Radio Baule: audioracconti per bambini e genitori in tempo di quarantena| Intervista

Radio Baule

Radio Baule, la nuova rubrica di audioracconti per bambini e genitori realizzata da “La lanterna magica del Nuovo Teatro Sancarluccio” ai tempi della quarantena. Intervista a Simona Di Maio, Sebastiano Coticelli e Luca Di Tommaso

A Napoli, anche quando tutto sembra fermo, si rischia di essere ingannati.
Sotto il silenzio, sotto le pietre del centro storico ormai mute, ribolle l’arte, quella che proviene dal bisogno primordiale di fare di necessità virtù.
La lanterna magica del Nuovo Teatro Sancarluccio” ha pensato ai bambini e ai loro genitori, e ci ha pensato donando loro ciò che di più bello e nobile ci sia: le storie.
E si sa, con delle buone storie in casa nessuno è mai davvero solo!
Tanti sono le storie, i mondi e le suggestioni evocate dai ragazzi di Radio Baule, e le rubriche sono stimolanti e creative. Si passa da “Favole al Telefono“, ispirate a Gianni Rodari, a “Cose a Caso“, per esplorare insieme l’universo degli indovinelli e delle barzellette, passando per l’appuntamento domenicale condotto da Sara Missaglia, “La domenica di Oz“.
I conduttori d’eccezione di Rabio Baule? Nonno Gianni e Nonna Gianna, due simpatici e arzilli vecchietti pronti a incuriosire e stimolare bambini e genitori.
Ora però lasciamo parlare Simona Di Maio, Sebastiano Coticelli e Luca Di Tommaso, per immergerci nell’universo di Radio Baule, direttamente dalle loro parole.
O dal loro baule!

Ciao! Grazie per aver accettato quest’intervista! Vi andrebbe di dirci in cosa consiste l’iniziativa “Radio Baule”?
Che possibilità e potenzialità ha, secondo voi, l’audioracconto rispetto alla forma semplicemente scritta?
Radio Baule è nata non appena abbiamo sospeso tutte le nostre attività, quindi la scuola di teatro, la stagione di teatro per l’infanzia e da subito abbiamo sentito l’esigenza di recuperare questi legami con il nostro pubblico, con i nostri allievi, di ricucire questo rapporto che si era interrotto bruscamente. Quindi è nata Radio Baule, è nata l’idea di raccontare storie, è un modo per sentirci vicini mantenendo il contatto, facendo arrivare le nostre voci a tutte le orecchie che hanno voglia di ascoltare.
Ormai tutto ciò che si ascolta spesso si vede, a partire dai video, con gli audioracconti ritorniamo ad un ascolto essenziale, attivando solo il nostro udito e immaginando tutto quello che viene raccontato. Abbiamo scelto il potere del racconto orale per favorire e stimolare l’immaginazione e la fantasia dei bambini e perché no anche degli adulti. L’audioracconto ha una grande potenza, espressiva e immaginativa, perché chi l’ascolta completa con le proprie conoscenze e i propri pensieri quello che viene raccontato oralmente. Inoltre, considerando che molti bambini non sanno ancora leggere, diventa uno strumento universale.

Come mai avete scelto un target di bambini e genitori?
Ascoltare un racconto è un momento di gioco comune, significa concedersi uno spazio tra adulto e bambino per ritrovarsi uno accanto all’altro e poter condividere pensieri, idee, commenti o inventarsi dei giochi a partire da quello che hanno ascoltato. Trovare cose da fare tutti i giorni non è facile, quindi con le nostre rubriche vogliamo offrire la possibilità di prendere spunto da quello che proponiamo per creare un gioco o un’attività. Come abbiamo fatto per i disegni: abbiamo ricevuto circa 60 disegni in cui ogni bambino ha immaginato uno degli speaker della nostra Radio, Nonno Gianni.

Perché la scelta di far condurre le puntate da Nonno Gianni e Nonna Gianna, interpretati da voi?
Abbiamo scelto dei nonni per vari motivi: un po’ perché la radio ha quel sapore retrò, un po’ poetico. I nonni sono coloro che conoscono le storie e sanno raccontarle, questa scelta poi ci dà la possibilità di divertirci un po’ con le sbadataggini di questi nonnetti. I nonni che raccontano le favole sono delle figure che oggi sono state soppiantate dalla tv e da altri dispositivi. Il nonno è anche simbolo di un ancestrale momento di raccoglimento intorno al fuoco, insieme ad una comunità di persone che si ritrova per ascoltare le storie, e ricorda anche quello che forse molti di noi hanno vissuto da piccoli, questa relazione nonno-nipote che ha un sapore molto familiare e intimo.

In che modo la recitazione e la narrazione orale possono migliorare la nostra condizione attuale? In che misura?
Possono migliorare nostra condizione attuale perché ci fanno pensare che uno stare insieme è possibile, è ancora possibile il pensarsi come una collettività. È una pratica, dobbiamo desiderare di stare insieme e fare in modo che avvenga nonostante i limiti imposti dalle quattro mura. Come insegnano tutti i grandi pedagoghi, “tutti i limiti non sono altro che potenzialità”, quindi questo stare ognuno nella propria casa, nella propria intimità, è uno spunto ancora più forte e efficace per sentirsi collettività, e lavorare, pensare, immaginare cose che prima non avremmo potuto fare, presi dalla nostra quotidianità.

Fonte immagine: https://www.youtube.com/watch?v=VqDQCBlHqJs

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A proposito di Monica Acito

Monica Acito nasce il 3 giugno del 1993 in provincia di Salerno e inizia a scrivere sin dalle elementari per sopravvivere ad un Cilento selvatico e contraddittorio. Si diploma al liceo classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e inizia a pubblicare in varie antologie di racconti e a collaborare con giornali cartacei ed online. Si laurea in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e si iscrive alla magistrale in Filologia Moderna. Malata di letteratura in tutte le sue forme e ossessionata da Gabriel Garcia Marquez , ama vagabondare in giro per il mondo alla ricerca di quel racconto che non è ancora stato scritto.

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