MĀYĀ: il nuovo album di Mace

MĀYĀ: il nuovo album di Mace

Il 4 aprile è stato rilasciato MĀYĀ, il nuovo album di Mace, produttore discografico italiano e pseudonimo di Simone Benussi. Dall’uscita nel 2021 del suo album di debutto, OBE, Mace è diventato uno dei produttori italiani più interessanti e poliedrici della scena musicale italiana.

Creazione del nuovo album di Mace, MĀYĀ

MĀYĀ è il nuovo album di studio di Mace (precisamente il terzo), annunciato a marzo 2024 e preceduto dall’uscita di due tracce, Non mi riconosco (con centomilacarie e Salmo) e Ruggine (con Chiello e Coez). Come per il suo primo album, anche questo è costellato da cantanti e musicisti di talento, più di 30 artisti dei quali alcuni hanno passato insieme tre settimane in una casa in Toscana, invitati da Mace per dare sfogo al loro genio creativo senza alcuna limitazione o distrazione.

Questi artisti hanno dato nascita alle sedici tracce di MĀYĀ e ognuna di queste è a sé: hanno un colore e delle voci ben distinte, ma che si amalgamano benissimo nel complesso dell’album. Di artisti ce ne sono di già famosi, come Marco Mengoni, Fabri Fibra o Guè, ma anche da scoprire, come centomilacarie, Marco Castello o Joan Thiele, cantante che ha già collaborato con Mace in Senza fiato, una traccia di OBE in collaborazione con Venerus.

Come dichiarato da Mace stesso in un’intervista per Rockol sul nuovo album: «MĀYĀ è un disco pensato per i live. Ho fatto il DJ per una vita, ma con la dimensione live, per davvero, mi sono confrontato con OBE. Ed è stato qualche cosa di nuovo. Già avevo riarrangiato molto OBE per proporlo dal vivo. Con questo nuovo album volevo andare sempre di più verso questa direzione. Perché, alla fine, è quello che piace a me: quando vado a un concerto amo vedere una band suonare, sentire gli arrangiamenti. Io volevo un disco con una grande cura del suono, ma replicabile dal vivo.»

Significati all’interno del nuovo album

Mace si ricollega spesso alla dimensione spirituale nelle sue canzoni, come si può vedere in OBE ma anche in questo nuovo album, MĀYĀ. Questo titolo richiama il termine sanscrito che si può tradurre come magia o anche inganno, presente in molte dottrine religiose o filosofiche dell’India antica. Esso indica che il mondo in cui noi viviamo è illusorio, per questo l’album comincia con una traccia intitolata Viaggio contro la paura (con Joan Thiele e Gemitaiz) e l’ultima si intitola Il velo di Māyā, riferendosi alla teoria del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer che parlò di squarciare il simbolico velo di Māyā e scoprire la verità sul mondo.

In un’intervista per Esquire a proposito del nuovo album, Mace dice: «MĀYĀ rappresenta la mia visione del mondo. Sono fermamente convinto che quello che percepiamo sia solo una parte di quello che c’è: con i nostri sensi, la nostra mente, non riusciamo ad arrivare davvero al nocciolo della realtà, questo è un pensiero che mi accompagna da sempre. Io, te, gli altri: essere entità separate è un’illusione, mi rivedo molto di più nel concetto induista per il quale siamo tutti gocce dello stesso oceano, tanti nodi della stessa rete, tutti collegati. È un pensiero che anche in background guida ogni mia decisione e riflessione, e la volontà di andare sempre oltre le cose. È la mia essenza. Per me è un disco mega personale nonostante sia frutto di una collettività di persone.»

Fonte immagine in evidenza: Spotify, copertina ufficiale dell’album MĀYĀ di Mace

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