiva un’attività di forniture navali, portò la famiglia sulla costa. Questo trasferimento fu determinante per l’arte di Claude Monet, che crebbe a stretto contatto con una natura selvaggia e i cieli mutevoli della Manica. A 15 anni, si fece notare come abile caricaturista, guadagnando una certa fama locale.
L’incontro con Boudin e l’amore per la pittura en plein air
La vera svolta avvenne grazie all’incontro con il pittore Eugène Boudin, che lo incoraggiò ad abbandonare le caricature per dedicarsi alla pittura di paesaggio en plein air, ovvero all’aperto. Fu una rivelazione. Monet imparò a osservare la natura e a catturare gli effetti della luce direttamente sulla tela. Con l’appoggio del padre, che lo raccomandò al pittore Armand Gautier, si recò a Parigi nel 1859. Frequentò l’Académie Suisse, ma dovette interrompere gli studi nel 1861 per il servizio militare in Algeria. Rientrato a causa di una malattia, entrò nello studio di Charles Gleyre, dove conobbe futuri compagni impressionisti come Sisley e Renoir.
La vita personale di Claude Monet: tra amori e difficoltà
La vita familiare di Monet fu segnata da momenti di grande gioia, come il matrimonio con la sua musa Camille Doncieux e la nascita dei figli Jean (1867) e Michel (1878), ma anche da profondi dolori. Subì la perdita del padre nel 1871 e, in modo devastante, quella dell’amata Camille nel 1879, seguita anni dopo da quella del figlio Jean nel 1914. La scomparsa della moglie lo gettò in una tale disperazione da fargli meditare un gesto estremo, fortunatamente non compiuto. Negli anni ’90 dell’Ottocento, dopo essersi stabilito a Giverny, si affermò definitivamente come leader della scuola impressionista, ottenendo finalmente riconoscimenti e stabilità economica. Continuò a dipingere instancabilmente fino a quando, nel 1926, un tumore ai polmoni lo portò alla morte nella sua amata casa.
Lo stile e le opere di Claude Monet: catturare l’istante
Lo stile di Claude Monet si fonda sulla volontà di rappresentare lo stesso paesaggio da angolazioni e in momenti diversi per studiare le infinite variazioni della luce e dell’atmosfera. Il suo obiettivo era cogliere una specifica impressione visiva, un istante fugace, prima che svanisse.
Impressione, sole nascente: il dipinto che diede il nome all’Impressionismo
Un esempio perfetto di questa ricerca è “Impressione, sole nascente” (1872). Il dipinto, che raffigura il porto di Le Havre avvolto nella nebbia mattutina, fu presentato alla prima mostra del gruppo nel 1874. Un critico, Louis Leroy, usò il termine “impressionista” in senso dispregiativo, ma gli artisti lo adottarono con orgoglio, dando così il nome al loro movimento.

Le serie: la cattedrale di Rouen e l’ossessione per la luce
Dagli anni ’80, Monet si dedicò sistematicamente a raffigurare i medesimi soggetti in serie. Il suo scopo era documentare come la percezione di un oggetto cambi con il variare delle condizioni luminose e atmosferiche. La serie de “La cattedrale di Rouen” è emblematica: circa 30 tele dipinte dallo stesso punto di vista, ma in diverse ore del giorno e stagioni, diventano uno studio quasi scientifico sulla scomposizione della luce sulla pietra.

Le ninfee di Giverny: il testamento artistico di Claude Monet
L’ultima fase della sua carriera, influenzata anche dal progressivo peggioramento della vista a causa della cataratta, fu dedicata quasi interamente al suo giardino di Giverny. Le “Ninfee” sono il suo testamento artistico. Monet progettò il suo stagno come un’opera d’arte vivente, per poi ossessionarsi nel ritrarne la superficie. In questi ultimi dipinti, realizzati su tele monumentali, i punti di riferimento spariscono. L’osservatore è immerso in un mondo di colore e luce, ai confini dell’astrattismo, un’esperienza visiva totale che oggi possiamo ammirare al Musée de l’Orangerie di Parigi.

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