Na bella stagione, presentata al Teatro Trianon Viviani

Na bella stagione, al Teatro Trianon Viviani

La tradizione della canzone classica napoletana

Na bella stagione, la nuova stagione del Teatro Trianon Viviani, ha alla base una lunghissima tradizione basata sulla musica. Non a caso, il Trianon porta la dicitura “Teatro della Canzone Napoletana.” Il cartellone è ricco di eventi incentrati sulla musica tradizionale. Tra le iniziative in programma c’è l’inaugurazione in autunno della Stanza delle Meraviglie, un archivio ricco di storia e cultura chiamato la Stanza della Memoria della Canzone Napoletana, che sarà disponibile al pubblico per visite. Il cartellone della sezione concerti è ricco di interpreti, tra cui spiccano nomi noti del panorama napoletano, come Luciano Capurro con Qui dove il mare luccica, con il suo spettacolo ricco di ironia e sentimento all’insegna della canzone classica napoletana, a dicembre. Canio Loguercio, Raffaello Converso e ancora Pino Mauro con Nuttata ‘e Sentimento e tanti ancora. Menzione importante per La Cantata dei Pastori, di Lamberto Lambertini con Peppe Barra, da cinquant’anni ormai  fedele al suo ruolo ma con uno sguardo al futuro in una edizione tutta nuova del Classico Napoletano natalizio per eccellenza. Napoli affonda le sue radici nella canzone classica partenopea, rendendo famosa in tutto il mondo non soltanto la città ma tutta la cultura napoletana, le sue storie e la sua gente.

Na bella stagione dedica una rassegna a Raffaele Viviani

Nel mese di gennaio, il Teatro con Na bella stagione vedrà realizzarsi un progetto tutto dedicato al poeta, commediografo e compositore napoletano Raffaele Viviani. Lo spettacolo Io, Raffaele Viviani, Rafele mio, fà tu! intende omaggiare il grande artista a cui il teatro è dedicato, con momenti musicali, poesia e brani tratti dagli scritti di Viviani, raccontando la sua storia: dalle sue umili origini, circondato da persone di strada, affascinato dal teatro delle marionette dove iniziò a lavorare a neanche cinque anni. Raffaele Viviani, il poeta che lottò per tutta la vita contro la povertà e la fame, restando fedele a sé stesso e alla sua passione, viene raccontato attraverso le voci degli attori Gigi Savoia, Lalla Esposito, Maurizio Murano – che prende il posto di Giuseppe Zeno – e Francesco Viglietti. Gli accompagnamenti musicali sono di Vittorio Cataldi e Alessandro Tumolillo e la regia di Antonio Ferrante. La rappresentazione vanta un numero eccezionale di repliche e il pubblico è sempre entusiasta nel rivivere la vita del poeta, la miseria, la lotta per la sopravvivenza che lo ha reso forte e che ha ispirato i suoi scritti ormai diventati immortali.

Oltre allo spettacolo Io Raffaele Viviani, molti saranno gli omaggi in Na bella stagione dedicati al grande drammaturgo, come Sottovoce, per la regia di Ernesto Lama, Nterra a Mmaculatella, sul delicato tema dell’immigrazione per la regia di Nello Mascia, che ha salutato la direttrice artistica e tutto lo staff con un simpatico video messaggio. Anche Tommaso Bianco porterà in scena il suo omaggio a Raffaele Viviani e ne ha dato un assaggio, recitando una sua poesia durante la conferenza di presentazione. 

Le nuove frontiere del teatro: la stand up comedy

Per la prima volta in tanti anni di spettacoli dedicati alla tradizione, il Trianon Viviani con Na bella stagione apre un nuovo spazio dedicato alla nuova comicità di nuova generazione: la Stand Up Comedy. Questa nuova sezione del cartellone dedicata alla comicità di nuova generazione prevede sei appuntamenti con altrettanti nuovi comici che stanno facendosi largo nel panorama teatrale e anche televisivo italiano: Vincenzo Comunale, Giorgia Fumo, Daniele Tinti, Daniele Fabbri, Francesco De Carlo ed infine un live a sorpresa a chiusura del cartellone, a maggio.

Na bella stagione: Napoli oltre i confini di spazio e di sperimentazioni

Ma con Na bella stagione il Teatro Trianon Viviani non solo celebra la cultura popolare partenopea attraverso il recupero delle sue tradizioni e la ricerca di innovazioni, ma individua anche piste nuove per ampliare i confini spaziali della nostra città. Perciò, con la nuova stagione teatrale 2023/2024 la cultura partenopea tradizionale incontra il mondo: diversi artisti importano le loro tradizioni popolari – da notare come riguardino soprattutto il mondo del jazz e del blues, due generi nati come popolari – e le uniscono a quelle di Napoli, creando un’unione di contaminazioni e confronti che rende l’arte un continuo scambio globale aperto. Il tutto sempre senza tradire la dicitura del teatro di “Tempio della Canzone Napoletana” e, infatti, stesso la direttrice artistica Marisa Laurito sostiene con ironia e orgoglio che l’unico “pegno” che deve pagare chi mette piede in questo teatro è quello di inglobare la lingua napoletana.

Pertanto, seguendo questa linea operativa in Na bella stagione saranno previsti tanti spettacoli come, citandone alcuni: A merry little Christmas, con i Chicago High Spirits che ci condurranno nel mondo Spiritual e Gospel; Noapolis, con la cantante israeliana Noa che, accompagnata da Gil Dor alla chitarra ed i Solis String Quartet, si confronterà con il repertorio napoletano della special guest Valentina Stella; That’s Napoli!, con Letizia Gambi e lo special guest Raiz che combineranno le radici napoletane con quelle jazz americane; Anima latina – Napoli/Buenos Aires. Canzoni, poesie e testi del sud del mondo, con Mariangela D’Abbraccio che attraverso letteratura, musica e teatro costruisce un ponte tra Napoli e Buenos Aires; Canti naviganti, con l’artista portoghese Teresa Salgueiro e di nuovo i Solis String Quartet, che confronteranno Napoli e Lisbona; e tanti altri ancora.

Ma come si diceva prima, il Teatro Trianon Viviani con Na bella stagione lavora anche al fine di recuperare e valorizzare anche la cultura locale di Napoli. In virtù di ciò, il regista e autore Davide Iodice continuerà il suo ciclo Officina, della Scuola Elementare del Teatro, per una produzione Teatro Trianon Viviani, cercando di offrire un ambiente partenopeo creativo e stimolante anche per quelle fasce soggette a maggiori svantaggi nonché a forte pregiudizi. In questo modo, si recupera anche una certa funzione sociale e pedagogica del teatro che ha la sua importanza per una città così complessa come Napoli.

Considerazioni

Insomma, nel suo totale il Teatro Trianon Viviani crea tutti i presupposti per Na bella stagione vera e propria. Sia per la sua posizione geografica verace a Forcella e sia per la tipologia di politica da sempre adottata dal suddetto teatro, è interessante notare come si sia lavorato alla valorizzazione di Napoli a trecentosessanta gradi.

Si sa, la cultura partenopea ha sempre rappresentato una pietra miliare capace di catalizzare tutto il Sud Italia, talvolta difficile da affrontare da un punto di vista concreto ma anche discorsivamente parlando: innanzitutto perché tanti sono ancora i pregiudizi da parte di una certa cultura imborghesita, che tuttora è restia a lasciarsi scalfire, sulla cultura popolare in generale e figuriamoci, dunque, per Napoli che si basa proprio sull’essenza di ciò che è popolare; poi, anche per tutto un certo discorso che si potrebbe aprire sulla “Napoletanità”, quel forte senso di appartenenza alla città – si pensi anche a questo momento storico in cui risuona fortissimo – e che spesso si ha avuto paura di trattare approfonditamente, lasciandosi intimorire e contribuendo così a creare un ambiente culturale molte volte claustrofobico, poco incline all’apertura artistica. Invece, Napoli per la sua conformazione e per la sua storia abbraccia grandi potenzialità di confronto con la cultura mondiale, pur essendo allo stesso tempo una cultura essa stessa dai contorni precisamente definiti che quasi la rendono a sé stante rispetto all’Italia. Per questo motivo, con Na bella stagione il Teatro Trianon Viviani esegue un’operazione davvero interessante nel valorizzare il territorio e nel farlo dialogare contemporaneamente con altri tipi di culture, consentendo, così, anche di aprire tutto un certo discorso sul recupero delle radici e il confronto con le novità, alle quali ci si può avvicinare guardandosi attorno. 

Ph: freepick

Articolo scritto da: Adelaide Ciancio e Francesca Hasson

 

 

 

A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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