Il libro della lettera arrivata e mai partita |Recensione

Il libro della lettera arrivata e mai partita, di Mario Santagostini |Recensione

Una novità speciale in casa Garzanti: Il libro della lettera arrivata e mai partita è la nuova raccolta di versi e di prose dal sapore poetico di Mario Santagostini, in uscita nelle librerie dal 24 marzo 2022.

L’autore

Mario Santagostini nasce nel 1951 a Milano, dove vive e lavora tutt’oggi. Appena ventenne esordisce con la sua raccolta di poesie Uscire di città e da quel momento in poi si dedica con fervente passione alla scrittura lirica in versi. Ha scritto numerosi saggi di critica letteraria e antologie, oltre ad averne curate altrettante di straordinari poeti, come Emilio Tadini, Giorgio Caproni e Mario Luzi. Inoltre, ha tradotto diversi lavori dal tedesco e dal latino e scritto vari interventi su quotidiani e riviste culturali. Ma la sua grande dedizione l’ha riservata alla poesia, ricevendone non a caso molti riconoscimenti. Il suo ultimo capolavoro è Il libro della lettera arrivata e mai partita, un’opera nuova e una silloge dei suoi versi passati allo stesso tempo.

La recensione de’ Il libro della lettera arrivata e mai partita

Il nuovo libro di Mario Santagostini, edito Garzanti, si presenta come una biografia anomala. L’autore, infatti, si racconta in una dimensione visionaria: frammenta il suo io in una memoria collettiva, dove la sua storia si intreccia con molteplici altre vite, reali o solamente possibili, nate «A caso, non a caso» – L’opera ancora nascosta. Il tempo è dilatato, non c’è una netta distinzione tra ciò che è stato, ciò che è e quanto potrebbe o meno accadere, così come lo spazio che vaga tra strade e città fino all’universo secondo una percezione molto ampia.

E Santagostini rende al lettore la sua sensibilità nel Il libro della lettera arrivata e mai partita attraverso la poesia alternata ad una prosa davvero singolare. Quelle parole in versi restituiscono un quid nostalgico e, forse, anche un quid di sollievo nel constatare che si è minuscoli al cospetto dell’immensità dell’universo, dove ogni cosa non è mai definita ma sempre variabile con la speranza di infinite possibilità da esplorare che ne deriva. La prosa, invece, si articola in una forma particolare: conserva il riverbero di quel lirismo poetico, come se l’autore non potesse farne a meno per esprimersi, ma contemporaneamente funge da punto nelle pause tra un verso e l’altro, quasi da vera e propria silloge dei pensieri espressi, approfittando della sua stessa analiticità e di quell’equilibrio lineare insito nella sua natura.

Il libro della lettera arrivata e mai partita segna una tappa davvero importante nel percorso autoriale di Mario Santagostini, raccogliendo al suo interno quanto egli ha creato in passato ed anche ciò che è nuovo. A tratti sembra di leggere una sorta di suo manifesto poetico, nel quale l’autore prende consapevolezza del suo operato e lo comunica al lettore con passione, pensiero ed un’espressività che si lascia la possibilità di assumere altre forme in futuro attraverso uno stile evanescente, variabile ma mai scriteriato, anzi, conserva sempre una logica di forte impatto.   

Fonte immagine di copertina: Garzanti

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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