Al Teatro Bellini, dall’11 al 16 febbraio, va in scena lo spettacolo When the rain stops falling di Andrew Bovell, per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli e con Caterina Carpio, Marco Cavalcoli, Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Camilla Semino Favro e Francesco Villano. Questo spettacolo ha vinto tre premi UBU nel 2019 (migliore regia, miglior nuovo testo straniero o scrittura drammaturgica e migliori costumi) e riesce a portare sul palco tutta l’energia, la passione, i dubbi e le incomprensioni di una storia di famiglia dal 1959 al 2039.
When the rain stops falling: il susseguirsi di eventi che segnano le famiglie ed il tempo
La storia di due famiglie, Law e York, si avvicendano in quattro generazioni a partire dal 1959 fino al 2039. Storia di madri, mogli, padri, mariti, donne ed uomini i cui destini si incrociano casualmente per un amore mancato o per un evento macabro. Vite spezzate, morti accidentali, amori per anni curati e mai ricambiati pienamente. I diversi fili che la trama cuce, mescola e rende singolari, riecheggiano dopo anni ed anni di sedute al tavolo di una cucina, all’apertura di una valigia i cui ricordi rimarranno indelebili.
La ripetizione di alcune azione narrative sancisce l’attualità del presente nel passato e viceversa ma, soprattutto, quanto il passato riesca ad influenzare e condizionare il futuro. Ogni protagonista, in fondo, ha dentro sé un comportamento non adeguato, un’inclinazione da non confessare, un desiderio mai avuto, un errore commesso e per sempre ricordato. I nove eccezionali protagonisti si spostano senza flashback da un paesaggio all’altro; da un’epoca all’altra riuscendo a trascinare con sé lo spettatore passando da semplici stanze bianche e sporche ai paesaggi sconfinati dell’Australia; e da un’epoca all’altra rendendo sempre il ritmo straordinariamente incalzante.
«Non avere niente da dire è come avere così tanto da dire che non si ha nemmeno il coraggio di cominciare»
E questa è una delle frasi chiave che Andrew Bovell inserisce nel testo e che racchiude lo stare al mondo di tutti i personaggi. Personaggi in eterno conflitto con sé stessi e con un passato che non si chiude mai del tutto. Le cose non dette e i problemi mai affrontati diventano i fantasmi del futuro che continuano ad influenzare le vite dei successori in quell’albero genealogico che tutto collega, ma che poco tiene unito. Magistrale la messa in scena della regista e l’interpretazione dei nove attori in scena. Uno spettacolo, quello di Bovell, che lascia il segno e che riesce a far riflettere su quanto la vita sia fondata su delle scelte delle quali bisogna sempre assumersi le responsabilità per far sì che non rimangano inespresse.
Fonte immagine: Teatro Bellini.
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