Ianus Cultura al Teatro Ateneo: la stagione 2025/2026

Ianus Cultura al Teatro Ateneo: la stagione 2025/2026

L’8 ottobre Ianus Cultura presenta la stagione 2025/2026 presso il Teatro Ateneo di Casoria: un cartellone ricco di spettacoli tra prosa, danza e musica.

Contaminazione è la parola cardine per la nuova stagione 2025/2026 dell’associazione Ianus Cultura. Il cartellone presentato, infatti, si prospetta ricco di spettacoli che spaziano dalla prosa, alla musica e alla danza, accompagnando gli spettatori in un viaggio che unisce ricerche più contemporanee alle iniziative di recupero di una tradizione teatrale autentica. Una rassegna tanto più interessante in quanto raccontata all’interno dello spazio periferico del Teatro Ateneo di Casoria: una scelta che, al di là delle questioni inevitabilmente pratiche, dimostra finanche un importante coraggio di diffondere l’arte, di renderla accessibile, di contaminarla con sensibilità molteplici e diverse. Insomma, un’esperienza che dal 25 di ottobre coinvolgerà giovani e vari artisti in un percorso pregno di progetti.

Riflettori sui giovani: le nuove prose di Ianus Cultura

Ianus Cultura al Teatro Ateneo: la stagione 2025/2026
Teatro Ateneo, Casoria (NA)

Largo alle penne e alle regie giovani, così Ianus Cultura per la sua stagione 2025/2026 al Teatro Ateneo traccia un percorso artistico fatto di iniziative dinamiche e floride. Si piange, si ride e si riflette: sono tanti e diversi i temi trattati, nell’idea di un processo artistico vivo e catartico. Si parte il 25 ottobre con Filastrocca spezzata, di Francesco Maria Punzo, uno spettacolo riformulato nella chiave di uno show globale surreale in cui emergono profonde riflessioni sulla guerra, sull’identità e sulle diseguaglianze, a metà tra satira grottesca e feroce tragedia.

Si prosegue con Finalmente Juntos, di Daniele Pisano, in scena dal 7 novembre, ovvero un’introspezione comicamente profonda sul valore della famiglia soprattutto nel contesto di un mondo composto da un’umanità oggi fin troppo materialista. Ancora, il 7 febbraio, Salvatore Testa porta nuovamente alla ribalta La legge non ammette serafini, un testo che ragiona sul diverso, nonché sull’assordante marginalità.

Dal 13 marzo, va in scena Zoo trincea, di Alessandro Orrei: uno zoo umano in cui ciascun personaggio esprime la propria trincea di emozioni, uno spazio in cui si resiste per continuare a restare umani. Dal 10 aprile, poi, tocca di nuovo a Francesco Maria Punzo con Complotto animale, una sorta di Fattoria degli animali orwelliana in cui gli animali si riuniscono per discutere della crisi ecologica che mette a rischio tutte le specie viventi.

Infine, gli ultimi due spettacoli a conclusione della stagione 2025/2026 di Ianus Cultura: Il pollo si mangia con le mani, di Antonio Fiorillo, e Lo spiedo, di Matteo Ronconi. Un accostamento probabilmente casuale di due spettacoli che rievocano immagini legate al cibo, ma che in effetti già dai titoli evocativi portano il pubblico su un piano percettivo aperto e ampio. Due spazi in cui la certezza della verità si sgretola, le apparenze si rivelano e ricadono su loro stesse e gli ingranaggi smettono di girare. Dov’è, piuttosto, l’autenticità?

Di note musicali e passi di danza, a teatro non solo prosa

Ianus Cultura al Teatro Ateneo: la stagione 2025/2026
Contro il genocidio

Come si è detto prima, Ianus Cultura punta alla ricerca di più linguaggi e stili artistici. Pertanto, propone messinscene che vanno al di là della prosa stessa, virando per esempio sulla danza. È il caso di Ego, di Maria Avolio, sul palcoscenico dal 22 novembre, un invito a ballare tra le sfumature dell’identità, provando a interrogarsi su chi si è veramente quando si tolgono le maschere. Ma un’altra pièce coreografata è Imponderabilia, di Lorenzo Stingone, dove l’amore è il motore dei gesti e dell’anima.

Tra coreografie e musiche, si muove Mettimmece d’accordo e ce vattimme, di Luciana Noviello, tratto dalla commedia di Gaetano di Maio degli anni ’70, in cui gag e fraintendimenti si susseguono in una rappresentazione comica e irriverente. Ardito anche il progetto Semi-arredato di Giacomo Fava, dal 28 febbraio a teatro, in cui la musica compone l’esistenza semi-arredata di un personaggio in costruzione.

Ultima, ma non per importanza, merita attenzione la rassegna L’Accademia…in Concerto, realizzata dall’Accademia Filarmonica Parthenope W. A. Mozart APS, a cura di Massimo Siciliano Mozart, e sostenuta alla sua ormai quinta edizione da Ianus Cultura nella nuova stagione al Teatro Ateneo. Un progetto che tiene a cuore l’individuazione di giovani musicisti e la loro realizzazione nell’esprimersi attraverso i vari strumenti.

Fonte immagini: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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