Recensione de Il complice, di Friedrich Dürrenmatt, regia di Renato Carpentieri
“Ogni tentativo del singolo di risolvere per conto suo ciò che riguarda tutti è destinato a fallire.”
Friedrich Dürrenmatt
La vicenda si apre in un putrido scantinato: Doc, un famoso scienziato, un chimico messo in ginocchio dalla crisi, incontra per caso Boss, un anziano capomafia, leader di un’azienda di assassini e sfruttatori e ne diventa complice: il suo ingegno al servizio della malavita. La svolta si chiama “necrodializzatore”, una macchina che dissolve cadaveri, corpi di uomini uccisi a seguito di attività criminali. E così, grazie a Doc, “il delitto perfetto diventa una possibilità reale”.
Passo sbagliato. Feci assegnamento sulla celebrità e sugli introiti. Mi abituai a vivere al di sopra delle mie possibilità. Ebbi una grande casa, coprii di gioielli mia moglie, viziai un figlio. Credevo alla favola della libertà della scienza, ero sicuro di poter continuare le mie ricerche vivendo tra gli agi. M’immaginavo che gli strumenti, i microscopi elettronici, i computer fossero miei. Non erano miei. La scienza pura diventò troppo costosa per l’industria privata. Quando giunse la crisi economica, finii sbalzato via dal mio posto… Le ipoteche divennero insostenibili. Mia moglie scappò con mio figlio, coi gioielli, con un amante. Io cambiai nome e mi inabissai, sprofondai nel sottosuolo delle nostre metropoli, nel proletariato intellettuale della nostra società.
Gli affari vanno a gonfie vele, al punto da attirare l’attenzione di interessi diversi. Nella gestione della macchina infernale, tra Boss e Doc si inserisce il capo della polizia, Doc. E così, l’impresa criminale prolifera fino a coinvolgere i massimi livelli del potere istituzionale.
Sono questi i fili narrativi dello spettacolo Il complice, tratto dal testo di Friedrich Dürrenmatt, in scena al Teatro San Ferdinando dal 31 marzo al 10 aprile 2022. Uno spettacolo, la cui regia è firmata da Renato Carpentieri, che veste anche i panni di Boss, insiste su un tema urgente da rappresentare: in una società basata su violenza e sopraffazione e accecata dal desiderio di denaro e potere, è quasi impossibile non rendersi complici del malaffare, a scapito dei sentimenti e, prima ancora, dell’umanità.
Una vicenda in cui ognuno è complice, nessun escluso
Il dramma è brevissimo, l’azione condensata e un incalzante succedersi di personaggi che affollano il sotterraneo. Uomini invischiati in una rete criminale la cui complicità si traduce in sfiducia e incomunicabilità. Forte e urgente il messaggio di Durrenmatt: Nessuno potrà salvarsi da solo, ignorando il destino degli altri, illudendosi di poter tagliare i ponti col mondo: ci si salva soltanto immettendo germi di salvezza dentro il grande tessuto della solidarietà universale, vincendo in sé e nel mondo la forza dell’integrale del peccato.
IL COMPLICE