Lo scorso giovedì, 19 giugno, è stato portato sulle scene il dramma, La patente – U Picciu, proposto nel contesto del Campania Teatro Festival 2025, al Teatro Trianon Viviani, la regia dello spettacolo è stata firmata dall’attore e regista, Fulvio Cauteruccio, direttore artistico della compagnia teatrale, Krypton dallo scorso anno, nei panni del protagonista, Rosario Chiarchiaro, fiancheggiato sul palco anche dagli attori, Massimo Bevilacqua e Flavia Pezzo, sostenuti dalla voce fuori campo dell’attore cinematografico, televisivo e regista teatrale di origine messinese, Ninni Bruschetta.
L’opera è una produzione della Compagnia Teatrale Krypton.
Genesi e trama de La patente – U Picciu
La patente è una novella del celeberrimo scrittore e drammaturgo di origine sicula, Luigi Pirandello, che risale a inizio Novecento, in seguito, quest’ultima è poi stata inclusa all’interno della silloge, Novelle per un anno.
Nella sua gestazione originaria, La patente non è nata per essere rappresentata, eppure, la sua versione sul palcoscenico da luogo risulta credibile e divertente.
Cauteruccio interpreta il ruolo del protagonista, lo jettatore, Rosario Chiarchiaro, immagine presente nella antica tradizione popolare dell’Italia meridionale.
Il suo obiettivo strambo è di ricevere un documento ufficiale (di qui, “la patente”), che stia ad attestare la propria abilità nel portare “sfortuna”, in modo da riuscire così a poter trarre un vantaggio monetario proprio da quel pregiudizio responsabile della sua emarginazione.
L’udienza che seguirà a questo preambolo diverrà, quindi, una sostanziale querelle che avrà dell’incredibile e dell’illogico, nella quale si domanderà, a più riprese, di convalidare l’elemento della superstizione mediante il mezzo normativo.
Una regia composita come l’opera a cui si ispira
La scenografia di questa trasposizione teatrale, quanto mai essenziale e sobria, eppure ricca di dettagli che rimandano in ogni caso all’epoca della genesi del testo, è stata curata da Pierluigi Puccini, mentre i costumi sono stati realizzati da Frida Schneider.
Se l’inserimento di cammei musicali, poi, restituisce un tratto congruo con l’impostazione drammaturgica complessa, tipicamente pirandelliana; dall’altra parte, la regia di Fulvio Cauteruccio introduce momenti interattivi direttamente con gli spettatori, anche questi, tra l’altro, coerenti con l’abbattimento della quarta parete, concepito da Pirandello.
Infatti, ad un certo punto, la narrazione si suddivide in una duplice sezione, in cui la prima si vede impegnata nella ricostruzione della storia tormentata della figura chiave dello jettatore, invece, la seconda riproduce la fase processuale vera e propria, nella quale l’umorismo del grande romanziere siciliano la fa da vero padrone.-
In mezzo alle due parti, si inserisce l’elemento intrattenitivo e cabarrettistico condotto dallo stesso Cauteruccio, che coinvolge e trascina la platea almeno per un quarto d’ora con un dialogo esilarante con il pubblico che ha per oggetto, per l’appunto, la “sfiga”.
Proprio il regista, ha dichiarato, in effetti, a questo riguardo: Chiarchiaro per certi versi rappresenta la vittima di un’ingiustizia frutto di angherie, credenze, dicerie, che possono portare anche alla morte e che, pur riferendosi al contesto degli anni Venti, sono di struggente e drammatica attualità. Il mio jettatore si ribellerà a tutto questo, farà sentire la sua voce e infine chiederà al pubblico di diventare anch’esso “jettatore” sì, ma dei mali generati dal post capitalismo, dall’imperversare del “buonismo” ipocrita, in realtà finemente intollerante alle differenze e amante del pensiero unico.
Concludendo
La messa in scena di La patente – U Picciu, seppur nella sua rilettura di un testo assolutamente composito e multisfaccettato, sanno essere molto convincenti e credibili, spettacolo superconsigliato!
Fonte immagine: Ufficio stampa