Harry Potter è una saga di romanzi fantasy creata dalla scrittrice e filantropa britannica J.K. Rowling, pubblicata in sette volumi tra il 1997 e il 2007. La serie ha riscosso uno straordinario successo tra giovani e adulti, affermandosi come una delle storie più acclamate e amate in tutto il mondo.
Ridurre, però, quest’opera a un semplice racconto di magia, creature fantastiche e intrattenimento sarebbe un errore: è denso di contenuti morali e messaggi profondi ed è questo che ci permette di considerare Harry Potter come romanzo di formazione a tutti gli effetti.
Harry Potter come romanzo di formazione: l’amore e l’amicizia che superano la magia
Uno dei primi insegnamenti non poteva che essere l’amore, in tutte le sue sfaccettature. Harry, cresciuto in un ambiente privo di affetto, imparerà presto cosa significa essere circondato da amici e adulti protettivi. Nel corso della storia si capirà che nessuno si salva da solo: abbiamo bisogno degli altri per superare le difficoltà della vita. Valori come lealtà, fiducia e aiuto reciproco sono la chiave centrale del libro che si rivelano essere più potenti della magia stessa. L’immenso Albus Silente, preside di Hogwarts, riassume questa (e tutte le tematiche) in una delle sue iconiche frasi: «Non è un segno visibile, ti resta dentro. L’amore Harry, l’amore».
L’importanza delle scelte e della redenzione
«Non sono le nostre capacità a dimostrare chi siamo davvero, ma le nostre scelte» – A.S.
La scrittrice ritiene che ognuno di noi può compiere delle scelte e intraprendere la strada della redenzione. Lo vedremo con personaggi come Severus Piton il quale sacrificherà la propria immagine e la propria reputazione (persino la propria vita) per proteggere Harry e contribuire alla disfatta di Voldemort; oppure con Draco Malfoy, che cresciuto in un ambiente dominato dall’odio e dalla supremazia, crescerà incarnando gli ideali familiari, dai quali, verso la fine, vorrebbe distaccarsi. Se personaggi come questi sono la definizione di redenzione, Harry e i suoi amici sono coloro che permettono alle persone di cambiare e di essere reintegrati.
Le discriminazioni nel mondo magico
Anche nel mondo magico, le differenze diventano un fattore per escludere l’altro. Vi sono discriminazioni contro gli elfi domestici, i mezzosangue, i babbani, i lupi mannari o altre creature considerate non ordinarie e pericolose.
Nella saga ritroveremo un’ideologia che si fonda sul suprematismo e l’ossessione per le razze pure che ci riporta alle ideologie totalitarie del Novecento. Oppure vedremo come Hermione Granger si batterà per i diritti dei poveri elfi istituendo l’associazione C.R.E.P.A., mostrando un forte impegno politico e sociale. La Rowling denuncia l’assurdità e il pericolo di queste discriminazioni e pregiudizi che possono portare a conseguenze disastrose, e sottolinea la somiglianza inquietante con quelle del nostro mondo.
Affrontare sé stessi, il più grande atto di coraggio
Il coraggio non si manifesta solo in battaglia, ma è soprattutto quello di affrontare sé stessi e superare le proprie paure. Ce lo dimostreranno la guerra, le sfide e le lezioni del professor Lupin sui mollicci. E ancora Silente, sottolinea il valore del coraggio prendendo come esempio Neville Paciock: «Occorre un gran coraggio a resistere ai nostri nemici, ma ce ne vuole altrettanto per resistere ai propri amici»; il ragazzino infatti, cerca di fermare Harry, Ron e Hermione dall’ennesima avventura che potrebbe mettere a rischio non solo loro, ma l’intera integrità dei Grifondoro e far perdere loro punti importanti. Seppur sia un ragazzo estremamente timido e insicuro, in quel momento mostra una forza d’animo eccezionale e Silente, con quella frase, sottolinea una forma di coraggio più sottile: quella morale che richiede integrità e senso di giustizia, anche a costo di mettersi contro i propri amici.
Critica del potere e lotta per l’ingiustizia
Il male non è incarnato solo da Voldemort, ma è anche una lotta contro l’ingiustizia, la corruzione e le guerre. Si va contro le forze dell’alto traviate, le istituzioni che non garantiscono protezione, la stampa corrotta e manipolata. Sono elementi già molto noti a tutti noi e che la scrittrice sceglie di riproporre in un mondo immaginario che è tutto fuorché idilliaco e pacifista; uno specchio del nostro mondo.
L’elaborazione del lutto nella saga
Tra i temi più struggenti vi è il confronto con la perdita. Nella Pietra Filosofale vedremo un piccolo Harry che si rifugia nelle immagini dello specchio delle Brame (o nelle nuove traduzioni Emarb), per cercare i propri genitori e sentirsi un po’ meno solo e più amato. Sarà Silente che lo riporterà nella realtà con la celebre frase: «Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere»; Harry così farà. Le sue mancanze lo segneranno a vita ma smetterà di rifugiarsi in un sogno irrealizzabile e trasformerà il dolore in forza.

Harry Potter come romanzo di formazione ci insegna proprio ad accettare il passato, elaborare i lutti e affrontare la vita con amore e passione. Le tematiche restano universali e attuali e sono affrontate con estrema umanità ma anche in maniera forte, senza edulcorare la sofferenza.
Definire Harry Potter come una saga pedagogica o una storia per bambini sarebbe una valutazione superficiale; è una storia profondamente umana che offre spunti di riflessione su molteplici aspetti, che spesso vengono dati per scontato. Inoltre, è grazie alla sua capacità di farci immergere e immedesimare nei personaggi che dopo tanto tempo continua ad essere la storia preferita di tanti, generazione dopo generazione.
Fonte immagine: Prime Video