Drive-in, storia dei primi cinema all’aperto

Drive-in

La storia dei drive-in, i famosi cinema e ristoranti all’aperto che hanno spopolato negli USA a partire dagli anni ’50 e che potrebbero ben presto tornare.

Quanti di voi hanno mai sentito parlare dei drive-in? Molti di voi lo conosceranno grazie a una serie televisiva come Happy Days in cui era presente il bar di Arnold, luogo di ritrovo di Fonzie e dei suoi amici. Bene, quello è un esempio di drive-in. Questa parola identifica anche un locale pubblico (cinema, ristornate, banca e persino chiesa) in cui è possibile ricevere o eseguire servizi stando comodamente seduti sul sedile della propria auto.

Un po’ di storia

Ma quando nasce il drive-in? Tutto ha inizio nel 1921 quando nella cittadina di Dallas, in Texas, aprì il Kirby’s Pig Stand. Il successo del locale era riassumibile sia nella formula grazie alla quale i clienti avevano la possibilità di effettuare le proprie ordinazioni comodamente seduti in macchina, modalità che verrà ripresa anche dalle grandi catene di fast food quali McDonald’s e Burger King, e anche nella presenza di cameriere vestite in modo provocante e che servivano i clienti sui pattini a rotelle dette carhops.

Tuttavia il drive-in ottenne il successo maggiore soprattutto come spettacolo cinematografico. Nel 1932 Richard Milton Hollingshead ideò una soluzione per la madre che a causa di problemi di peso non riusciva a sedersi sulle poltrone del cinema, troppo stretti per una persona della sua stazza. Sistemò la donna nell’auto di famiglia e appese un lenzuolo tra due alberi del suo giardino, dove proiettò un film per la sua famiglia e i vicini. Nel 1933 la famiglia Hollingshead registrò il brevetto della loro invenzione e il 6 giugno si tenne il primo spettacolo ufficiale. Per cercare di offrire il miglior spettacolo possibile Richard posizionò degli altoparlanti direzionali, in modo che l’audio del film venisse diffuso anche tra le auto più lontane.

L’idea del drive-in finì così per diffondersi in tutti gli Stati Uniti, raggiungendo l’apice a partire dagli anni ’50. Con il prezzo relativamente basso del biglietto costituiva un’alternativa economica e facilmente accessibile rispetto alle grandi sale cinematografiche, più lussuose e dai prezzi proibitivi per molti. Curiosamente l’industria del cinema farà suo un rito nato proprio nell’ambito del drive-in: la distribuzione di pop corn e bibite gassate, che costituivano un’importante parte di profitto per i gestori di questi locali all’aperto.

Ma il drive-in divenne anche un vero e proprio luogo generazionale, dove oltre alle famiglie numerose con annessi bambini rumorosi si trovavano spesso gruppi di amici o coppiette di fidanzati i cui genitori erano rimasti a casa a guardare il televisore, un nuovo mezzo che si andava affermando proprio in quegli anni (gli anni di Happy Days, come si è detto all’inizio).

Per quanto riguarda la programmazione dei drive-in, va detto che i film proiettati non potevano definirsi di “qualità”. Si trattava soprattutto di b-movies, cioè di film a basso costo girati in pochi giorni e molto discutibili sul lato recitativo e della sceneggiatura. Ma non è detto che tutto il cinema dei drive-in dovesse essere per forza inguardabile, se si pensa che molte pellicole horror di un regista apprezzabile come Roger Corman siano state inserite all’interno di questi spettacoli.

Il drive-in non ci ha messo molto a uscire dai confini nazionali per espandersi in tutto il mondo, giungendo anche in Italia. Nel 1957 sul litorale romano, in una zona compresa tra Axa e Castel Palocco, fu inaugurato un cinema all’aperto lungo 60.000 metri quadrati e capace di ospitare 750 automobili.

La fine del drive-in (e il suo possibile ritorno)

Con il passare degli anni e lo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi metodi per consumare lo spettacolo cinematografico, il drive-in cadde in un’inevitabile periodo di decadenza. Di queste immense aree di terra adibite a enormi cinema non ne restano che pochi esemplari, testimonianza di un passato che dovrebbe essere bello che sepolto.

Abbiamo usato il condizionale non per pura casualità, dato che il drive-in potrebbe tornare alla ribalta. È infatti di pochi giorni fa la notizia di un’iniziativa proposta da Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA, volta a sostenere il settore del cinema che non è stato risparmiato dalle conseguenze portate dall’epidemia di Covid-19. Allo scopo di limitare i rischi di nuovi contagi, durante quella che sarà la “fase 2” si potrebbe optare per aprire dei nuovi drive-in durante la stagione estiva.

Insomma, sembra che la storia del drive-in sia lontana dall’essere conclusa e, seppur in circostanze non proprio felici, i «cinema all’aperto» di cui Raphael Gualazzi profetizzava un ritorno qualche anno fa ne L’estate di John Wayne potrebbero davvero rinascere.

Fonte immagine copertina: pixabay.com

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A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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