COMBO-the queer dance combination festival | Intervista

COMBO-the queer dance combination festival | Intervista

Educare all’inclusività: COMBO-the queer dance combination festival

Dal 3 al 5 novembre riprenderà la II edizione del festival  COMBO-the queer dance combination, della compagnia di danza CORNELIA, con una serie di progetti, convegni e spettacoli, in collaborazione con la Galleria Toledo di Napoli. Il tema scelto è la diversità in ogni sua forma, affinché la si possa includere nelle vite di ciascuno come fonte di ricchezza. Un tema che verrà espresso dal linguaggio senza frontiere della danza. Ma ecco la parola agli organizzatori dell’evento!

L’intervista

In cosa consiste COMBO–the queer dance combination festival?

COMBO-the queer dance combination è un festival di danza contemporanea indipendente, organizzato da noi della compagnia CORNELIA in collaborazione con il Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo di Napoli. L’ edizione di quest’anno si svolgerà dal 3 al 5 novembre in cui ospiteremo artisti provenienti sia dal territorio nazionale che internazionale. Si tratta di un evento che, ispirato al tema della combinazione, vuole indagare le affinità e le controversie che vengono a crearsi nel momento in cui persone, culture o corpi diversi entrano in contatto. L’obiettivo, quindi, è quello di creare un ambiente inclusivo attraverso il corpo danzante.

Da dove nasce l’idea?

Il progetto del festival COMBO-the queer dance combination è iniziato lo scorso anno, con l’idea di portare sul nostro territorio di appartenenza uno spazio di programmazione della danza, per artisti che lavorano sulla tematica delle “differenze”, ma secondo una visione molto ampia. Attraverso lo spettacolo dal vivo, infatti, possiamo ammirare tutto ciò che è convenzionalmente ritenuto diverso da noi stessi e abbiamo la possibilità e il dovere di arricchirci osservando la cultura, i costumi e la lingua altrui, mettendo da parte il conformismo, le convenzioni e la quotidianità.

Inclusività che abbraccia la disabilità, le questioni di genere e tanto altro. In che modo la danza può esprimere queste tematiche complesse, pur non servendosi della parola chiarificatrice?

Il corpo è il mezzo d’espressione e comunicazione più immediato che possediamo e crediamo che il linguaggio non verbale abbia una sua potenza che riesca ad evocare sensazioni, emozioni e riflessioni nel pubblico, in maniera da comprendere e connettersi con tali tematiche in modo profondo. Questo permette lo sviluppo dell’empatia e della consapevolezza, strumenti fondamentali che la danza riesce a donare.

Nelle edizioni precedenti del festival COMBO-the queer dance combination, avete incontrato un pubblico predisposto ad accogliere questi argomenti importanti? Come ne favorite il coinvolgimento?

Crediamo che ragionare in maniera aperta ed inclusiva, possa permettere di attraversare e coinvolgere il pubblico in maniera trasversale. Le difficoltà legate alla formazione del pubblico ovviamente esistono, ma in qualche modo vanno affrontate. Pertanto, è sicuramente utile entrare in dialogo sia con le persone che con la città attraverso il sostegno di associazioni ed istituzioni che sul territorio si occupano di integrazione e temi sociali.

Ci sono prospettive e ambizioni future in vista per il progetto COMBO-the queer dance combination festival? Dove vorreste arrivare con il festival?

La speranza è sicuramente quella di poter continuare a dare visibilità e sostegno a degli artisti che propongono delle visioni artistiche innovative su dei temi contemporanei che per noi e per la società sono di grande importanza. Supporti, riconoscimenti e network sono inoltre, ulteriori strumenti a cui ambiamo, per creare una realtà/evento che consenta la fruizione della cultura a 360 gradi.

Ph. Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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