L’Isola delle Rose raccontata da Sydney Sibilia

isola delle rose

Un uomo normale non può farsi un’isola.

Italia, 1968. Sono anni di contestazioni, movimenti libertini e progetti utopistici.

Italia, 1968. Un ingegnere bolognese, Giorgio Rosa, figlio dei suoi tempi, cerca di dare forma alla libertà che sogna e la immagina in mezzo al mare, a 6 miglia dalla costa romagnola: un’isola di 400 metri quadrati, sostenuta da nove piloni in acciaio, l’Isola delle Rose (in esperanto Insulo de la Rozoj).

Un microcosmo indipendente, privo di regole e pregiudizi. Tre rose rosse raccolte sul fondo bianco di uno stemma sannitico il suo simbolo. Tre rose, dal cognome del suo ideatore. Tre rose, dalla sua volontà di vedere fiorire le rose sul mare

Una vicenda vera, seppur romanzata, quella che Sydney Sibilia racconta ne L’incredibile storia de l’Isola delle Rose, prodotto da Groenlandia e distribuito su Netflix dal 9 dicembre 2020. A vestire i panni di Giorgio Rosa un sempre vincente Elio Germano, da poco premiato al Festival di Berlino, come miglior attore, per l’interpretazione di Antonio Ligabue nel film Volevo Nascondermi.

Quella che per gli altri era un ammasso di legno e acciaio, per Rosa era necessità di espressione, bisogno di sovvertire una società omologata, un non-luogo che il 1 maggio del 1968 dichiarò indipendente e di cui si dichiarò presidente. Un vero stato, la Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose, con tanto di francobolli, moneta (il Mill, mai battuto) e lingua autonoma, l’esperanto.

A sostenere il suo progetto la compagna Gabriella (Matilda De Angelis), nonostante le iniziali riserve, e un gruppo di amici: Pietro (Alberto Astorri), Franca (Violetta Zironi) e l’inseparabile Maurizio Orlandini (Leonardo Lidi), tutti accomunati da un entusiasmo giovanile e sessantottino (Lo senti, st’odore di libertà?!), che dovrà fare ben presto i conti con una politica vecchia e bigotta. 

Quattrocento metri per affermare un sogno, pochi mesi per smantellarlo e affondarlo. Perché l’Italia degli anni Sessanta, l’Italia del Presidente Leone (Luca Zingaretti), l’Italia della Democrazia Cristiana guarda con sospetto a quell’idea, e il presidente degli Interni Restivo (Fabrizio Bentivoglio), pur tra i fautori dell’art. 11 della Costituzione, sarà responsabile della guerra dichiarata all’isola, sarà responsabile del naufragio di quell’idea giudicata pericolosa. 

Decisamente riuscita l’operazione di Sibilia, che ha affermato di essere da tempo affascinato dalla vicenda di Giorgio Rosa. Un cast di altissima qualità sapientemente scelto, che si muove in una scenografia perfettamente aderente agli anni Sessanta. Impeccabili anche la fotografia, meravigliosi i colori dell’epoca e le colonne sonore, che danno voce agli ideali di quegli anni.

Ideali non sempre tradotti in realtà, ma che testimoniano l’importanza dei sogni e del coraggio necessario a realizzarli, perchè, citando l’amico dell’ingegnere bolognese, Maurizio Orlandini, bisogna pur correre dei rischi se vuoi cambiare il mondo

Di seguito il trailer de L’incredibile storia de l’isola delle rose

Fonte immagine: https://www.chiamamicitta.it/lincredibile-storia-dellisola-delle-rose-su-netflix-dal-9-dicembre-ecco-il-trailer/

 

 

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A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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