Believe it: lo spettacolo al Teatro 7 – Recensione

Believe it

Al Teatro 7 di Roma, dal 11 al 30 marzo , va in scena “Believe it” lo spettacolo scritto dall’autrice Roberta Skerl e diretto da Vanessa Gasbarri. Una commedia familiare raccontata attraverso un’interpretazione vivace, sfacciata e autentica. Sul palco un cast composto da: Alessandro Salvatori, Veronica Milaneschi, Gabriel Durastanti , Francesca Bruni Ercole, Lorenza Guerrieri, Pietro Becattini e Francesco Stella.

Con una penna brillante e audace Roberta Skerl racconta la storia di una famiglia della periferia romana alle prese con le sfide di una vita all’apparenza ordinaria. A dirigere lo spettacolo è Vanessa Gasbarri;  insieme danno vita ad un microcosmo intimo, in bilico tra l’allegria di personaggi dalle personalità marcate e l’amarezza di un’esistenza complicata. Al centro di tutto c’è Believe it”, il leitmotiv che guida le vite di Sara, Elia, Serena, Mirko e Nonna Elvira, un invito a crederci nonostante tutto.

Believe it: i personaggi

Una modesta famiglia della periferia romana: due figli – Mirko, irriverente e ribelle, e Serena, fragile e chiusa nel suo silenzio – una madre tuttofare e un padre costretto a vivere tra le mura di casa. A tenere unito il tutto, c’è Nonna Elvira, esuberante e con una bizzarra passione per lo zenzero.

Serena, la più piccola, vive letteralmente sul divano. Da quando ha visto la sua migliore amica morire davanti ai suoi occhi, ha smesso di parlare, di camminare e si è rifugiata in un mondo fatto di televisione, ipnotizzata da un solo programma: quello del Dottor Solz. Con un singolare accento abruzzese, il “Dottore” regala consigli – o meglio, racconta frottole – sul benessere psicofisico; un pot pourri tra disinformazione e trash televisivo. 

Mirko, il maggiore, è visto da tutta la famiglia come “il combina guai”; idee sul futuro discutibili, nessun lavoro e un rata fissa che i suoi genitori sono costretti a pagare per lui – conseguenza di un incidente in cui ha coinvolto una signora, condannandola alla sedia a rotelle – di cui sembra non curarsene, ma che poi si rivelerà essere un profondo trauma irrisolto. A complicare le cose c’è il suo amico Tullio, a cui ormai lascia le chiavi di casa, che invade la quiete familiare con la sua presenza assidua e proposte poco sagge per l’amico.

Elia e Sara sono una coppia ormai consumata dalle sfide della vita. Lui, costretto a vivere in casa, lei che sorregge economicamente la famiglia, svegliandosi ogni mattina alle quattro per andare a fare le pulizie. “Perché hai scelto me?” chiederà Elia alla moglie in un momento di sconforto; Sara, con una dichiarazione d’amore profonda, lo rassicurerà rivelandoci come il senso del loro legame non risieda in una vita facile o perfetta – come quella che avrebbe potuto offrirle Claudio, un amico dei due, un tempo innamorato di lei – ma nelle “parole che fanno sognare”, quelle con cui Elia l’ha conquistata.

Nonna Elvira è il pilastro della famiglia. Con il suo inconfondibile accento romano, qualche candela accesa qua e là in nome di Sant’Antonio e la mania di mettere zenzero dappertutto, incarna il senso del “Believe it”. Presentata come una donna solida, con un umorismo pungente e una parola di conforto sempre pronta. Quando Elia è abbattuto per la sua condizione fisica, quando Sara cerca di strappare Serena dal suo limbo in un impeto di rabbia e disperazione o quando Mirko sembra perduto, nonna Elvira è sempre lì, pronta a dispensare un consiglio saggio o a sdrammatizzare con una battuta pungente.

Believe it: il messaggio

Lo spettacolo si sviluppa attraverso diverse scene, ciascuna delle quali, in un modo o nell’altro, si apre o si chiude con un richiamo al tema centrale: “Believe it”.

La prima volta che questa frase risuona è nel quadro iniziale. Serena, avvolta da luci viola che creano un’atmosfera ipnotica, è sdraiata sul divano mentre il Dottor Solz appare alle sue spalle in un box che ricorda uno schermo televisivo. “Believe it” è lo slogan del programma, un mantra che chiude ogni puntata.

Quando Nonna Elvira cerca di convincere Serena a staccarsi dalla tv, dicendole che è bellissima e che le donne in tv sono tutte finte, Elia interviene: “È inutile, non ci sta ascoltando”. Ma Elvira ribatte: “Non è con noi, ma non è così lontana. Quando meno ce lo aspettiamo, entrerà da quella porta. Bisogna crederci, come dice quello in tv”.

Nel corso della storia, capiamo che, forse, bisogna credere anche un po’ di più in Mirko; nonostante i suoi errori passati, i sogni probabilmente troppo grandi e le scelte che preoccupano la famiglia, il ragazzo desidera solo che qualcuno gli dia una possibilità, l’occasione di esser visto, accolto, compreso. 

Anche l’amore di Sara ed Elia merita fiducia. Nonostante le difficoltà – il peso che grava sulle spalle di lei, la malattia di lui, la paura di Elia di perdere la moglie – il loro legame è sincero, profondo, imperfetto ma autentico.

E, infine, vale la pena credere anche un po’ allo zenzero di Nonna Elvira, il suo toccasana per ogni male, persino per quel limbo di silenzi in cui Serena è caduta. Solo al termine del racconto di questa storia familiare, allegra ma intrisa di malinconia, la giovane riuscirà a uscirne. 

Bisogna crederci!

Lo spettacolo, con il suo ritmo incalzante e i suoi personaggi vividi, ci trascina in un viaggio attraverso le fragilità e le speranze di una famiglia che, nonostante tutto, non smette di lottare. Believe it non è solo uno slogan, ma un invito a guardare oltre le difficoltà: alla forza di Mirko, che cerca riscatto; all’amore imperfetto ma tenace di Sara ed Elia; e persino alla saggezza stravagante di Nonna Elvira, con il suo zenzero curativo.

È una storia che ci sussurra che, anche nell’oscurità, c’è sempre una ragione per non arrendersi. E forse, come Serena, possiamo trovare la chiave per riemergere dall’abisso, magari proprio attraverso l’ironia di una semplice domanda che ci riporta alla vita.

Foto articolo “Believe it: lo spettacolo al Teatro 7”: ufficio stampa Teatro 7

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