Bucchigiri?! (anime) | Recensione

Bucchigiri?!

Tra le uscite più inaspettate del 2024, Bucchigiri?! si è fatto notare fin da subito per il suo stile fuori dagli schemi. Prodotto da MAPPA e diretto da Hiroko Utsumi, il progetto fonde l’estetica dei classici anime sui teppisti scolastici a suggestioni soprannaturali ispirate al folklore giapponese, dando vita a un mix originale. Ciò che colpisce davvero è la capacità della serie di raccontare relazioni umane autentiche: amicizia, lealtà e senso di appartenenza sono infatti i temi portanti di una narrazione che, pur mantenendo un tono leggero, riesce a toccare corde sincere senza mai scivolare nella superficialità.

Trama

Bucchigiri?! segue la storia di Arajin Tomoshibi, un ragazzo che, almeno all’apparenza, conduce una vita del tutto normale. Dopo un lungo periodo lontano, torna nella sua città natale con l’idea di ricominciare da capo, in tranquillità. Ma i suoi piani vanno subito in frantumi quando il suo migliore amico, Matakara Asamine, si mette nei guai con una banda di teppisti locali. Nel tentativo di aiutarlo, Arajin si ritrova suo malgrado trascinato in un mondo violento e caotico fatto di scontri tra gang; ma questo è solo l’inizio. La serie prende presto una piega inaspettata, mescolando risse spettacolari a elementi soprannaturali: spiriti guardiani, strane entità e una misteriosa presenza che, nell’ombra, sembra osservare ogni loro mossa.

Analisi dei personaggi e narrazione

Il cast di personaggi è uno dei punti di forza dell’anime. Il protagonista Arajin Tomoshibi, silenzioso, introverso, e con uno sguardo che nasconde qualcosa di misterioso, si presenta come un ragazzo che vorrebbe solo starsene lontano dai guai. Ma in un mondo di bande scolastiche e forze sovrannaturali, la tranquillità non è mai un’opzione. Se Arajin è pacato e silenzioso, il suo migliore amico Matakara Asamine, al contrario, è pura energia. Esplosivo, caotico, e a tratti imbarazzante, entra in scena con l’entusiasmo di chi non ha paura di nulla, o almeno così sembra. Oltre i due amici protagonisti, spiccano figure meno centrali, come i vari leader delle bande rivali che lasciano un importante segno distintivo grazie a design particolari e motivazioni personali ben costruite. Per quanto riguarda la narrazione, alterna combattimenti a momenti di dialogo più riflessivi, cercando di mantenere un buon equilibrio. Sebbene il mondo narrativo sembri inizialmente esagerato e sopra le righe, andando avanti, negli episodi emerge un contesto sempre più profondo, che rende la visione sorprendentemente coinvolgente. La storia si costruisce attorno ai legami tra personaggi mossi da emozioni reali: paura, rabbia, lealtà. Il rapporto tra Arajin e Matakara regge la maggior parte del peso emotivo, e ogni svolta narrativa trova una giustificazione nella loro relazione.

Uno stile che lascia il segno

Uno degli aspetti immediatamente riconoscibili di Bucchigiri?! è il suo stile visivo esuberante. Lo studio MAPPA dà piena libertà all’immaginazione, un mondo visivo tra l’estremo e il teatrale. Colori vivaci, animazioni dinamiche, character design audaci: ogni elemento grafico è pensato per dare nell’occhio e costruire un’identità unica, quasi impossibile da confondere con altri titoli contemporanei. La regia di Hiroko Utsumi tiene saldamente il ritmo, con sequenze d’azione che si alternano tra caos e controllo. L’eccesso in Bucchigiri?! non è quindi un vezzo estetico, ma una vera e propria scelta narrativa. Proprio dietro questa superficie appariscente si nasconde però una tematica molto più profonda e riflessiva: i protagonisti non sono solo ragazzi che combattono ma sono figure in bilico tra ciò che erano e ciò che vorrebbero diventare. Il folklore giapponese arricchisce la narrazione senza appesantirla: le presenze sovrannaturali non invadono la scena ma offrono un aiuto simbolico alle tensioni interiori dei personaggi.

Colonna sonora

Le tracce che accompagnano l’azione sono cariche di energia, perfette per dare ritmo ai combattimenti e amplificare l’adrenalina. Ma quando la tensione cala e la storia si fa più personale, la colonna sonora cambia tono e diventa quasi silenziosa, lasciando che a parlare siano i volti e i sentimenti. L’opening è una vera scarica di energia e adrenalina, e con immagini dinamiche, riesce a trasmettere fin da subito la follia e lo stile dell’anime. Al contrario, l’ending rallenta tutto: è più malinconica, quasi nostalgica, e accompagna lo spettatore fuori dalla storia con un tocco più intimo.

Conclusioni

In un panorama così affollato, l’opera si fa apprezzare anche per il coraggio con cui sperimenta. La sua imprevedibilità, sia a livello di tono che di contenuto, la rende diversa dalla media. È un anime che non segue formule già viste e questo è un valore aggiunto. Va riconosciuto un certo equilibrio nella gestione dei momenti più riflessivi: accanto all’azione e agli eccessi stilistici, ci sono spazi dedicati all’interiorità dei personaggi, che permettono allo spettatore di entrare in sintonia con le loro motivazioni e fragilità. Eppure, Bucchigiri?! non è esente da qualche critica. Tanto per citarne una, c’è uno sviluppo poco omogeneo di alcuni elementi della trama: molti dettagli vengono lasciati in sospeso o sono poco approfonditi, mentre alcuni personaggi secondari, seppur interessanti, restano in ombra, abbandonando così il loro potenziale. Anche gli elementi soprannaturali potrebbero offrire un reparto mitologico un po’ più ampio e strutturato; essi invece, appaiono spesso come semplici strumenti d’effetto, rendendo alcune svolte difficili da contestualizzare e comprendere per lo spettatore. Inoltre, l’alternanza continua tra comicità e momenti drammatici non sempre riesce a favorire un buon coinvolgimento emotivo. Nonostante non sia privo di difetti, resta una proposta coraggiosa, che lascia il segno e invita a riflettere sui legami umani e sul difficile percorso della crescita.

 Fonte immagine: Crunchyroll

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