Martin Zimmermann al Teatro Mercadante: Danse Macabre

Danse Macabre, di Martin Zimmermann |Recensione

Dopo gli ultimi spettacoli, il Campania Teatro Festival si sposta al Teatro Mercadante con Danse Macabre, per un’idea ed una coreografia di Martin Zimmermann. Il debutto nazionale è andato in scena dal 16 al 17 giugno 2022.

Danse Macabre di Martin Zimmermann porta in scena il grottesco

Una discarica abbandonata. Tre personaggi inquietantemente disadattati, ognuno intrappolato nel proprio rispettivo loop e dal quale non riescono a liberarsi, fino a identificarsi con quel luogo così dimenticato da tutti. Decidono di andare a vivere insieme, per un bisogno primordiale di contatto, di ritrovarsi in una comunità che li faccia sentire per la prima volta parte di un tutto. Dunque, ad accoglierli è una casa costantemente in bilico, che li ospita e li rigetta in un circuito infinito. Tra loro, la morte: striscia silenziosa e porta scompiglio, porge la mano per poi prendersene due e quasi con un piglio beffardo e dispettoso si insinua tra gli spazi lasciati tra le sue vittime, rendendole ignare della sua presenza. In questa prigione paradossale si svolge una danza angosciante, quasi come se fosse l’esibizione di un circo fatto di maschere umane che superano i limiti concepiti del grottesco, nascondendo all’interno la vuota miseria della condizione umana. Eppure, in questa situazione così tragica, i personaggi ballano insieme alla morte, non si arrendono ma la accolgono in uno slancio vitale, che rende ancor di più lo spettacolo sconvolgente e misto a tanta amarezza.

Non solo tragedia

Eppure, tra tanta angoscia, Martin Zimmermann compie un lavoro sapiente e preciso sul tragicomico. Danse Macabre propone allo spettatore una serie di immagini in cui il grottesco è portato ad un livello così esponenziale nella sua tragicità da risultare, a tratti, comico: una donna incinta che, dopo avere partorito macigni fino ad allora sentiti come un peso nel suo grembo, è alla ricerca dell’accettazione di sé e della propria bellezza; un uomo che tenta in tutti i modi di compiere delle azioni elementari ma finisce con il fallire ogni volta, dall’allacciarsi la scarpa al sedersi su una sedia, tutti oggetti che pare vogliano sfuggire dalle mani; una ragazza che sembra incastrata in convulsioni dalle quali non riesce a liberarsi, come se fossero i suoi stessi arti le pareti di una gabbia. Sono tutti quadri che ritraggono aspetti della vita fin troppo quotidiani e che proprio nella loro semplicità costruiscono delle scene paradossali. In questo modo, Danse Macabre gioca su un costante equilibrio tra amara tragedia e amara comicità, seguendo il principio – spiegato dallo stesso Zimmermann – che spingere il tragico fino al ridicolo significa concedersi di superarlo. Il tragicomico di Danse Macabre si presenta violento, aggressivo, ma anche coinvolgente: sulla scia di quelle circostanze buffe create inconsciamente e vissute dagli stessi personaggi, il pubblico si lascia inevitabilmente trasportare e ride e si avvilisce insieme sotto il segno imperante della morte.

Fonte immagine di copertina: Campania Teatro Festival

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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