Crossover di Daniele Tinti, al Teatro Trianon | Recensione

Crossover di Daniele Tinti, al Teatro Trianon | Recensione

La stand-up comedy al Teatro Trianon di Napoli

Nel nobile intento, tra gli altri, della sua stagione 2023/24 di scardinare certi pregiudizi verso quella che è riconosciuta comunemente come “cultura popolare”, il Teatro Trianon Viviani nel cuore di Napoli non può che abbracciare anche il genere della stand-up comedy e ospitare sul palco Crossover di Daniele Tinti. L’abile ironia del comico, il suo umorismo sibilante e mordace al momento giusto, con quel ritmo schietto e satirico delle battute accendono il teatro di risate, senza dubbio, ma anche di altrettante riflessioni.

Crossover di Daniele Tinti: quando la risata diventa uno strumento di riflessione

A proposito di Crossover di Daniele Tinti si legge nella sinossi: «L’ambientalismo ci distrae dalla fine del mondo? Se morissimo tutti sarebbe davvero così male? Ed è possibile ridere di tutto questo?». E lo spettacolo del comico sembra rispondere proprio di sì, con quel suo umorismo intelligente e sagace. Ma questo è solo un breve accenno delle tematiche affrontate da Tinti nel suo monologo.

Crossover di Daniele Tinti declina nelle sue battute le varie sfumature della paura. Quest’ultima ci riguarda effettivamente tutti, soprattutto nei tempi attuali che corrono: in un momento storico così pregno di riferimenti, talvolta distraenti, se non proprio gravido di strumenti per informarsi e per trovare una soluzione, almeno apparente, a ogni problema, sembra che niente spaventi; ma forse si è solo troppo spaventati per ammettere la paura dello smarrimento, davanti a un mondo che pare riempirsi di troppe forme e di pochi contenuti. Il monologo di Tinti, in questo senso, con la sua comicità puntuale sceglie l’autenticità, sceglie di dare voce alle paure che ci accomunano e che ci rendono umani.

Infatti, Crossover di Daniele Tinti avvolge con la sua ironica comicità la paura ancestrale al fondamento di qualsiasi essere umano, ovvero la paura della morte, non tanto verso sé stessi quanto nei confronti dell’altro e in particolare di chi si ama. Ma questa stessa paura della morte funge da risultato esteriore e realizzato di un disagio più radicato, proveniente da un mondo instabile, da una generazione che in virtù di ciò spesso sente di non comprendere né sé stessa né il resto, e lo spettacolo ne diventa automaticamente metafora.

Allora, Crossover di Daniele Tinti parla della paura della morte intendendola anche proprio come senso di disorientamento davanti a un mondo che pare sempre più sfuggirci di mano. Un mondo allarmato dalla crisi climatica, dalle guerre, da certe violenze politiche e sociali ancora in atto. Crossover risponde con l’ironia, con la buona vecchia satira: la risata diventa un riconoscersi nella medesima e comune situazione esistenziale e, dunque, è un atto di consapevolezza che catarticamente fomenta certe riflessioni al di là di sé stessa.

Si può ridere di certi temi? Con Crossover di Daniele Tinti sì, perché è provocazione, cognizione e resistenza.

Immagine di copertina: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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