Iliade la guerra di Troia rivive nel Museo del Sottosuolo

Iliade la guerra di Troia

Recensione di Iliade la guerra di Troia, al Museo del Sottosuolo di Napoli.

Cantami, o Diva, del Pelide Achille  

l’ira funesta che infiniti lutti

addusse agli Achei…

Questi i versi che danno inizio a uno dei poemi più noti al mondo, l’Iliade di Omero. Vicende che, immuni dall’azione del tempo che tutto logora, hanno affascinato, affascinano e continueranno a farlo. 

La guerra di Troia – il cui pretesto è il ratto di Elena, sposa del re greco Menealo, da parte del troiano Paride – dura da nove anni quando inizia l’Iliade. Il cieco di Chio non ne racconta né l’inizio né la fine, concentra la narrazione in cinquantuno giorni, nei quali si dipanano i più svariati sentimenti dell’animo umano: l’ira di Achille per la perdita di Briseide prima, di Patroclo poi; la paura e la dignità di Ettore alla vigilia dello scontro; la sete di vendetta di Menelao, privato della sua donna e, prima ancora, del suo onore; l’amore e la speranza di Andromaca che perderà il suo sposo, suo figlio Astianatte, la patria, la libertà. 

E proprio attraverso il punto di vista di Andromaca, principessa troiana e sposa di Ettore (una bravissima Chiara Vitello), nel Museo del Sottosuolo di Napoli rivivono, nello spettacolo Iliade la guerra di Troia, le storie degli eroi greci e troiani, che da millenni affollano pagine, menti e fantasie di scrittori.

Sulla scena quattro attori (Marco Serra, Daniele Acerra, Francescoantonio Nappi e Chiara Vitello) della compagnia Il Demiurgo, che, spostandosi in maniera itinerante, rappresentano nel corso dello spettacolo, diretto da Francesco Nappi, storie di amori, tradimenti, sangue.

Alla voce di Andromaca, rotta dal dolore e dalle lacrime, si sovrappongono gli scontri di Ettore e Paride, di Achille ed Ettore, le gesta di Odisseo e Diomede, di Agamennone e Menelao. E così, pur assistendo alle azioni di una società lontana, i cui valori sono cambiati, gli spettatori sono trascinati da sentimenti che ogni uomo conosce, fino al sacco di Troia e alla cancellazione della stirpe troiana. 

A fare da cornice alle immortali gesta cantate da Omero, i bui meandri del Museo del Sottosuolo, in cui, a 25 metri di profondità, riecheggiano gli scudi battuti l’uno sull’altro, le grida di guerra, di rabbia, di dolore. E riecheggia una vicenda immortale: la guerra di Troia. 

Iliade la guerra di Troia, in scena al Museo del Sottosuolo di Napoli il 19 gennaio.

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A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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