Dedicato agli amanti del teatro indipendente, il Roma Fringe Festival è tornato con la sua edizione 2025. La prima serata, che ha avuto luogo il 14 luglio, ha offerto un assaggio di ciò che il festival ha in serbo per i suoi spettatori: tre spettacoli unici, ognuno con un messaggio potente e uno stile teatrale innovativo.
Il Roma Fringe Festival 2025 si sviluppa in due fasi: dal 14 al 19 luglio e dal 21 al 24 luglio e vedrà gli spettacoli in scena in due location romane di prestigio: il Teatro Cometa Off e il Teatro Vascello. Durante questi giorni, il pubblico avrà l’opportunità di assistere a 15 spettacoli in concorso, provenienti da giovani compagnie e nuovi autori, pronti a portare sul palco storie innovative che spaziano dalla sperimentazione teatrale alla ricerca di nuovi linguaggi.
Il 28 luglio al Teatro Vascello, rappresenterà il culmine del Roma Fringe Festival. In questa serata finale, saranno presentati i tre spettacoli finalisti, selezionati da una giuria di direttori e direttrici di teatri afferenti al circuito Zona Indipendente.
Bandiera Bianca: una riflessione tragicomica sul lavoro moderno
Il primo spettacolo della serata è stato Bandiera Bianca, scritto e interpretato da Alessandra De Luca, con la regia di Andjelka Vulic. Il pezzo è scritto ed eseguito su un pentagramma dinamico, che offre una lettura divertente, ironica ma anche cruda e realistica del mondo del lavoro, partendo da esperienze intime. La protagonista Francesca, in un continuo viaggio tra speranze e disillusione, esplora le contraddizioni della vita professionale, dalla frustrazione di lavori precari alla speranza di trovare un posto nel mondo, dopo tanta fatica. Con uno stile chiaro, diretto e politicamente scorretto il giusto da risultare brillante, Bandiera Bianca inaugura in maniera promettente il Roma Fringe Festival e affronta il tema della ricerca di un’identità nel caos del mondo lavorativo liquido che non fa sconti neppure ai più titolati, offrendo uno spunto di riflessione universale.
Il racconto scivola dolcemente tra momenti divertenti e momenti dolorosi, strappando ora una risata amara, ora un applauso di gusto e trattando il tema del lavoro precario con intelligenza e sarcasmo: non è difficile rispecchiarsi nella vita e nelle esperienze della protagonista. Tutti, in fondo, possono essere un po’ Francesca. Riuscirà a trovare il suo angolino di soddisfazione personale e professionale?
Ludopazza: al Roma Fringe Festival la solitudine della dipendenza
Il secondo spettacolo, Ludopazza, scritto e interpretato da Sabrina Marchetti, tocca un tema delicato ma tristemente attuale: la dipendenza dal gioco d’azzardo. Ambientato in una sala slot che man mano diventa una prigione, il monologo racconta la discesa di una giovane donna nella spirale della solitudine, attraverso un’esperienza pregna di rabbia e disperazione.
La protagonista ripercorre le vicissitudini della sua vita e di come è caduta nella morsa del gioco d’azzardo, forse per nascondere le proprie insicurezze, forse per fuggire dal peso di qualcosa più grande di lei. Ma il vero gioco in questo angolo di inconscio del Roma Fringe Festival è quello con la propria mente, un gioco che sembra senza via d’uscita.
Lo stile del monologo è crudo, senza filtri, a tratti fa rabbrividire: lo spettacolo apre le porte della mente della protagonista, tracciando il percorso che l’ha portata da essere umano affettuoso e solare a una persona incapace di sfuggire ai propri impulsi. Ludopazza è un’opera che, purtroppo, trova riscontro nella realtà di molti giovani e adulti che si trovano intrappolati in dinamiche autodistruttive ma spesso socialmente accettate, quindi difficili da sradicare o anche solo da affrontare con lucidità.
Il punto di forza di questo pezzo è la sua capacità di solleticare il lato più emotivo e recondito dell’animo umano, accarezzando stati talvolta disturbanti che, almeno una volta nella vita, hanno toccato ogni essere umano. La solitudine e la perdita di sé stessi, se non sono state sperimentate nella realtà, lo sono state almeno nelle paure taciute.
Cowboys #2: un confronto con la realtà dell’immaginazione
A chiudere la prima serata del Roma Fringe Festival, Cowboys #2, scritto da Sam Shepard, con la compagnia Terranegra/Spinozzi. I due protagonisti si trovano in una vallata deserta degli Stati Uniti grazie alla scoperta di una misteriosa scatola dei giochi: la loro immaginazione inizia a cavalcare e li porta lontano, fino a diventare Chet e Stu, i due cowboy, personaggi iconici. Anche se la realtà prima o poi arriva, con tutta la sua brutalità e forza. Il pezzo è un’opera che esplora la tematica della lotta interiore e del confronto tra ciò che si sogna e ciò che si vive realmente, il cocente distacco tra l’immaginario e il reale. La finzione creata dai protagonisti nasce da bisogni profondi ma crolla lentamente, man mano che i toni diventano più cupi. Ma qual è il prezzo di restarvi intrappolati?
Roma Fringe Festival 2025: un’onda di creatività e sperimentazione
Il Roma Fringe Festival è un evento attesissimo per chi ama il teatro contemporaneo e indipendente, nonché una vetrina importante per la visibilità e le opportunità di autori e artisti. Con i primi tre spettacoli si è aperto un varco su temi universali ma intimi, come la ricerca di sé, la dipendenza e la lotta interiore, trattati attraverso linguaggi teatrali freschi e provocatori.
Solo un antipasto, quindi, rispetto a ciò che attende gli avventori della sala fino al 28 luglio.
Informazioni e programma: Roma Fringe Festival
Foto fornite da Ufficio Stampa
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