Eraserhead: il primo vero capolavoro di David Lynch

Eraserhead: il primo vero capolavoro di David Lynch

Una volta che il proprio debutto è stato un capolavoro, cos’altro bisogna fare di più? Questa domanda la si potrebbe porre ad Orson Welles per quanto riguarda “Quarto potere”, a Tarantino per “Le iene” e infine a David Lynch per quanto riguarda “Eraserhead”.

Eraserhead: il primo vero capolavoro di David Lynch

David Lynch non è solo un regista, ma un artista a 360 gradi, e questo suo primo lungometraggio ne è la conferma.  La trama di “Eraserhead” è semplice, ma tutt’altro che di facile comprensione. In sintesi, “Eraserhead” narra di un uomo tranquillo, Henry Spencer, che vive in una desolata area industriale e la cui ragazza partorisce un bambino deforme. Questo apparente delirio che è la trama di “Eraserhead” (e non siamo neppure all’inizio), è invece il riflesso delle paure e dei dubbi personali dello stesso regista David Lynch. “Eraserhead” riflette infatti le paure e le ansie del regista per quanto riguarda la paternità, personificate nel neonato deforme. Le prime curiosità per quanto riguarda la produzione del film sorgono proprio da questo bambino: si ipotizza che sia stato usato un feto di vitello imbalsamato per dare forma al neonato, ma il regista non ha mai confermato tutto ciò. Il dubbio rimane, anche perché Lynch faceva coprire gli occhi al suo proiezionista durante le riprese, affinché nessuno potesse sapere com’era stato fatto. “Eraserhead” riflette anche l’ansia dello stesso regista per quanto riguarda il suo soggiorno a Filadelfia. Egli stesso infatti ha dichiarato che durante il suo soggiorno di cinque anni a Filadelfia, lui e la sua famiglia vivevano in un clima di odio, terrore e violenza. Questo, appunto, ha contribuito a plasmare l’atmosfera squallida ed inquietante del film. Lo spettatore a primo sguardo, ma probabilmente anche dopo averlo visto dieci volte, potrebbe non far altro che domandarsi “Ma cosa sto guardando?”. Ebbene era proprio questo l’intento di Lynch: non siamo di fronte ad un film nel senso convenzionale del termine, ma ci troviamo di fronte ad un incubo, ad un susseguirsi di inquietudine, orrore, ansia. David Lynch è conosciuto per la sua estrema complessità nella composizione dei film, oltre che per il loro surrealismo. “Eraserhead” è quindi forse il modo più “estremo” ma anche il migliore per approcciarsi a questo regista, perché questo film ci fa capire dove vuole andare a parare Lynch, cosa vuole trasmettere, cosa ci vuole dire, come funziona la sua arte. Con questa sua prima opera, Lynch voleva appunto fare questo: spiegare cosa volesse esprimere, cosa voleva comunicare, e l’ha fatto alla perfezione.

In italiano il titolo è “Eraserhead – la mente che cancella” e la traduzione purtroppo non ci viene in aiuto: per eraserhead, in inglese, si intendono le matite con gomma comunemente usate a scuola dai bambini, head infatti indica il “capo”, la parte fisica di un corpo (anche di una matita), e non la mente come centro delle attività intellettive di un essere vivente.

Fonte immagine: YouTube.com

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Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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