Ianus: arte e visioni per la nuova stagione | Intervista

Ianus: arte e visioni per la nuova stagione | Intervista

L’8 ottobre, presso il Teatro Ateneo di Casoria, alle ore 20:00 l’Associazione Culturale Ianus presenterà la sua nuova stagione teatrale 2025/2026.

Foto di scena dell'Associazione Culturale Ianus
Foto di scena dell’Associazione Culturale Ianus

Un progetto artistico tra passato e futuro

Nata dal Giano bifronte, l’Associazione Culturale Ianus porta avanti un’idea di panta rei in connessione con passato, presente e prospettive future. Un progetto composto da giovani artisti, ognuno con la propria identità e modalità di espressione, ma uniti da una medesima ricerca artistica sempre aperta e ampia.

Anche per l’anno 2025/2026, l’Associazione Culturale Ianus non mancherà di abbracciare durante la nuova stagione teatrale questo tipo di arte, coinvolgendo il pubblico in un viaggio di canti, parole e visioni. Infatti, per l’occasione proporrà una presentazione performativa l’8 ottobre. Ed è uno dei fondatori del progetto, Matteo Ronconi, a parlarcene nell’intervista qui di seguito.

Foto in maschera dell'Associazione Culturale Ianus
Foto in maschera dell’Associazione Culturale Ianus

Intervista a Matteo Ronconi

Una stagione teatrale si ripropone l’obiettivo di raccontare una storia: di chi la progetta, come la vostra associazione, del contesto che ci circonda, di ciò che succede nel presente. Per la stagione 2025/2026 quale filo narrativo vuole condividere con il pubblico l’Associazione Culturale Ianus?

La stagione 2025/2026 nasce dal desiderio della nostra associazione di proporre un percorso aperto, vivo, in continua trasformazione. Non abbiamo voluto imporre un unico filo narrativo, ma piuttosto lasciare che a unire i diversi spettacoli fosse la contaminazione tra linguaggi e forme espressive. Teatro, musica, danza e sperimentazione convivono e si intrecciano, creando dialoghi sempre nuovi. Nel progettare la stagione non abbiamo voluto seguire un unico tema, ma piuttosto costruire un cammino aperto, fatto di contaminazioni, di incontri e di prospettive differenti. Se esiste un filo conduttore, è proprio questo: la ricerca di nuove forme di espressione e uno sguardo rivolto al futuro. Crediamo che il teatro, oggi, debba essere un luogo vivo, capace di accogliere il dialogo tra le arti — dal teatro alla musica, dalla danza alla sperimentazione — e di trasformarlo in un’esperienza condivisa. È in questo scambio tra linguaggi che riconosciamo la forza del nostro lavoro: un teatro che unisce, che crea connessioni, che invita a guardare la realtà da punti di vista sempre nuovi. Un aspetto per noi centrale è anche quello di dare spazio ai giovani artisti, alle loro idee e alle loro visioni. Offrire loro un luogo dove potersi esprimere e mettere alla prova significa investire nel futuro dell’arte e nella sua capacità di parlare al tempo che viviamo. La stagione che abbiamo costruito vuole quindi essere un invito all’ascolto e alla curiosità: un percorso che abbraccia la diversità delle proposte e delle poetiche, ma che trova unità nel desiderio comune di cercare, di creare e di condividere: un incontro aperto tra chi sale sul palco e chi si siede in platea, un dialogo sempre in divenire.

L’8 ottobre, come Associazione Culturale Ianus, presenterete la nuova stagione teatrale 2025/2026. In che modo avete scelto di presentarla?

Per la presentazione della nuova stagione teatrale abbiamo scelto un formato che rispecchiasse il modo in cui la nostra associazione concepisce il teatro: come un luogo di incontro. L’8 ottobre saranno gli stessi artisti protagonisti della stagione a salire sul palco per raccontare i loro spettacoli, offrendo al pubblico un punto di vista diretto sui progetti e sui percorsi creativi che animeranno il nuovo cartellone. La serata sarà arricchita dalla proiezione di alcuni video — trailer o proiezioni inerenti allo spettacolo — che permetteranno di entrare nel clima delle varie produzioni e di conoscerne meglio le atmosfere. Non mancherà la musica dal vivo, che accompagnerà la presentazione e, ci auguriamo, contribuirà a creare un’atmosfera piacevole, ma anche dinamica. Per l’incontro, abbiamo pensato anche ad un momento conviviale con un piccolo ricevimento, pensato per favorire il dialogo tra artisti, pubblico e organizzatori. L’obiettivo è quello di presentare la stagione non solo come un programma di spettacoli, ma come un’occasione di partecipazione, capace di restituire lo spirito di collaborazione e apertura che caratterizza il nostro lavoro.

Che cosa per voi è più urgente da mostrare al pubblico sulla nuova stagione? Ovvero, quali aspetti prioritari l’Associazione Culturale Ianus ha deciso di focalizzare?

Ciò che per noi è più urgente mostrare al pubblico è la vitalità e la varietà che attraversano questa nuova stagione. Abbiamo scelto di mettere in evidenza non tanto un tema unico, quanto un modo di fare teatro aperto, capace di accogliere linguaggi diversi e di valorizzarne l’incontro. Il teatro, la musica, la danza e le forme più contemporanee di espressione convivono in un programma che vuole riflettere la complessità del momento presente e la ricchezza delle prospettive artistiche che lo abitano. Un altro aspetto per noi prioritario è la presenza dei giovani: crediamo che il teatro debba offrire loro spazio, fiducia e possibilità di confronto. Dare voce a chi porta sguardi nuovi e linguaggi in evoluzione significa investire sul futuro e mantenere viva la funzione culturale e sociale di un teatro che si rinnova continuamente. In sintesi, ciò che vogliamo trasmettere è un’idea di stagione come luogo di dialogo, di curiosità e di scoperta. Non un percorso chiuso o tematico, ma una rete di esperienze che si contaminano e si arricchiscono a vicenda, con l’obiettivo di costruire un rapporto sempre più diretto e partecipato tra artisti e pubblico.

Se doveste descrivere la vostra nuova stagione teatrale in tre parole, quali scegliereste e perché?

Se dovessimo descrivere la nuova stagione in tre parole, sceglieremmo contaminazione, ricerca e futuro. Contaminazione, perché crediamo nel dialogo tra linguaggi diversi — teatro, musica, danza e sperimentazione — come motore di creatività e come modo per restituire al pubblico la complessità del nostro tempo. Ricerca, perché ogni progetto che abbiamo scelto nasce dal desiderio di esplorare, di mettere in discussione le forme tradizionali e di trovare nuovi modi di comunicare attraverso la scena. È un atteggiamento che consideriamo fondamentale per mantenere vivo il senso del fare teatro. E infine futuro, perché il nostro sguardo vuole essere rivolto in avanti, dando spazio ai giovani artisti e alle loro visioni, convinti che la costruzione di un domani culturale più consapevole passi anche dalla libertà di sperimentare oggi. Queste tre parole rappresentano l’anima della stagione 2025/2026: un percorso aperto, vario e dinamico, che vuole invitare il pubblico a condividere con noi la curiosità e l’entusiasmo per ciò che sta nascendo sul palcoscenico.

Con quali prospettive future dell’Associazione Culturale Ianus dialoga la nuova stagione teatrale?

La nuova stagione teatrale dialoga in modo diretto con le prospettive future dell’associazione Ianus, perché rappresenta un passo importante nel percorso che stiamo costruendo da tempo: un percorso fondato sull’incontro tra linguaggi, sulla valorizzazione dei giovani talenti e sulla ricerca di nuove forme di espressione artistica. Guardiamo al futuro con l’intento di rendere sempre più solido il legame tra il teatro e la comunità, ampliando le collaborazioni e aprendo spazi di confronto tra artisti, pubblico e territorio. Crediamo che il teatro debba tornare ad essere un punto di riferimento culturale e sociale, un luogo dove le persone possano riconoscersi, interrogarsi e crescere insieme. Questa stagione, con la sua varietà e il suo sguardo proiettato in avanti, è il riflesso di una visione che non si limita alla programmazione di spettacoli, ma che mira a costruire continuità, relazioni e opportunità. In prospettiva, il nostro obiettivo è rafforzare questo dialogo tra artisti e comunità, affinché Ianus e il Teatro Ateneo che ci ospita possano continuare ad essere un laboratorio aperto, in costante evoluzione, capace di guardare al futuro senza smettere di ascoltare il presente.

Fonte immagini: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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